Il WFP costretto a tagliare l’assistenza alimentare in Sud Sudan

Mancano i finanziamenti promessi per sfamare più di 100.00 presone, Riduzione dell’assistenza per 700.000 rifugiati e sfollati interni

[14 Settembre 2021]

Il World Food Programme (WFP) ha annunciato che, a partire da ottobre, sospenderà l’assistenza alimentare a più di 100.000 sfollati in alcune parti del Sud Sudan per 3 mesi. Una scelta terribile dettata dalle priorità è causata dalla carenza di fondi per quest’anno

L’agenzia Onu sottolinea in una nota che «Mentre i generosi contributi dei donatori hanno permesso al WFP di raggiungere milioni di bisognosi con assistenza salvavita, molte persone vulnerabili che vivono in aree di crisi continuano a soffrire dei più alti livelli di insicurezza alimentare e non possono sopravvivere senza un’assistenza alimentare continua.  A partire da ottobre, 106.000 persone sfollate nei campi di Wau, Juba e Bor South non riceveranno razioni alimentari mensili per i prossimi tre mesi e fino al nuovo anno, quando il WFP riprenderà la sua assistenza alimentare mensile per gli sfollati interni in quei campi da gennaio a settembre 2022».

Matthew Hollingworth, rappresentante e direttore nazionale. del WFP nel Sud Sudan, sottolinea che «Tempi drammatici richiedono misure drastiche. Siamo costretti a prendere queste decisioni dolorose e a prolungare le nostre risorse limitate per soddisfare i bisogni critici delle persone che erano sull’orlo della fame e che ora rischiano di ricadere nella catastrofe se il loro accesso al cibo diminuisce. Se i livelli di finanziamento continuano a diminuire, potremmo non avere altra scelta che effettuare ulteriori tagli poiché le esigenze delle comunità vulnerabili continuano a superare le risorse disponibili».

Per i prossimi quattro mesi, il WFP chiede almeno altri 154 milioni di dollari per poter fornire assistenza alimentare in quantità sufficienti.

Ma la sospensione di tre mesi arriva dopo una più ampia riduzione dell’assistenza alimentare che il WFP ha annunciato ad aprile in tutti i campi del Sud Sudan e che colpisce 700.000 rifugiati e sfollati interni che ora ricevono la metà del contenuto calorico di una razione alimentare del WFP. Il WFP spiega che «Una razione completa fornisce 2.100 chilocalorie a persona e comprende cereali, legumi, olio vegetale e sale». Prima di attuare i tagli, il WFP e i suoi partner hanno condotto una campagna per preparare le comunità colpite alla ulteriore penuria di cibo.

Il WFP sta dando priorità all’assistenza alimentare salvavita in 10 contee difficili da raggiungere dove le persone sono in condizioni di emergenza o di fame catastrofica, tra cui Pibor, Akobo, Tonj North, Tonj South, Tonj East, Aweil South, Bor South, Twic East, Duk e Ayod e assicura che comunque «Mamme e bambini tra i sei mesi e i due anni che vivono nei campi continueranno a ricevere assistenza nutrizionale per la prevenzione e la cura della malnutrizione».

A causa della guerra civile e per il petrolio, aggravata da una serie di catastrofi climatiche, negli ultimi anni in Sud Sudan, il più giovane Stato del mondo, l’insicurezza alimentare è aumentata e attualmente colpisce oltre il 60% della popolazione del Paese che ora si trova ad affrontare una mancanza di cibo ancora più acuta, mentre il mondo guarda indifferente la tragedia di questo Stato mai natio davvero dopo l’indipendenza dal Sudan.