Calabria: a San Giovanni in Fiore sequestrato il depuratore. Inquina il fiume Neto

Legambiente Sila: i carabinieri forestali portano a galla le bugie. Parchi urbani del Neto e dell’Arvo, una soluzione nuova per risolvere un vecchio problema

[18 Agosto 2021]

I Carabinieri forestali di San Giovanni in Fiore hanno posto sotto sequestro quel che resta del depuratore dell’Olivaro che da anni creava problemi, odori nausebondi e sversamenti di acque non depurate nel fiume Neto che scorre vicino all’impianto.

Per Legambiente Sila, la notizia del sequestro del depuratore «Riporta indietro di qualche decennio e fa giustizia sulle chiacchiere inutili di tanti ex-amministratori che si vantavano di aver risolto un problema di inquinamento del Fiume Neto che solo Legambiente Sila si ostinava a denunciare. Ci accusavano di veder l’inquinamento dei fiumi ovunque, ora siamo curiosi di capire come un depuratore in teoria dismesso e non più in esercizio possa ancora inquinare».

Secondo gli ambientalisti calabresi «Questa vicenda dimostra anche che a San Giovanni in Fiore appena si fa un minimo controllo ambientale si trova tutto fuori fuorilegge, ma il problema semmai è trovare qualcuno, oltre ai Carabinieri, che faccia il suo dovere esercitando controlli in quanto autorità sanitaria locale. Ai funzionari della ASP, di Arpacal ma anche ai vigili urbani, basterebbe fare una visitina alla discarica di Vetrano, controllare uno qualsiasi dei tratti urbani dei fiumi Arvo e Neto, verificare se le cave dismesse vengono ancora utilizzate e le strade pubbliche chiuse dai privati, per scoprire reati e illegalità generalizzata. Come abbiamo fatto con altre amministrazioni, suggeriamo alla Sindaca Succurro di iniziare questi interventi di ripristino dei diritti e dell’ambiente dal bivio nord della superstrada per finire in località ponte Arvo per dare un senso alla parola legalità».

Legambienta Sila affonda ulteriormente il colpo: «Il sequestro del depuratore ci riporta a ribadire la necessità di interventi seri contro la maladepurazione, e lo facciamo anche alla luce delle recenti analisi di Goletta dei Laghi che ha certificato come anche nei laghi silani è presente inquinamento per scarichi non depurati. Una condizione che stride con la volontà di valorizzare Lorica, e dovrebbe suggerire agli amministratori contromisure efficaci anziché preoccuparsi di cosa pensano i “prenditori” di Lorica che ci risultano irritati delle dichiarazioni di Legambiente e non della qualità dell’ambiente che fanno trovare ai turisti».

Il Cigno Verde silano conclude: «Da tempo abbiamo proposto di affrontare il vecchio tema dell’inquinamento dei nostri fiumi con una strategia nuova: partire dalla riscoperta degli ecosistemi fluviali e del loro valore ambientale per affrontare e risolverne le criticità. Per fare questo abbiamo proposto la nascita di un sistema di Parchi urbani per il Neto e l’Arvo che fossero l’embrione del nascente Parco regionale del Fiume Neto che abbiamo proposto di istituire. Una proposta che nasce da San Giovanni in Fiore perché è l’unico centro urbano attraversato dal Fiume Neto, per riportare il Fiume a nuova vita e riconnetterlo nelle strategie di rigenerazione urbana che il Piano Strutturale Comunale propone e che il Piano nazionale di ripresa e resilienza potrebbe adeguatamente finanziare pe risolvere i problemi irrisolti del depuratore di località Olivaro, del sistema di sollevamento del ponte della Cona e del depuratore dell’Arvo.  Alla Sindaca Succurro non possiamo che riformuliamo la nostra idea e richiesta di un percorso di condivisione con i cittadini le associazioni ed i portatori di interesse per affrontare il percorso del contratto di Fiume per affrontare la nascita dei Parchi urbani cittadini e programmarne la loro valorizzazione e gestione della risorsa idrica e degli ecosistemi fluviali».