Il nostro Vietnam afghano ci è costato 8,7 miliardi di euro
Un disastro militare e politico anche italiano, figlio di (quasi) tutti ma orfano di padri e madri
[16 Agosto 2021]
Matteo Salvini, oggi è indignato contro Italia, Europa, Occidente: «Lasciare donne e bambini in mano ai tagliagole islamici, dopo anni di battaglie e sofferenza, non è umano». Salvini è tra coloro che, senza mai chiedersi niente e in nome di un atlantismo che sarebbe difficile applicare all’Afghanistan, nel cuore di tenebra delle montagne polverose dell’Asia Centrale, ha sempre votato a favore (almeno dalla Serbia in poi) di tutte le avventurose e fallimentari missioni all’estero nelle quali l’Italia è andata al guinzagli degli Stati Uniti d’America. Salvini è tra quelli che ha più criticato e deriso la sinistra radicale e pacifista – e i pacifisti – imbelle che non appoggiava con spirito patriottico una missione suicida, nata per interessi nascosti e imbellettata da vendetta contro gli attentati alle Tori Gemelle commessi da un commando saudita. Salvini è tra coloro che, mentre i nostri soldati portatori di pace morivano nel pantano sanguinoso dell’Afghanistan piangevano lacrime di coccodrillo per poi mandarne altri a morire in una guerra che nessuno ha mai vinto in Afghanistan, nemmeno l’impero britannico e l’Unione Sovietica.
Ha buon gioco il direttore di FanPage Francesco Cancellato a scrivere oggi: «Stampatevele bene in testa e tenetevele buone per domani, quando i Salvini, i Toti, le Meloni ci diranno che per le vittime dei Taliban – che stanno entrando a Kabul con la complice arrendevolezza degli USA di Biden e di Trump, ma anche della Russia di Putin e della Cina, e il favore di quel Qatar che andremo a celebrare coi Mondiali di calcio il prossimo Natale – non c’è posto da noi. Ricordatevelo oggi, mentre leggete fiumi di retorica sui bambini di Kabul e sulle ragazze dell’università di Herat, e sulla lista delle donne nubili che i Taliban stanno stilando città per città. Ricordatevelo, perché quel che oggi sta succedendo in Afghanistan, succede tutti i giorni in Libia, nel Sahel, nel Tigray etiope, a tutte quelle donne e quegli uomini cui quotidianamente diciamo no, a per i quali nessuno dei coraggiosi che vorrebbero inviare soldati a Kabul si batte il petto, o prova la benché minima vergogna. Ricordatevelo, perché ve lo siete già dimenticato troppe volte».
Mentre “l’invincibile” esercito Afghano (della Repubblica Islamica dell’Afghanistan) che abbiamo addestrato e armato si scioglieva come neve al sole di fronte all’avanzata talebana, mentre i feroci signori della guerra e dell’eroina con i quali avevamo stretto patti scellerati cambiavano cavallo e casacca con le tasche ben riempite di dollari ed euro, mentre i corrotti governanti che abbiamo tenuto al potere a Kabul, Herat e nelle altre città assediate fuggivano con la cassa in un’invereconda e umiliante replica di un Vietnam anche italiano, dove al posto delle donne e degli uomini vietcong comunisti ci sono però i misogini fascisti islamici, Mil.€x faceva i conti in tasca a questa missione italiana, a questo suicidio durato 20 anni di lutti, dolori, miseria e falsa democrazia.
Secondo l’osservatorio sulle spese militari italiane, «A seguito delle discussioni e votazioni avvenute nel corso dell’estate sia alla Camera dei Deputati che al Senato della Repubblica è ora possibile valutare complessivamente e definitivamente il costo complessivo della missione militare italiana in Afghanistan. Infatti i dettagli delle decisioni Governative relative alle presenze militari italiani all’estero permettono di aggiornare il quadro dei costi già valutato ed analizzato in passato dall’Osservatorio Mil€x fino al 2020 in relazione alla missione in Afghanistan. Anche per il 2021 viene confermato un esborso finanziario in linea con quello degli anni immediatamente precedenti, nonostante le operazioni di ritiro decise in sede di alleanze internazionali e da completarsi entro l’autunno dell’anno in corso (ora anticipate a causa dell’inarrestabile avanzata dei talebani, ndr) abbiano richiesto la presenza complessiva di circa 200 effettivi in più rispetto al 2020 (per un totale di 1000 soldati)».
