Francia: Macron è un’anatra zoppa. Senza maggioranza, può governare solo insieme ai gollisti

La sinistra rosso/verde unità è il più forte gruppo di opposizione. Alla Le Pen 89 seggi

[20 Giugno 2022]

Con 131 seggi conquistati, Jean-Luc Mélenchon non è riuscito a diventare il presidente del Consiglio della Francia in coabitazione col presidente della Repubblica Emmanuel Macron, ma è riuscito a raggiungere due risultati su tre di quelli che si era proposti: far perdere la maggioranza assoluta a Macron (che si è fermato a 245 seggi) e far diventare la sinistra rosso/verde la più grande forza politica dell’opposizione. Una forza che fa già paura alla destra “moderata” gollista dei Les Républicains (LR – 61 seggi) e degli stessi macronisti, che al ballottaggio non hanno ricambiato la cortesia repubblicana che ha permesso a Macron di battere la Le Pen grazie ai voti dalla sinistra, e hanno preferito votare per il Rassemblement national (RN) di Marine Le Pen pur di sconfiggere la sinistra, consegnando ai neofascisti un record di 89 seggi.

Ma l’aria ieri al quartier generale della coalizione Nouvelle Union populaire écologique et sociale (Nupes) era di festa e grande soddisfazione e  Mélenchon ha parlsato a una folla di militanti insieme a  Corinne Narassiguin (Parti Socialiste), Julien Bayou (Europe Écologie-Les Verts), Sophie Tallié-Polian (Génération.s) e Igor Zamichiei (Parti communiste français).

Il capo di France Insoummise ha detto: «La Francia si è espressa e, va detto, insufficientemente. Il livello di astensione è ancora troppo alto, il che significa che gran parte della popolazione non sa a che parte rivolgersi. Tanto che i tre blocchi comparsi al termine delle elezioni presidenziali continuano ad essere vicini in proporzioni quasi identiche. Senza che si sappia in questo momento se la svolta del Nupes la collochi in prima o seconda posizione. Ma è, in totale e soprattutto, il fallimento elettorale della Macronie. E’ il fallimento, più grave, il fallimento morale di queste persone che facevano continuamente lezione a tutti e che pretendevano di essere la diga all’estrema destra e che avranno come principale risultato quello di averne  rinforzato le fila e sui 65 n ballottaggi a tu per tu tra Nupes e il Rassemblement nationa, i professori della macronie non sono stati in grado di dare un’istruzione chiara in 52 casi. Il che, mi sembra,  li squalifica d’ora in poi, dal dare lezioni morali a chiunque».

Mélenchon  si è tolto la soddisfazione di aver eliminato al primo turno pezzi grossi del macronismo che ora si trova costretto a fare un governo di coalizione ch on la destra gaullista che sposterà ancora più a destra la politica economica e socviale del governo e aprirà altri spazi alla sinista e porobabilmente al RN della Le Pen.

Per questo Mélenchon ieri ha detto ai suoi militanti e a tutti quelli di Nupes: «Il mio messaggio stasera, ancora una volta, è un messaggio di combattimento. Incredibili opportunità si presenteranno davanti a noi e in particolare davanti alle giovani generazioni che sono quelle che con più forza chiedono una rottura con questo mondo e le sue regole di organizzazione. Opportunità, perché abbiamo un magnifico strumento di combattimento di cui eravate stati privati per così tanto tempo. Questo strumento è il Nupes. Sono i suoi parlamentari, operai, lavoratori, impiegati salariati di ogni genere, da tutte le regioni della Francia, che arrivano a decine sui banchi dell’ Assemblée nationale. Il macronismo non solo è andato in bancarotta, ma ha precipitato il Paese in un vicolo cieco. E già prima abbiamo sentito dire che si trattava di andare oltre le divisioni. Non c’è divisione da superare con noi perché non siamo dello stesso mondo. Non abbiamo gli stessi obiettivi. Non abbiamo gli stessi valori. Non crediamo nello stesso futuro e loro non sanno quel che noi pensiamo. Quindi concludiamo che si stanno preparando per altri accordi, può darsi».

Dopo aver enumerato successi impensabili in tutta la f Francia, compresi i dipartimenti di oltremare, fino a pochi mesi fa, Mélenchon, ha promesso battaglia: «Quanto a me, sto cambiando posto di combattimento, ma il mio impegno è che rimarrò, fino al mio ultimo respiro, nelle prime file dei vostri ranghi, se volete. La grande ascesa sì, la grande ascesa della storia dal profondo di quella che è la Francia delle ribellioni e delle rivoluzioni. Sì, questa grande riscossa, d’ora in poi, ha un volto, il volto del nostro collettivo, quello dell’Union Populaire. Le sfide più incredibili si accumuleranno davanti a noi. Che si tratti del cambiamento climatico, della grande crisi finanziaria. Da qualunque parte vada a finire questo mondo, ogni volta è necessario fornire risposte folgoranti. Non rinunceremo per un momento alla nostra ambizione di essere coloro che governeranno questo Paese e lo porteremo fino a un altro orizzonte. Nemmeno per un istante, i salariati si arrenderanno, nemmeno per un momento. Non dubitate mai di voi stessi. Non cedete mai all’impazienza. Penstea che ogni difficoltà ha due facce: quella che ti si oppone e quella dell’opportunità che ti offre. Maggiore è lo sconvolgimento, maggiore è l’opportunità. La Francia è una nazione politica anche se si astiene molto. Anche quando lo dice con la sua astensione. Non disprezzate  mai la nostra gente. Ascoltiamo sempre con attenzione tutto ciò che dice, perché, nella sua infinita pazienza, ha dimostrato di essere capace di decidere, di decidere, di andare avanti. E questo è il mandato che abbiamo avuto stasera. Vive la France, vive la République!»