Le guerre nel mondo causano più di 100 milioni di profughi

UNHCR: campanello d’allarme per un’azione più incisiva per la pace e affrontare le cause delle migrazioni forzate

[23 Maggio 2022]

Secondo l’United Nations High Commissioner for Refugees (UNHCR), «Il numero di persone costrette a fuggire da conflitti, violenze, violazioni dei diritti umani e persecuzioni ha superato per la prima volta la sconvolgente soglia di 100 milioni; un dato provocato anche dalla guerra in Ucraina e da altri fatali conflitti».

Secondo i nuovi dati dell’UNHCR, «Il numero di persone costrette a fuggire in tutto il mondo è salito a 90 milioni alla fine del 2021, determinato da nuove ondate di violenza o conflitti prolungati in paesi come Etiopia, Burkina Faso, Myanmar, Nigeria, Afghanistan e Repubblica Democratica del Congo. Inoltre, quest’anno la guerra in Ucraina ha causato 8 milioni di sfollati interni ed è stato registrato un movimento di più di 6 milioni di rifugiati dall’Ucraina. Il dato costituisce l’1% della popolazione globale e la cifra complessiva equivale al 14esimo Paese più popoloso del mondo».

Il dato comprende i rifugiati e i richiedenti asilo e i 53,2 milioni di persone sfollate all’interno dei confini nazionali a causa di conflitti, secondo il  Global Report on Internal Displacement (GRID) pubblicato recentemente dall’Internal Displacement Monitoring Center (IDMC) e dal Flyktninghjelpen/Norwegian Refugee Council (NRC).

Il 16 giugno l’UNHCR pubblicherà il suo rapporto statistico annuale Global Trends, che presenterà una serie completa di dati globali, regionali e nazionali sulle migrazioni forzate per il 2021, oltre ad aggiornamenti più limitati fino ad aprile 2022 e dettagli su ritorni e soluzioni.

L’alto commissario Onu per i rifugiati, Filippo Grandi, ha commentato: «100 milioni di persone sono una cifra impressionante che fa riflettere e allarma in egual misura. E’ un record che non avrebbe mai dovuto essere raggiunto. Questo dato deve servire da campanello d’allarme per risolvere e prevenire conflitti devastanti, porre fine alle persecuzioni e affrontare le cause che costringono persone innocenti a fuggire dalle loro case. La risposta internazionale alle persone in fuga dalla guerra in Ucraina è stata estremamente positiva. La solidarietà è evidente e abbiamo bisogno che una simile mobilitazione avvenga per tutte le crisi nel mondo. Ma in definitiva, gli aiuti umanitari sono un palliativo, non una cura. Per invertire questa tendenza, l’unica risposta è la pace e la stabilità, in modo che persone innocenti non siano costrette a scegliere tra un pericolo estremo in patria o una precaria fuga ed esilio».