Riceviamo e pubblichiamo

Pace e pacifismo, Gandhi, Russel e Einstein, che fare?

Quali alternative alla resa e/o all’escalation?

[13 Aprile 2022]

Condivido con i miei fratelli, compagni e amici pacifisti la totale angoscia rispetto alle immani sofferenze che vediamo in questi giorni, amici a cui mi accomuna l’allergia naturale alla guerra e agli imperialismi di tutti i tipi, e pure alle aggressioni e alla sopraffazione, come a tutti i pensieri unici imperanti e ora dominanti, ma credo anche al diritto, anzi al dovere, di coltivare il dubbio.

Sono pure una persona molto concreta e quando (già prima di Chernobyl) lottavo contro il nucleare, ben consapevole del nesso tra nucleare civile e militare che ci era stato ben insegnato dal Manifesto di Bertrand Russell – Albert Einstein del 1955 (e che per la prima volta a circa 10 anni avevo sentito citare da mio Padre durante la crisi di Cuba), sono andato in Germania e Danimarca a studiare le allora nascenti rinnovabili, per capire se era quella la strada per uscirne e non un sogno visionario e irrealistico. E sono diventate la mia vita, il mio lavoro, la mia speranza.

Con tutta la mia forza vorrei, vogliamo, ora la Pace, ma come raggiungerla?

Se evitare di estendere la guerra al di fuori dei confini dell’Ucraina è la priorità di cui tutti (forse) pare e per fortuna siano consapevoli (speriamo), ci sarebbe stata la strada del convincimento e di un movimento di massa che con la disobbedienza civile spingesse la Russia ad andarsene, ma certamente a costo di anni di indicibili sofferenze.

Ma al di là del fatto che sia Gandhi che Russell tentarono, ma inutilmente, di percorrere altre strade con Hitler a cui entrambi scrissero diverse lettere, non credo che ora in Ucraina il convincimento (già tentato da molti leader europei), ma neppure la disobbedienza civile siano percorribili e possano oramai dare frutti.

Il conflitto, e i veleni diffusi a piene mani (e non solo da una parte), temo siano andate troppo avanti.

Allora non rimane altro che chiedere, proporre, costringere (?), l’ucraina alla resa?

Al di là di un pacifismo foglia di fico, bisognerebbe avere il coraggio di dirlo, apertamente!

E allora dobbiamo essere consapevoli che se Putin, dovesse mai ottenere “la pace” (?) grazie alla resa dell’Ucraina (e viste le premesse di Georgia e Crimea), certamente non si fermerà e passerà  alla Moldavia, poi i Paesi Baltici? E chi altro?

E allora avremo tante “paci”, ma solo  grazie alla resa degli aggrediti? E’ questa la sola pace possibile, immaginabile?

Ma allora la sola logica possibile ora è solo quella del combattere la Russia per sconfiggerla? Se non possiamo accettare la resa non abbiamo alternativa alla escalation?

Se è evidente che l’aggressore, al di là della sua propaganda, è oggettivamente in forte difficoltà, anche grazie al fatto che l’Ucraina non è stata lasciata sola e ha potuto difendersi, perché  ora nessun leader politico parla di Pace? Un pensiero (quasi) unico, dominante e guerrafondaio si è affermato in queste ultime settimane e sempre più accomuna i leader non solo Usa ma pure europei e Italiani: Biden, Johnson, Stontelberg, Von der Leyen. Nessuno (o quasi) che parli mai di tregua, negoziato, trattative e tantomeno chieda la pace, ma (quasi) tutti a parlare solo di guerra, di guerra a oltranza, fino alla sconfitta della Russia, fino alla vittoria! (quasi unica eccezione sentita tra i politici in Italia mi sembra sia quella di Bersani…).

Ma come è possibile che Erdogan, che pur arma l’Ucraina, si propone e viene accettato da Putin come mediatore, mentre l’Europa, che arma l’ucraina e pure finanzia Putin comprandogli il gas, si appiattisca totalmente sulla logica guerrafondaia americana, senza fare alcuna azione, autonoma o meno, per la pace, con richiesta di tregua, di trattativa? Tutta l’Europa ha meno forza contrattuale di Erdogan … famosissimo leader pacifista?

Questo è drammaticamente il problema che si sta imponendo, ovviamente al di là delle logiche sovraniste (da Le Pen, alla Meloni, Salvini o Orban).

Credo allora non sia sufficiente un pacifismo che sia solo testimonianza, e rischiando l’esito che a suo tempo ebbero le lettere di Gandhi e Russell a Hitler.

Occorre tentare altre strade, certamente strette, strettissime, aiutando fortemente l’Ucraina, anche a difendersi, altrimenti verrà spazzata via, ma pure calibrando le sanzioni in un confronto duro, ma che sia pure una trattativa vera con la Russia. Chiedere tregue e trattare una pace, fare dei compromessi, e senza cercare la vittoria, che non esiste.

Se ci appiattiamo sulle logiche guerrafondaie dominanti in Russia, ma ora pure negli Usa e forse in Europa (che non sono certamente la stessa cosa!, tutt’altro), saranno anni di disastri e sofferenze ben più diffuse.

No alla resa, ma pure No alla escalation. Non sono le uniche opzioni possibili.

di Lorenzo Partesotti

Le opinioni dell’autore non rispecchiano necessariamente quelle della redazione