Haiti nel caos mentre più di 1,5 milioni di bambini hanno bisogno di aiuti di emergenza

Arrestato il mandante dell’omicidio del presidente Moïse? Ma la violenza e la mancanza di fondi impediscono di portare gli aiuti necessari ai più poveri

[12 Luglio 2021]

Le autorità di Haiti dicono di aver arrestato il presunto mandante dell’omicidio del presidente Jovenel Moïse. Si tratterebbe del 63enne Emmanuel Sanon, un medico di origine haitiana con legami decennali con la Florida. Washington ha inviato una squadra di esperti ad Haiti per aiutare nell’indagine. Sanon, è diventato quindi la figura centrale nel caso e il terzo sospettato legato agli Usa nel presunto complotto per prendere il potere ad Haiti, non è chiaro se abbia effettivamente la cittadinanza statunitense, ma secondo il Miami Herald, un uomo con quel nome che si identifica come medico, ha più di una dozzina attività registrate a suo nome in Florida. Il capo della Polizia di Haiti, Leon Charles ha detto che  Sanon aveva inizialmente pianificato di deporre e detenere Moïse per poi autoproclamarsi alla fine di insediarsi come presidente, ma il piano originale a un certo punto è fallito «E’ arrivato in aereo privato a giugno con obiettivi politici e ha contattato una società di sicurezza privata per reclutare le persone che hanno commesso questo atto… La missione iniziale che è stata data a questi assalitori era quella di proteggere l’individuo di nome Emmanuel Sanon, ma in seguito la missione è cambiata». Infatti Moïse è stato assassinato da un commando armato durante il quale 26 mercenari ex militari colombiani e due haitiani-statunitensi avrebbero finto di essere agenti dell’American Drug Enforcement Administration (DEA), ma i dettagli dell’attacco sono ancora vaghi e si indaga sul ruolo svolto dalle guardie del corpo del presidente haitiano.

L’assassinio di Moïse  ha generato disordini e ancora più caos politico  che potrebbero portare a ulteriori violenze e insicurezza, rendendo difficile per gli operatori umanitari distribuire assistenza di emergenza alla popolazione più vulnerabile.

Il 9 luglio il Senato haitiano venerdì ha nominato il suo presidente, Joseph Lambert, nuovo presidente provvisorio del Paese, ignorando il fatto che primo ministro ad interim, Claude Joseph (che era stato dimesso pochi giorni prima da Moïse) si sia dichiarato presidente ad interim di Haiti. Il Paese più povero delle Americhe ha così due presidenti: uno eletto da 8 dei 10 senatori superstiti dei 30 che compongono il senato e l’ex premier dimesso. In entrambi i casi sembra una violazione della Costituzione che, in caso di morte o decadimento del presidente per altri gravi motivi prevede che a sostituirlo fino a nuove elezioni sia « Il Consiglio dei ministri, su mandato del presidente del Consiglio». Inoltre, due giorni prima del suo assassinio Moïse aveva nominato il neurologo Ariel Henry come nuovo primo ministro, ma l’omicidio del presidente ha impedito che si insediasse.

Il tutto mentre Haiti sta vivendo la peggiore crisi umanitaria degli ultimi anni, una crisi che va deteriorandosi giorno dopo giorno a causa della violenza, della mancanza di accesso ai servizi di base, della pandemia e degli uragani. Mentre la vicina Cuba il vaccino se lo è prodotto e lo sta esportando, Haiti è l’unico Paese in America che non ha ricevuto nessun vaccino contro il Coviud-19.

Dpo l’assassinio di Moïse, l’Unicef ha lanciato l’allarme sulla situazione umanitaria ad Haiti, «Dove almeno 1,5 milioni di bambini hanno bisogno di aiuto urgente per sopravvivere in un ambiente di  privazione e crescente violenza».

Secondo l’Agenzia Onu per l’infanzia, La somma di fattori come l’aumento della violenza, l’accesso limitato all’acqua pulita, alla salute e alla nutrizione, all’istruzione e ai servizi di protezione che sono stati interrotti dalla pandemia di Covid-19 e gli uragani hanno fatto precipitare il Paese nella  sua peggiore crisi umanitaria degli ultimi anni».

Bruno Maes, rappresentante dell’Unicef ad Haiti, ha sottolineato che «Quando le bande combattono per strada e i proiettili volano, è difficile raggiungere le famiglie più vulnerabili con le  provviste salvavita  A meno che non venga concesso un accesso sicuro alle organizzazioni umanitarie, migliaia di bambini colpiti rimarranno con poca o nessuna assistenza. La vita di molti bambini  dipende dagli aiuti umanitari  e da beni di prima necessità, come vaccini, siringhe, medicinali e cibo terapeutico. Mentre l’Unicef ha forniture salvavita nel Paese, la violenza e l’instabilità prolungate  potrebbero impedire la consegna  e il rifornimento di articoli essenziali per i bambini, inclusi vaccini, medicinali e forniture mediche, nonché trattamenti per la malnutrizione».

Dall’inizio dell’anno la situazione umanitaria delle famiglie haitiane si è fortemente peggiorata e nel solo primo trimestre i  ricoveri  di bambini con malnutrizione acuta grave sono aumentati del 26%, rispetto all’anno precedente. A peggiorare le cose, a giugno sono scoppiati scontri tra gruppi armati in alcune parti di Port-au-Prince, provocando incendi e altri danni a centinaia di abitazioni. Secondo dati Onu, da allora più di 15.000 donne e bambini  hanno lasciato le loro case a  causa delle violenze nella capitale e nelle sue periferie. Inoltre, i casi di Covid-19 sono in aumento, con oltre 18.500 infezioni  e 425 decessi segnalati entro la fine di giugno  .

L’Unicef ha denunciato che «Gli ospedali dedicati ai pazienti Covid-19 sono saturi e stanno affrontando una  carenza di ossigeno. Inoltre, alcuni pazienti muoiono perché la violenza impedisce alle ambulanze di raggiungerli per soccorrerli».

Maes ha ricordato che «Haiti è l’unico paese in America che  non ha ricevuto una singola dose del vaccino Covid-19. E’ inaccettabile. Nel bel mezzo dell’aumento dei casi di coronavirus ad Haiti, ogni giorno in più senza un vaccino mette in pericolo la vita di centinaia di persone».

Per quest’anno l’Unicef ha richiesto 48,9 milioni di dollari  per alleviare i bisogni umanitari di 1,5 milioni di haitiani, tra i quali più di 700.000 bambini, ma finora ha ricevuto solo il 31% dei fondi necessari e i Paesi ricchi e Fondazioni come quella di Bill Clinton che avevano promesso che avrebbero aiutato Haiti in una rapida ricostruzione post terremoto hanno fallito in tutti i campi.

Se arriveranno vaccini e fondi, il Children’s Fund dell’Unicef sosterrà la  distribuzione, il trasporto e la conservazione dei vaccini Covid-19  alla temperatura appropriata. Negli ultimi tre anni, l’Unicef ha installato più di 920 frigoriferi solari ad Haiti per rafforzare la catena del freddo, soprattutto nelle aree rurali remote dove l’elettricità non è affidabile. In totale, l’Unicef  ha dotato il 96% delle istituzioni sanitarie  del Paese di frigoriferi solari.

L’Unicef ha chiesto la fine della violenza delle bande ad Haiti e che «Siano garantiti gli spostameti in sicurezza del personale umanitario per raggiungere con l’assistenza le famiglie nelle aree più colpite di Port-au-Prince».