Ma solo in Italia i decessi accertati da Covid-19 sono 27.682

CREA: 11.000 decessi prematuri in meno in Europa grazie al calo dell’inquinamento dovuto alle misure anti Covid-19

Il calo di consumo di petrolio e carbone ha alleggerito il carico sui sistemi sanitari stressati dal Coronavirus

[30 Aprile 2020]

Secondo il nuovo rapporto “11,000 air pollution-related deaths avoided in Europe as coal, oil consumption plummet” del Centre for Research on Energy and Clean Air (CREA), le misure per combattere il coronavirus che hanno portato a una riduzione di circa il 40% del livello medio di inquinamento da biossido di azoto (NO2) e una riduzione del 10% del livello medio di inquinamento da particolato negli ultimi 30 giorni, hanno anche evitato 11.000 morti premature a causa dell’inquinamento atmosferico (confidence interval al 95%: 7.000 – 21.000). I due autori dello studio, Lauri Myllyvirta and Hubert Thieriot, dicono che «questo effetto deriva dal fatto che la produzione di energia da carbone è diminuita del 37% e il consumo di petrolio di circa 1/3. La combustione di carbone e petrolio è la principale fonte di inquinamento da NO2 e sono le principali fonti di inquinamento da particolato in Europa».

Riassumendo il rapporto, Myllyvirta sottolinea che «altri impatti evitati includono 1,3 milioni di giorni in meno di assenza dal lavoro, 6.000 nuovi casi di asma nei bambini e 1.900 visite al pronto soccorso a causa di attacchi di asma evitati e 600 nascite premature in meno».

Dato che la maggior parte di questi impatti sulla salute sono collegati all’esposizione cronica all’inquinamento atmosferico, nei prossimi mesi e anni le ricadute potrebbero essere ancora più positive.

Questo non toglie che il Covid-19 abbia chiesto un tributo di vite umane e di malati che supera di molto la diminuzione delle morti premature stimata dal CREA e legata al calo di inquinanti: a ieri, solo in Italia, secondo i dati della Protezione civile, il totale delle persone che avevano contratto il virus nel nostro Paese era 203.591, i positivi in in cura presso le terapie intensive 1.795 sono, le persone ricoverate con sintomi 19.210 delle quali 83.652 in isolamento senza sintomi o con sintomi lievi e i deceduti totali 27.682, mentre i dimessi e guariti erano 71.252.

Ma il CREA fa notare che «l’analisi dell’impatto sulla salute evidenzia anche come, indipendentemente dal miglioramento della qualità dell’aria, l’inquinamento atmosferico stia contribuendo al carico sul sistema sanitario al momento dell’epidemia: a causa dell’inquinamento atmosferico ci sono più persone che soffrono di condizioni preesistenti che le rendono più vulnerabile alla malattia e più persone che necessitano di cure per qualsiasi altra cosa, dall’asma all’ictus e al diabete, mentre il sistema è sovraccarico».

Quel che è certo è che «le misure per combattere l’epidemia di Covid-19 hanno portato a riduzioni senza precedenti drammatiche della combustione di carbone e petrolio e dell’inquinamento atmosferico loro associato in Europa», come ribadisce il rapporto e Myllyvirta aggiunge che «Questa riduzione dell’inquinamento ha contribuito ad alleviare la pressione sul sistema sanitario durante questa crisi. Inoltre, la nostra analisi evidenzia gli enormi benefici per la salute pubblica e la qualità della vita che potrebbero essere raggiunti riducendo rapidamente i combustibili fossili in modo sostenibile e sostenibile».

E lo stesso Crea ad evidenziare che «la crisi Covid-19 sta causando una diffusa sofferenza umana in tutta Europa. I livelli di inquinamento atmosferico stanno precipitando come risultato involontario delle misure contro il virus; questo non dovrebbe essere visto come una “pallottola d’argento”, ma dimostra quanto sia diventato normale il massiccio bilancio delle vittime da inquinamento atmosferico e indica cosa si può ottenere se si passa all’energia pulita. Quando le restrizioni saranno completamente revocate, i decisori europei potranno continuare ad attuare politiche per rendere più ecologiche le reti elettriche e i sistemi di trasporto al fine di rendere più chiari i nostri cieli in modo da non tornare a un forte inquinamento».

Myllyvirta  conclude: «Anche che siamo tutti ansiosi che la vita e gli affari tornino alla normalità, nessuno vorrebbe il ritorno dell’inquinamento da combustibili fossili. E’ essenziale che i decision-makers europei diano priorità all’aria pulita, all’energia pulita e ai trasporti puliti come parte dei piani di ripresa dalla crisi».