Acqua contaminata di Fukushima Daiichi: la Cina ribadisce il suo no allo sversamento in mare

«I Paesi del Pacifico hanno il diritto di avviare azioni legali contro il Giappone»

[4 Gennaio 2023]

Nell’aprile di due anni fa, il Giappone annunciò l’avvio delle operazioni per arrivare allo sversamento in mare dell’acqua contaminata della centrale nucleare di Fukushima a partire dalla primavera del 2023.  La Cina – che di nucleare e di incidenti nucleari se ne intende – si è sempre opposta e oggi China Radio International (CRI) rilancia facendo notare che «Con l’avvicinarsi di quella data, nella zona del Pacifico continuano le proteste per i piani di scarico del Giappone. Gli analisti sostengono che i Paesi del Pacifico hanno il diritto di avanzare richieste di risarcimento al Giappone se questo scaricherà in mare, come previsto, l’acqua contaminata».

La radio internazionale cinese, con un articolo rilanciato dal Quotidiano del Popopolo, organo ufficiale del Comitato Centrale del Partito comunista cinese,  ricorda che «I Paesi del Pacifico meridionale, che hanno subito la contaminazione nucleare, sono stati sede di 67 test di armi nucleari statunitensi nelle Isole Marshall tra il 1946 e il 1958, e gli abitanti soffrono ancora dell’avvelenamento da radiazioni, della contaminazione della vita marina e delle perdite delle discariche di rifiuti nucleari. La centrale nucleare di Fukushima ha subito un incidente ancora più importante ed ha prodotto una grande quantità di effluenti nucleari che, sebbene i politici giapponesi sostengano che siano sicuri dopo il processo di depurazione, in realtà non lo sono».

Recentemente l’ONG giapponese Citizens’ Nuclear Information Center ha pubblicato un articolo nel quale si legge che «Le acque contaminate e trattate contengono ancora 64 sostanze radioattive, tra cui il trizio. Una volta rilasciate in mare provocheranno inquinamento radioattivo dell’ambiente oceanico che si trasmetterà e accumulerà attraverso la catena alimentare, causando conseguenze negative per la salute umana e per l’ambiente ecologico».

Cri accusa: «Il governo giapponese, senza aver condotto al meglio il trattamento dell’acqua radioattiva, senza aver reso pubbliche in modo completo le informazioni relative e senza aver proceduto a piene consultazioni con i paesi limitrofi e con le istituzioni internazionali, ha deciso unilateralmente di sversare in mare le acque contaminate. Questo significa che la sua posizione è contraria a quella della comunità internazionale. I vari Paesi hanno il diritto di salvaguardare i propri interessi con tutti i mezzi legali».

Le realazioni sino-giapponesi, storicamente problematiche, stanno attraversando nuovamente un brutto periodo a causa delle reciproche rivendicazioni territoriali e di Taiwan e pechino attacca duramente Tokyo: «La parte giapponese ha portato avanti forzatamente il piano di sversamento in mare delle acque contaminate con l’intenzione di realizzarlo nonostante le preoccupazioni delle varie parti. Il Giappone ha provocato gravi disastri ai paesi limitrofi e adesso vuole aggiungerne un altro. Desidera nuovamente essere insultato dalla storia?»