Horizon 2020, Green city energy suona la sveglia. Zollino: «Risorse ferme a 6 miliardi di euro»

L'efficienza energetica al primo posto delle priorità europee. Perché "smart" non è solo l'ultima app alla moda

[4 Luglio 2013]

È cominciata oggi, giovedì 4 luglio, la quarta edizione di Green city energy, appuntamento a tre tappe che parte da Pisa e proseguirà a Bari e Genova nei prossimi mesi. L’evento non è solo smart city, tema tanto caro ai politici di ogni colore, ma strategie energetiche, informazioni relative ai bandi europei, mobilità sostenibile e costruzioni.

In apertura della due giorni, il cui programma è reperibile a questo link, Giuseppe Zollino, professore all’università di Padova, delegato nazionale nel comitato energia del 7PQ e coordinatore dei rappresentanti italiani del SET-plan della Commissione europea, ha illustrato i passaggi che da qui al 2014 porteranno alla definizione e al lancio di Horizon 2020, il programma europeo per l’innovazione e la ricerca.

In vista di questo appuntamento Zollino ha tracciato il ritratto dell’Italia nel quinquennio 2007-2012, in particolare in relazione al programma quadro dell’Unione europea nel settore energie. «La partecipazione italiana è stata alta – ha detto Zollino – è la terza fra i Paesi membri con 175 milioni di euro spesi in ricerca, pari al 12% del budget. Si è trattato di finanziamenti destinati effettivamente alla ricerca, allo sviluppo di prototipi e miglioramenti, di cui 3/4 destinati a progetti di tipo industriale. Quindi non solo università e centri di ricerca ma anche realtà attive sul mercato».

«Alcuni settori marcatamente italiani – ha aggiunto Zollino – come il solare a concentrazione, il solare termodinamico e il biofuel hanno raggiunto ottimi risultati. La ricerca italiana sul biofuel di seconda generazione – che consente di ottenere etanolo dagli scarti dell’agricoltura – ha ottenuto il 25% del budget destinato a questo ambito, rivelandosi la più avanzata al mondo».

Quanto a Horizon 2020, «la strategia è concentrata sull’efficienza energetica e sull’integrazione tra varie forme di innovazioni tecnologiche volte a migliorare i consumi di energia», mentre sulla smart city Zollino puntualizza e offre indicazioni preziose alle amministrazioni locali che intendono concorrere per progetti di questo tipo. «Occorre intendersi però sul concetto di ‘Smart City’ – ha detto – e sulla sua traduzione in termini di bandi europei. Quello all’italiana è ben diverso da quello inteso a Bruxelles. Il core business dev’essere il miglioramento dell’efficienza energetica. Il resto verrà dopo: se una città propone solo progetti di app che offrono informazioni sui musei, senza un’ottica integrata, hanno zero possibilità di ottenere finanziamenti».

Ma quale sarà l’entità economica di Horizon 2020? Secondo il delegato nazionale nel comitato energia, «a fronte di un fabbisogno totale dei Paesi membri compreso fra i 74 e gli 88 miliardi di euro, le risorse effettivamente disponibili saranno circa 6 miliardi di euro». Una forbice di differenza che renderebbe difficilmente realizzabile ogni sogno legato a Horizon 2020, ma di fronte alla quale vengono riposte concrete speranze nell’accordo provvisorio recentemente siglato sotto la presidenza irlandese dell’Ue, che ha portato il budget indicativo per Horizon 2020 alla cifra di 70 miliardi di euro: una somma che sarà oggetto di accordo finale all’interno del Multio-Financial Framework.

La parola chiave resta comunque efficienza energetica, e anche Marcello Capra, membro della segreteria tecnica del dipartimento per l’Energia e del gruppo di lavoro Smart cities dell’Agenda digitale italiana del MiSE, lo ribadisce.

«La Strategia energetica nazionale si articola su sette priorità», ha spiegato. «Primo, la promozione dell’efficienza energetica, per la quale si prevede il superamento degli obbiettivi europei. Secondo, la promozione di un mercato del gas competitivo, con l’opportunità di diventare il principale hub sud-europeo. E ancora, lo sviluppo sostenibile delle energie rinnovabili, lo sviluppo di un mercato elettrico pienamente integrato con quello europeo; la ristrutturazione della raffinazione e della rete di distribuzione dei carburanti, verso un assetto più sostenibile e con livelli europei di competitività e qualità del servizio. Infine, lo sviluppo sostenibile della produzione nazionale di idrocarburi e la modernizzazione del sistema di governance».

«Rispetto agli obbiettivi di energia – ha aggiunto Capra – che il governo si è impegnato a risparmiare entro il 2020, ben il 40% sono da imputare al residenziale e al terziario, in gran parte presenti nelle città. Sarà fondamentale la collaborazione tra lo Stato, che mette a disposizione gli incentivi principali per l’efficienza, e gli enti locali, che saranno chiamati a facilitarne l’accesso, con la gestione degli strumenti autorizzativi e la pianificazione».

Infine, le regioni. «Come Toscana vogliamo rispondere  ‘presente’ a questo appello dell’Europa: una occasione importante per confrontarsi sull’Italia e sulla Toscana che vogliamo costruire». Lo ha detto Stella Targetti, vicepresidente della Regione Toscana con deleghe all’Innovazione e alla ricerca.

«Non è un esercizio retorico – ha aggiunto – perché l’Europa vuole capire su chi può contare per costruire un futuro sostenibile dal punto di vista ambientale e sociale. In concreto, tramite la Smart specialization strategy, l’Ue vuole avere una mappa precisa delle potenzialità e delle priorità di investimento dei territori europei. E’ proprio per questo che stiamo portando avanti misure come borse e dottorati di ricerca, perché non dobbiamo mai dimenticare che l’innovazione la fanno le persone in carne ed ossa».

Stella Targetti ha quindi ricordato il percorso intrapreso dalla Toscana nelle politiche europee di innovazione e ricerca: sono stati individuati 6 ‘assi strategici’ e sono state supportate le aziende e i soggetti di ricerca toscani che hanno partecipato al bando cluster nazionale, avendo scelto di scommettere sull’energia. «Continueremo a investire sull’agenda digitale – ha concluso – perché convinti che i servizi della Pubblica amministrazione debbano essere caratterizzati da una accessibilità sempre più diffusa e facile. In particolare gli enti locali e Regione insieme devono avere sempre più un ruolo di driver dello sviluppo delle imprese anche attraverso una domanda pubblica aggregata “Smart”».