Mil.€x sottolinea che «A consuntivo, i 20 anni complessivi di presenza italiana nel Paese asiatico hanno comportato l’esborso di 8,7 miliardi di euro dei quali ben 840 milioni relativi a contributi diretti alle Forze Armate afghane».
Sono le forze governative che si sono arrese in massa e che hanno consegnato senza colpo ferire le armi e gli equipaggiamenti italiani ai talebani, cioè al nemico che l’Italia era andato a combattere. Alla vigilia della caduta di Kabul, Mil.€x avvertiva che «Ovviamente una valutazione seria e complessiva relativa ad una presenza militare lunga due decenni non può limitarsi ad una mera analisi di natura economica e finanziaria, ma certamente questo è un dato fondamentale da tenere in considerazione, e il ruolo del nostro Osservatorio è quello di garantire al più ampia diffusione di tali cifre».
Una cosa è certa, con i 2.000 miliardi di dollari spesi da Usa, Nato e altri protagonisti di questa guerra assurda si sarebbe davvero potuto pacificare l’Afghanistan e renderlo un Paese prospero – quel che più teme il fascismo islamico – e invece la “missione di pace” ha provocato ufficialmente più di 47.000 morti (probabilmente molti di più) in gran parte civili. I droni Usa/Nato sono riusciti a bombardare anche matrimoni e funerali.
La missione che secondo le altisonanti dichiarazioni dei leader occidentali serviva a portare la democrazia e i diritti delle donne in Afghanistan ha visto moltiplicarsi i burka, ha prodotto una falsa democrazia tribale basata sulla corruzione e il traffico di droga e le donne afghane sognano come un miraggio il ritorno alla situazione del regime comunista, quando le studentesse di Kabul giravano in minigonna e pantaloni a zampa di elefante e sfoggiavano permanenti sovietico/occidentali. Nessuno sa che fine faranno le donne di sinistra che in questi anni a Kabul e nelle altre città hanno rivendicato con coraggio da leonesse i loro diritto alla libertà e all’emancipazione, non solo contro i talebani ma anche tra l’ostilità del regime islamista “amico” che tenevamo in piedi con le nostre baionette e i nostri euro.
Quello dell’Afghanistan era un disastro annunciato al quale prima Trump e poi Biden hanno messo brutalmente fine. Avevano ragione i pacifisti. Ma ora sono quelli che quel disastro lo hanno pervicacemente voluto, appoggiato e votato e dire che è vergognoso lasciare gli afghani al destino che loro stessi, per complicità o ignavia hanno costruito con il loro voto “per difendere i valori dell’Italia e dell’Europa cristiane”… in Afghanistan. E’ un Vietnam afghano, politicamente figlio di (quasi) tutti ma orfano di padri e di madri. Eppure contro quell’avventura guerresca mal confezionata votarono contro solo Rifondazione Comunista, Comunisti Italiani e Verdi.
Di fronte a questo inverecondo camaleontismo politico di chi non è mai moralmente responsabile delle sue cazzate (direbbe Altan) ha ragione nuovamente Cancellato: «Ricordatevelo, mentre leggete fiumi di retorica sui bambini di Kabul e sulle ragazze dell’università di Herat, e sulla lista delle donne nubili che i Taliban stanno stilando città per città. Quelle stesse donne e quegli stessi uomini di cui oggi ci stiamo riempiendo la bocca per puntare il dito contro i macellai islamisti sono gli stessi che chiameremo delinquenti quando li ritroveremo ammassati in qualche campo profughi a Lesbo o a Lampedusa. Gli stessi che faremo morire di freddo tra le montagne dei Balcani. Gli stessi cui daremo la caccia per mare e per terra, con cani ed elicotteri, perché “non possiamo accoglierli tutti”».
E’ il nostro vergognoso Vietnam. Ma è Ferragosto. Ci penseremo domani. O forse anche no. Poi, fra qualche mese approveremo l’ennesima missione di guerra, pardon, di pace.