Clean Air Dialogues, lotta all’inquinamento: Regioni e Governo firmano

Ok al protocollo per il Piano d’azione per il miglioramento della qualità dell’aria

[4 Giugno 2019]

«Lotta all’inquinamento, i territori ci sono», Così la Conferenza delle Regioni e delle Province autonome annuncia la firma del suo presidente, Stefano Bonacini (Emilia Romagna) in calce al protocollo che dà il via al “Piano d’azione per il miglioramento della qualità dell’aria” sottoscritto oggi a Torino dalla Presidenza del Consiglio e dai ministri dell’ambiente, dell’economia, dello sviluppo economico, delle infrastrutture e trasporti, delle politiche agricole e della Salute.

La Conferenza delle Regioni sottolinea che «Il documento ha alle spalle un lavoro condiviso fra Governo, dicasteri e Regioni e Province autonome e contiene misure relative ai tre settori che più di tutti sono causa degli alti livelli di inquinamento che tuttora persistono: trasporti, agricoltura e riscaldamento domestico a biomassa, sui quali ogni ministero assume impegni concreti. L’appuntamento internazionale di Torino (Clean Air Dialogues), all’Environment Park del capoluogo piemontese, rappresenta anche occasione di confronto con l’Unione europea, nella consapevolezza che bisogna fare di più rispetto alle misure adottate finora in Italia, dalle domeniche ecologiche agli incentivi alla mobilità sostenibile, dai monitoraggi costanti ai protocolli d’intesa con le Regioni, su tutti quello con le Regioni del bacino padano che vede Emilia-Romagna, Lombardia, Piemonte e Veneto adottare provvedimenti comuni per il miglioramento della qualità dell’aria».

Soddisfatto il ministro dell’ambiente Costa ha detto: «Abbiamo riunito qui a Torino gli Stati generali dell’aria, una due giorni senza precedenti: in modo strutturato rispetto al passato, in modo risolutivo e inclusivo, per affrontare quella che è una vera e propria emergenza.  Ogni giorno muoiono prematuramente 219 persone a causa dello smog, come dice l’Oms: 80 mila circa morti all’anno. Numeri che dobbiamo azzerare. Oggi abbiamo firmato un Protocollo che è un Piano d’azione operativo. Agiremo come ministri e in accordo con le Regioni con impegni concreti, perché è importante lavorare insieme. Ci siamo assunti una responsabilità politica pubblica, amministrativa e gestionale. Vogliamo fare da battistrada anche per gli altri Paesi europei in procedura d’infrazione».

Al ministero dell’ambiente ricordano che «La Commissione europea ha avviato due procedure di infrazione nei riguardi dell’Italia per la non corretta applicazione della direttiva 2008/50/CE, per i superamenti continui e di lungo periodo dei valori limite del materiale particolato PM10 e del biossido di azoto (NO2). Eventuali sentenze di condanna della Corte di Giustizia dell’Unione Europea potrebbero imporre oneri economici di entità molto rilevante, nonché la possibile riduzione dei Fondi Strutturali per l’Italia. Il nostro Paese ha deciso di impegnarsi ancora più concretamente, per migliorare la qualità dell’aria, partendo dalle proposte avanzate dal Gruppo di lavoro interministeriale per la qualità dell’aria istituito dal Ministro dell’Ambiente lo scorso dicembre»«.

Bonaccini ha spiegato che «Il documento che abbiamo firmato oggi è estremamente significativo e si pone lungo una strada che avevamo già da tempo indicato al Governo, sin da quando fu sottoscritto il protocollo di intesa per contrastare l’inquinamento atmosferico da parte delle Regioni del bacino padano, che faceva della lotta all’inquinamento e ai cambiamenti climatici un impegno che andasse oltre i confini territoriali, in una logica d’area vasta, e oltre il colore politico. Finalmente ci si pone in un’ottica strategica e di collaborazione istituzionale delineando un percorso comune per adottare misure normative, programmatiche e finanziarie condivise attraverso un’unità di coordinamento del Piano istituita presso la Presidenza del Consiglio e che vedrà la partecipazione attiva e propositiva delle Regioni».

