Onu: «Il naufragio mortale in Italia deve innescare un’azione per salvare vite umane»

I naufraghi provenivano da Afghanistan, Siria, Somalia e Pakistan, molti scappavano da guerre per le quali l’Italia porta grandi responsabilità

[27 Febbraio 2023]

Dopo il terribile naufragio di Crotone, con la strage di profughi che scappavano dalle guerre e dalle persecuzioni in  Afghanistan, Siria, Somalia e Pakistan, le Nazioni Unite hanno chiesto urgentemente rotte di viaggio più sicure e di rafforzare le operazioni di soccorso.Mentre il ministro degli interni Matteo Piantedosi ha detto che ai migranti va impedito di partire, non dicendo però che nemmeno l’abominevole accordo dell’Italia con il governo libico e gli aguzzini jihadisti impedisce ai migranti di partire e che non riesce a farlo – come ha dimostrato la tragedia di Crotone – nemmeno il costoso accordo con il satrapo turco islamista Erdogan, il segretario generale dell’Onu, António Guterres, ha detto che «Ogni persona che cerca una vita migliore merita sicurezza e dignità. Abbiamo bisogno di percorsi sicuri e legali per migranti e rifugiati».

In una dichiarazione congiunta, ‘agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati (UNCHR) e l’Organizzazione internazionale per le migrazioni (IOM ),  hanno espresso cordoglio per le vittime e hanno invitato i Paesi ad «Aumentare le risorse e le capacità per far fronte efficacemente alle proprie responsabilità».

Finmora le vittime del naufragio sono 63 ma i soccorritori temopno che il bilancio possa ancora peggiorare. Tra i morti ci sono un neonato e bambini piccoli. I rapporti indicano che a bordo dell’imbarcazione che ha percorso la rotta orientale dalla Turchia c’erano almeno 170 persone, compresi bambini e famiglie . L’UNHCR dice che «Le informazioni ricevute mostrano che potrebbero esserci fino a 80 sopravvissuti. Alcuni di loro sono stati ricoverati in ospedale per cure».

Chiara Cardoletti, rappresentante dell’UNHCR per l’Italia, la Santa Sede e San Marino. Denuncia: «E’ inaccettabile assistere a tali orrori, con famiglie e bambini affidati a barche insicure. “Questa tragedia deve spingerci ad agire e ad agire ora”.

L’’UNHCR  sottolinea che «Nel 2022, le persone provenienti dalla Turchia hanno rappresentato circa il 15% degli arrivi totali via mare in Italia. Quasi la metà delle persone arrivate lungo questa rotta erano in fuga dall’Afghanistan». Il Missing Migrants Project riferisce che nel 2023 almeno 220 persone sono morte o sono scomparse lungo la rotta del Mediterraneo centrale nel 2023, comprese quelle morte domenica.

Come scrive Legambiente Calabria, «Bambini, donne, uomini. Decine e decine di morti sulla costa del crotonese mentre inseguivano una vita migliore. Tanto dolore per un evento inaccettabile. Dobbiamo tornare umani».

Francesca Ghirra, deputata per Alleanza Verdi e Sinistra Italiana ricorda che «Il decreto sui flussi migratori è oggi legge dello Stato e sta producendo gli effetti nefasti che immaginavamo: porti di sbarco sempre più lontani, la Geo Barents bloccata e multata al porto di Augusta, impossibilitata a prestare soccorso, l’ennesimo naufragio, questa volte sulle coste di Steccato di Cutro, a 20 chilometri da Crotone, oltre 40 vittime, tra cui molte donne e bambini. Durante il dibattito alle Camere ci siamo opposti con tutte le nostre forze a questa proposta cinica e disumana, ma non siamo riusciti a impedirne la conversione in legge. Lo abbiamo detto e lo ribadiamo: questa norma bandiera – dal fortissimo carattere ideologico, illegittima e incostituzionale – ostacola i soccorsi in mare, è evidente. Per questo la abbiamo ribattezzata “decreto naufragi” e per questo ne abbiamo chiesto il ritiro. Quando finiranno queste tragedie? Bisogna revocare il decreto e ragionare insieme su nuove modalità di gestione dei flussi migratori e del sistema di accoglienza del nostro Paese.  Non si può continuare a piangere le tante morti e non fare niente per evitarle. Basta morti nel Mediterraneo».

Per UNHCR e IOM, «Meccanismi dell’Unione europea per le operazioni di salvataggio sono urgentemente necessari». E la Cardoletti ha aggiunto: «Per evitare tragedie come questa, è più che mai necessario rafforzare la capacità di soccorso, che è ancora insufficiente». Che è esattamente il contrario di quel che fa il governo Meloni, allontanando con trucchi legislativi e burocratici le navi delle ONG dall’area dei naufragi e che, dopo la tragedia, come per un riflesso pavloviano ha ricominciato a parlare di taxi del mare e di ONG che invece di soccorrere chi ne ha davvero bisogno prendono appuntamento con gli scafisti per caricare migranti e scaricarli in Italia.  Ieri, quei profughi, quei bambini, quella povera gente così disperata da affrontare un lungo viaggio invernale in un mare in tempesta, che scappava da guerre per le quali anche l’Italia porta enormi responsabilità, sulle coste italiane li ha scaricati il mare in tempesta: morti.

Ma non è certo solo l’Italia ad avere la coscienza sporca, Come ha affermato Laurence Hart, direttore dell’Ufficio di coordinamento dell’IOM per il Mediterraneo, ha affermato che «Questo naufragio dimostra come il fenomeno delle migrazioni via mare debba essere affrontato da tutte le nazioni europee. Questo richiede supporto umanitario e l’adozione di un approccio che consideri i molteplici fattori che stanno causando la fuga delle persone».