I migranti essenziali per la ripresa dello sviluppo mondiale post Covid-19

I migranti sono solo il 3,5% della popolazione mondiale ma producono il 9% del PIL mondiale

[23 Ottobre 2020]

La pandemia di COvid-19 ha bloccato gli spostamenti, colpendo fortemente migranti, richiedenti asilo e sfollati. Mentre si chiudono ancora di più le frontiere e si innalzano muri e reticolati, il nuovo rapporto, “Human Mobility, Shared Opportunities: A Review of the 2009 Human Development Report and the Way Ahead” dell’United Nations development programme (Undp) mostra come I governi potrebbero utilizzare la migrazione per favorire lo sviluppo e la ripresa economica.

Il rapport esamina retrospettivamente gli ultimi 10 anni e valuta la maniera in cui le future risposte politiche possono facilitare una migrazione sicura, ordinata e regolare.

L’Unedp raccomanda di ampliare le vie legali, di ridurre i scosti delle transizioni per inviare soldi nei Paesi di origine, di garantire i diritti dei migranti e in particolare delle donne, di favorire l’integrazione e la coesione sociale e di mobilitare le comunità delle diaspore.

L’Agenzia Onu prevede che i fattori economici, geopolitici, ambientali e climatici messi insieme nei prossimi 10 anni faranno raddoppiare la migrazione, per arrivare a 79 milioni di persone, e che quindi, per lo sviluppo, sarà essenziale affrontare le cause di questo fenomeno.

L’amministratore dell’Undp Achim Steiner ha sottolineato che «La pandemia e l’interruzione degli spostamenti sono un’occasione per ripensare la mobilità umana e di comprendere meglio il futuro.Promuovere i vantaggi, ridurre i costi e fare della migrazione una scelta ci preparerà oggi ad affrontare le altre sfide del domani, quali il cambiamento climatico, la crescita delle ineguaglianze e la trasformazione digitale del lavoro»,

Le persone sfollate sono estremamente vulnerabili agli impatti sanitari, economici e sociali del Coronavirus, ma con i loro importanti contributi all’economia e al lavoro i migranti sono anche essenziali per la ripresa economica. Steiner ricorda che «”Nessuno è al sicuro se tutti non sono al sicuro” implica una risposta inclusiva, che comprenda i migranti. La crisi economica mondiale del 2008 fu seguita da 10 anni di dibattiti molto politicizzati, da alcuni progressi e da numerose occasioni mancate per la mobilità umana. Adesso, dobbiamo raddoppiare gli sforzi e concentrarci sui progressi per i prossimi 10 anni, se vogliamo raggiungere gli Obiettivi di sviluppo sostenibile».

L’Undp è convinto che, se ben gestita, la mobilità umana può stimolare la crescita economica, ridurre le disuguaglianze e riunire società disparate. Ad esempio: nel 2015 i migranti, che rappresentano solo il 3,5% della popolazione mondiale, hanno prodotto il 9% del PIL mondiale.

Uno studio del Fondo monetario internazionale e della Banca mondiale dimostra che «Un aumento della percentuale di migranti nella popolazione dei Paesi ad alto reddito aumenta il reddito pro capite del 2%. Se gli immigrati aumentassero del 3% la forza lavoro dei Paesi ricchi, il PIL globale aumenterebbe di 356 miliardi di dollari entro il 2025».

Asako Okai, assistant administrator e direttore dell’ufficio crisi dell’Undp, evidenzia che «Le economie e le società sane dipendono dalla mobilità umana. Gli sforzi per la ripresa dal Covid-19 COVID-19 devono tenere conto dei migranti, assicurando che i loro diritti non siano emarginati o il loro contributo trascurato».

Il rapporto però fa notare che dal 2009 sono stati compiuti pochi progressi per la mobilità dei migranti poco qualificati. I diritti dei migranti sono più protetti sulla carta, ma in realtà nella maggior parte dei Paesi il loro accesso alla protezione sociale e ai servizi rimane limitato. Inoltre, i costi delle transazioni relativi a documenti, viaggio e trasferimento di denaro rimangono ostinatamente alti.

Mentre in molti Paesi aumentano xenofobia e razzismo contro i migranti, nuovi approcci evidenziano i vantaggi della mobilità umana non solo per i migranti e le loro famiglie ma anche per i Paesi di origine e di destinazione. E tra questi ci sono gli sforzi per espandere le vie legali per la migrazione, innovazioni digitali che consentono alle persone di guadagnarsi da vivere viaggiando, una nuova attenzione alla protezione sociale e la partecipazione delle comunità della diaspora alle politiche nazionali..

António Vitorino, direttore generale dell’ Intermational organization for migration (Iom), conferma che «I migranti contribuiscono a porre le fondamenta di società prospere, portando le loro conoscenze, supporto, reti e competenze nei Paesi di origine, transito e destinazione. Tuttavia, i vantaggi in termini di sviluppo della migrazione non sono garantiti. I risultati positivi dipendono dalla creazione di strutture sociali, culturali, politiche ed economiche favorevoli».”

Insieme all’Iom, all’United Nations High Commissioner for Refugees e ai sui partner dell’UN Network on Migration, l’Undp si è detto «pronto ad aiutare i responsabili politici ad amplificare gli effetti della de-marginalizzazione della migrazione e a ridurre le vulnerabilità in vista degli Obiettivi di sviluppo sostenibile e dell’Agenda 2030».