Le misure del Protocollo riguardano i tre settori maggiormente responsabili dell’inquinamento: trasporti, agricoltura e riscaldamento domestico a biomassa.  Il ministero dell’ambiente spiega ancora: «Presso la Presidenza del Consiglio dei ministri viene istituita l’Unità di coordinamento del Piano d’azione per il miglioramento della qualità dell’aria.  L’Unità di coordinamento individua entro 6 mesi dal proprio insediamento, ulteriori misure eventualmente adottabili a livello nazionale e a livello locale in materia di contrasto all’inquinamento atmosferico e per il miglioramento della qualità dell’aria, formulando al riguardo puntuali proposte di razionalizzazione e di semplificazione.

Il Piano d’azione ha una durata di due anni ed è articolato in 5 ambiti di intervento: uno trasversale e quattro tematici. Per ciascun ambito di intervento sono individuate specifiche azioni operative inquadrate in una strategia unica e complessiva. Le misure trasversali vanno dalla razionalizzazione dei sussidi ambientalmente dannosi all’istituzione di un Fondo per il finanziamento del Programma nazionale di controllo dell’inquinamento atmosferico, fino a 400 milioni di euro all’anno.

Un primo ambito sarà trasversale e comporterà: la razionalizzazione dei sussidi ambientalmente dannosi; un fondo fino a 400 milioni di euro per finanziare il Programma nazionale di controllo dell’inquinamento atmosferico; accordi Stato-Regioni per migliorare la qualità dell’aria; interventi per un’informazione più capillare ai cittadini. Per Bonaccini «E’ rilevante il fatto che il fondo unico di 400 milioni oltre a perseguire l’obiettivo della riduzione delle emissioni di inquinanti atmosferici, servirà anche a sviluppare accordi tra lo Stato e le Regioni e a cofinanziare piani regionali che avranno lo stesso scopo. È un segnale importante per orientare la lotta all’inquinamento atmosferico in base alle specificità territoriali».

Un secondo ambito riguarderà l’agricoltura e la combustione di biomasse con la previsione di interventi per abbattere le emissioni di ammoniaca e limitare l’abbruciamento di residui vegetali.

Nell’ambito della mobilità si introducono criteri ambientali nella disciplina della circolazione in ambito extraurbano, limitatamente ai tratti autostradali adiacenti ai centri urbani, con particolare riferimento alla riduzione dei limiti di velocità. Sono previste anche misure per il controllo delle aree a traffico limitato, linee guida per la classificazione dei veicoli elettrici ibridi per orientare gli incentivi verso le tecnologie elettriche ibride a minor impatto ambientale. Si prevede la possibilità di autorizzare nelle città la sperimentazione della circolazione su strada di veicoli per la mobilità personale a propulsione prevalentemente elettrica, quali segway, hoverboard e monopattini. Si disincentiva l’utilizzo di veicoli ad alte emissioni inquinanti. Infine, viene promossa la mobilità attiva, soprattutto nei percorsi casa scuola e casa-lavoro. «E’ questo un settore molto importante per le Regioni – afferma Bonaccini – perché può rappresentare un’opportunità per consentire programmi di incentivazione delle tecnologie elettriche ibride anche a livello regionale o interregionale: quelle regioni o aree territoriali potranno sostenere misure a vantaggio di chi sceglie veicoli non inquinanti, o rafforzarle se già le hanno attivate».

Sul fronte del riscaldamento civile sono previste dal piano d’azione misure di riduzione delle emissioni inquinanti derivanti dalle stufe a biomassa e dagli impianti termici alimentati a biomassa ma anche limitazioni all’utilizzo degli impianti di riscaldamento alimentati a gasolio e la qualificazione degli installatori di impianti alimentati a fonti rinnovab

Nel  piano, infine, si ribadisce la necessità  dell’uscita dal carbone, prevista dall’Italia nel 2025, con un’accelerazione per le centrali termoelettriche che ricadono nelle aree oggetto delle procedure di infrazione, attraverso la loro chiusura o la loro trasformazione.

Bonaccini conclude: «Dobbiamo considerare questo protocollo come un segnale positivo da parte del Governo, essendo sempre di più necessaria e fondamentale una strategia d’azione nazionale in ambito ambientale per un’efficace azione di contrasto all’inquinamento atmosferico che risponda alle esigenze di tutela di salute dei nostri cittadini e fare in modo che il nostro Paese possa rispondere alle procedure di infrazione europee ed evitarne di nuove».