Troppi mercenari utilizzati per “risolvere” le crisi: aumentano i rischi di violazioni dei diritti umani

Working Group Onu: sempre più compagnie militari e di sicurezza private operano nello spazio umanitario

[22 Settembre 2021]

Presentado il rapporto “Impact of the use of private military and security services in humanitarian action” all’Assemblea generale dell’Onu in corso a New York,  il Working Group on the use of mercenaries delle Nazioni Unite ha espresso «Preoccupazione per il crescente coinvolgimento di militari privati ​​e fornitori di servizi di sicurezza nell’azione umanitaria, che può minare l’efficacia della sicurezza come funzione statale e pubblica, riservandola solo a coloro che possono permettersela».

Secondo questi esperti indipendenti dell’Onu, «Il ruolo di queste società private nell’azione umanitaria solleva preoccupazioni circa il loro impatto sui principi umanitari di imparzialità, neutralità e indipendenza operativa».

La presidente del Working Group on the use of mercenaries, Jelena Aparac, ha detto che «Il gruppo di lavoro è allarmato per il fatto che le società militari e di sicurezza private operano in stretta vicinanza alle popolazioni vulnerabili, anche nel contesto di crisi sanitarie come Ebola o il Covid-19. Questa diversificazione dei servizi rende ancora più importante la regolamentazione e la supervisione di queste compagnie. In queste condizioni, è necessario ripensare in modo critico le tipologie di situazioni e spazi in cui operano le compagnie militari e di sicurezza private. Questo riguarda in particolare l’uso sconsiderato ed eccessivo della forza che provoca la morte di molti civili: incidenti che si verificano, ad esempio, quando il personale delle compagnie militari e di sicurezza private è impegnato a sorvegliare i convogli di aiuti umanitari, il personale e i locali».

Il rapporto del Working Group, inviato agli Stati membri dell’Onu, ha anche preso in considerazione la situazione in atto nella Repubblica Centrafricana e ricorda che «Anche le compagnie militari e di sicurezza private russe che sostengono le strutture militari statali contro i gruppi ribelli sono state oggetto di gravi accuse». Il rapporto sottolinea che i mercenari russi sono stati accusati, tra l’altro, di «Esecuzioni sommarie su larga scala di prigionieri, attacchi indiscriminati contro persone e proprietà civili, sparizioni forzate, sfollamenti forzati, attacchi a civili e attori umanitari e di tortura».

Più in generale, il Working Group ha ricordato che «In passato sono state avanzate molte altre accuse contro compagnie militari e di sicurezza private in merito all’uso eccessivo della forza contro i civili, che ha provocato la morte di molti civili.  In un attacco ingiustificato nel 2007 in Iraq, quattro agenti di sicurezza privati ​​della Blackwater Company hanno sparato indiscriminatamente a civili iracheni in piazza Nisour, ferendo 17 civili e uccidendone 14, tra cui donne e uomini. Bambini. Blackwater era stata assunta per proteggere gli edifici e i dipendenti della Coalizione», cioè le forze di invasione dell’Iraq a guida Usa e a partecipazione Nato e di altri Paesi di “buona volontà”. Una missione fallimentare ed oscurata solo dal disastro afghano.

Ma il rapporto arriva fino ai giorni nostri e fa notare che «Dyck Advisory Group, che era stato ingaggiato dal governo mozambicano per combattere la violenza del gruppo di insorti Al-Shabaab a Cabo Delgado, nel nord del Paese, è stato accusato di aver ucciso civili alla cieca e di non riuscire a distinguere tra obiettivi civili e militari».

Più in generale, «L’accresciuta diversificazione dei mercati delle compagnie militari e di sicurezza private è allarmante, dato che esse svolgono sempre più le loro attività vicino a popolazioni vulnerabili». Per il Working Group, «E’ quindi necessario uno sguardo critico sulle tipologie di situazioni in cui si svolgono le loro attività. Quando gli stati affidano le loro funzioni ad attori non statali, comprese le compagnie militari e di sicurezza private, allora sono responsabili della loro condotta», E il rapporto insiste sul fatto che su debba «Andare oltre i regimi di autoregolamentazione».

La Aparac conclude: «Il Working Group on the use of mercenaries sostiene pertanto l’adozione di un quadro normativo internazionale vincolante che disciplini la condotta delle compagnie militari e di sicurezza private. Tale quadro dovrebbe riflettere pienamente gli spazi operativi ampliati di queste società, anche in campo umanitario».