Nel mondo ci sono 36,5 milioni di bambini sfollati. Unicef: mai così tanti

Sono vittime di guerre e shock o disastri climatici e ambientali. Nel 2021 il numero globale di bambini sfollati è aumentato di 2,2 milioni

[17 Giugno 2022]

Secondo le stime dell’Unicef, «Alla fine del 2021 conflitti, violenze e ulteriori crisi hanno lasciato 36,5 milioni di bambini sfollati dalle loro case, il numero più alto registrato dalla Seconda guerra mondiale».

Tra questi bambini sfollati ci sono 13,7 milioni di bambini rifugiati e richiedenti asilo e quasi 22,8 milioni di bambini sfollati interni a causa di conflitti e violenze, ma l’Unicef avverte che «Queste cifre non comprendono i bambini sfollati a causa di shock o disastri climatici e ambientali, né quelli sfollati di recente nel 2022, anche a causa della guerra in Ucraina».

Il numero record di bambini sfollati è il risultato diretto di crisi a catena, comprese guerre prolungate come i conflitti interni e internazionali in Afghanistan, Repubblica democratica del Congo e Yemen, e degli «shock correlati aggravati dagli impatti del cambiamento climatico», come la siccità nel Corno d’Africa e nel Sahel e le gravi inondazioni in Bangladesh, India e Sudafrica.

L’unicef è molto preoccupata perché, «Proprio come la fragilità, anche lo sfollamento dei bambini si sta diffondendo rapidamente. L’anno scorso, il numero globale di bambini sfollati è aumentato di 2,2 milioni».

Nell’ultimo decennio la popolazione mondiale di rifugiati è più che raddoppiata, con i bambini che rappresentano quasi la metà del totale. Oltre un terzo dei bambini sfollati vive nell’Africa subsahariana (3,9 milioni, il 36%), un quarto in Europa e Asia centrale (2,6 milioni. Il 25%) e 1,4 milioni (il 13%) in Medio Oriente e Nord Africa.

Dato che il numero di bambini sfollati e rifugiati ha raggiunto un livello record, l’accesso al supporto e ai servizi essenziali come assistenza sanitaria, istruzione e protezione è insufficiente. Solo la metà di tutti i bambini rifugiati è iscritta alla scuola primaria, mentre meno di un quarto degli adolescenti rifugiati frequenta la scuola secondaria.

L’Onu ricorda che «I bambini sradicati, siano essi rifugiati, richiedenti asilo o sfollati interni, possono affrontare gravi rischi per il loro benessere e la loro sicurezza. Ciò è particolarmente vero per le centinaia di migliaia di minori non accompagnati o separati che sono maggiormente a rischio di tratta, sfruttamento, violenza e abusi. I bambini rappresentano circa il 28% delle vittime della tratta nel mondo».

L’Unicef esorta tutti gli Stati membri a «Rispettare i loro impegni per i diritti di tutti i bambini sradicati, compresi quelli stabiliti nell’ambito del Global Compact on Refugees (GCR) e del Global Compact for Migration (GCM), e a investire ulteriormente in dati e ricerche che riflettano la vera dimensione dei problemi che devono affrontare i bambini rifugiati, migranti e sfollati».

L’Unicef  chiede ai governi di intraprendere 6 azioni per consentire ai bambini rifugiati, migranti e sfollati di avere le stesse chances degli altri: 1. Fornire uguale sostegno a tutti i bambini, da qualsiasi parte provengano. 2. Riconoscere i bambini rifugiati, migranti e sfollati prima di tutto come bambini, con diritto alla protezione, allo sviluppo e alla partecipazione.  3. Aumentare l’azione collettiva per garantire un accesso effettivo ai servizi essenziali, inclusi l’assistenza sanitaria e l’istruzione, per tutti i bambini e le famiglie sradicati, indipendentemente dallo status. 4. Proteggere i bambini rifugiati, migranti e sfollati dalla discriminazione e dalla xenofobia. 5. Porre fine alle pratiche dannose di gestione delle frontiere e alla detenzione dei migranti minori. 6. Consenti ai giovani rifugiati, migranti e sfollati di liberare i loro talenti e realizzare il loro pieno potenziale.

La direttrice generale dell’Unicef, Catherine Russell, conclude: «Non possiamo ignorare l’evidenza: il numero di bambini sfollati a causa di conflitti e crisi è in rapida crescita, così come la nostra responsabilità di raggiungerli. Spero che questo numero allarmante spinga in primo luogo i governi a evitare che i bambini siano sfollati e, quando sono sfollati, a garantire loro l’accesso all’istruzione, alla protezione e ad altri servizi essenziali che sostengono il loro benessere e il loro sviluppo ora e in futuro».