Ambasciatori del territorio maremmani al raduno nazionale di Milano

Meno pesticidi grazie agli agricoltori che si rivolgono sempre più al biologico

[1 Ottobre 2015]

Si è tenuto a Expo 2015 il primo raduno nazionale degli Ambasciatori del Territorio, dedicato alla nuova agricoltura italiana composta da piccoli e medi agricoltori e produttori locali che hanno adottato buone pratiche di coltivazione dando vita ad esperienze virtuose sul territorio, promuovendo i mercati locali, la diversificazione e i progetti innovativi di filiera, riconoscendo il valore del suolo e sostenendo lo sviluppo di economie solidali. All’incontro hanno partecipato anche due Ambasciatori maremmani: Caseificio Sociale Manciano e l’azienda agricola biologica Poggiolella.

Le due aziende maremmane presenti raccontano esperienze virtuose dedicate a stili di vita sostenibili, e fanno parte di un gruppo di aziende che condividono con passione il rispetto del patrimonio ambientale, sociale e culturaleUn lavoro portato avanti anche da altre realtà agricole e produttive maremmane, già presentate a giugno durante Festambiente Expo: Soc. Coop Agricola La Selva, Tenuta di Alberese, Cantina Vignaioli del Morellino di Scansano, La Poderina Toscana, Caseificio Il Fiorino, Agriturismo Il Duchesco, Azienda agrobiologica Le Tofane.

Secondo Angelo Gentili, della segreteria nazionale di Legambiente, «Questi due esempi presentati all’interno del panorama nazionale rappresentano esperienze concrete di agricoltura di qualità e valorizzazione delle risorse territoriali, con una forte attenzione alla sostenibilità. La Maremma ha tutte le carte in regola per diventare una delle aree più emblematiche e significative a livello nazionale per l’agroalimentare di qualità e le produzioni tipiche e biologiche. Ad Expo Legambiente ha portato le eccellenze italiane, e anche la presenza delle aziende maremmane testimonia quanto sia significativo il percorso che questo territorio ha realizzato fino ad oggi».

Legambiente, che ieri ha presentato il rapporto “Stop pesticidi” sui residui chimici nei prodotti alimentari, dal quale risulta che «Solo lo 0,7% dei campioni di prodotti agricoli e derivati analizzati dal laboratori pubblici regionali risultano fuori legge per la presenza di determinate sostanze chimiche oltre il limite permesso o per tracce di sostanze vietate dalla normativa attuale. In Italia l’uso della chimica in agricoltura è sempre elevato (siamo i primi consumatori europei di fitofarmaci e molecole chimiche per l’agricoltura secondo l’ultimo rapporto Eurostat) ma va rilevato il costante aumento della superficie coltivata con metodo biologico (+23,1% dal 2010 al 2013) e la sempre maggiore diffusione di pratiche agricole alternative e sostenibili».

Gentili sottolinea che «Oggi l’agricoltura italiana sta compiendo diversi sforzi nella direzione di un uso sostenibile dei pesticidi. Il miglioramento che si registra è sostenuto soprattutto da quella fetta crescente di agricoltori che rivolgono lo sguardo al biologico, oggi non più un mercato di nicchia ma un comparto produttivo e competitivo, il cui fatturato si attesta sui tre miliardi di euro. Lo evidenziano i dati presentati dal Sistema d’informazione nazionale sull’agricoltura biologica del Mipaaf (Sinab), secondo cui la superficie agricola coltivata a biologico ha raggiunto il 10,8% della superficie agricola utilizzata totale e il settore ha registrato un incremento del 5,8% del numero di operatori certificati rispetto al 2013».