Biden smentisce esercitazioni nucleari con la Corea del sud
Il presidente sudcoreano: pianificazione congiunta-esercitazione congiunta” per rispondere alle armi e ai missili nucleari della Corea del Nord
[3 Gennaio 2023]
Ieri, durante una conferenza stampa post-natalizia alla Casa Bianca e mentre le due Coree si scambiavano minacce di reciproco annientamento, un giornalista ha chiesto la presidente statunitense Joe Biden se attualmente stesse «Discutendo di esercitazioni nucleari congiunte con la Corea del Sud». Biden ha risposto seccamente «No», smentendo così quanto aveva detto poche ore prima al quotidiano Chosun Ilbo il presidente sudcoreano Yoon Suk Yeol e creando un grosso imbarazzo nel governo di destra di Seoul».
Nell’intervista pubblicata il 2 gennaio da Chosun Ilbo, Yoon Suk Yeol, ha dichiarato che Washington e Seol starebbero «Discutendo i modi per far funzionare le forze nucleari statunitensi secondo il concetto di “Pianificazione congiunta-Esercitazione congiunta” per rispondere alle armi e ai missili nucleari della Corea del Nord» e ha aggiunto che «Mentre le armi nucleari appartengono agli Stati Uniti, la condivisione, la pianificazione e l’addestramento delle informazioni dovrebbero essere fatte congiuntamente» e ha rivelato che la posizione statunitense sulla questione «E’ stata abbastanza positiva». L’ufficio presidenziale della Corea del Sud ha poi confermato le dichiarazioni ai media americani e sudcoreani e l’ambasciata Usa – approfittando del un giorno festivo in Corea del sud – non ha invece voluto commentare fino a che Biden ha chiuso la questione con il suo secco «No».
Yoon ha affermato che «Ora che la Corea del Nord ha sviluppato armi nucleari e una gamma di missili per lanciarle, la strategia dell'”ombrello nucleare” o della “deterrenza estesa” non è più rassicurante per l’opinione pubblica». Fin da quando è entrato in carica nel maggio 2022, dopo una campagna elettorale fortemente nazionalistica e iper-conservatrice, Yoon non ha fatto mistero di voler portare in breve tempo la Corea del sud ad avere una netta predominanza nucleare sulla Repubblica popolare democratica di Corea (RPDC) del leader supremo Kim Jong-un che, in risposta ha lanciato decine di missili sfidando le risoluzioni delle Nazioni Unite e si sta preparando a un altro test nucleare e a rafforzare ulteriormente il suo arsenale missilistico e atomico.
Seoul ha cercato di uscire dall’imbarazzo affidandosi a una dichiarazione del portavoce del governo sudcoreano Kim Eun-hye che ha successivamente chiarito che il «Il presidente Yoon non stava parlando di esercitazioni di guerra nucleare» e che questo spiega il commento di Biden perché «Le osservazioni odierne del presidente degli Stati Uniti Joe Biden sono state interrotte da un giornalista della Reuters che ha chiesto “Se stiamo [discutendo] di esercitazioni di guerra nucleare”, quindi ovviamente non ha avuto altra scelta che rispondere “No”». Il problema per il portavoce Kim è che Biden ha risposto “No” senza aggiungere commenti e spiegazioni e senza lasciare nessun appiglio al presidente sudcoreano.
Il portavoce del governo sudcoreano ha ribadito la versione ufficiale: «I funzionari statunitensi e sudcoreani stanno discutendo i modi per condividere informazioni sul funzionamento delle risorse nucleari di proprietà degli Stati Uniti, pianificazione congiunta e piani d’azione congiunti per rispondere alle armi nucleari della Corea del Nord». Ma non ha spiegato cosa questo comporterebbe in un’area dove i vicini della Corea del Nord sono altre due potenze nucleari non certo amichevoli con Washington: Cina e Russia.
Molto probabilmente il “No” di Biden è arrivato per non farsi ulteriormente coinvolgere nell’escalation della disputa sempre più bellicosa tra Pyongyang e Seoul, dopo un 2022 che ha visto un numero record di test missilistici da parte della Corea del nord e una raffica di esercitazioni militari congiunte da parte di Seoul e dei suoi alleati, in particolare Giappone e Usa.Dopo che a fine dicembre diversi droni nordcoreani sono penetrati all’interno della Corea del sud, il governo sudcoreano ha sottolineato la necessità di rafforzare le difese aeree e le capacità di sorveglianza del Paese e ha inviato per rappresaglia droni nella RPDC, facendo aumentare ulteriormente le tensioni nel nuovo anno.
Intanto Kim Jong-un ha destituito, Pak Jong-chon il secondo alto grado militare più potente della RPDC, vicepresidente della Commissione Militare Centrale del Partito dei Lavoratori e segretario del Comitato Centrale del Partito dei Lavoratori, che è stato sostituito da Ri Yong-gil.
L’agenzia ufficiale nordcoreana KCNA ha rivelato che «La decisione è stata presa durante la riunione annuale del Comitato centrale tenutasi la scorsa settimana». Durante il summit del Partito unico nordcoreano, Pak era seduto, a capo chino, in prima fila, poi la sua poltrona si è improvvisamente liberata. Il regime nazional-stalinista-dinastico nordcoreano non ha dato nessuna spiegazione dell’avvicendamento ai vertici militari nel pieno di una crisi armata con la Corea del Sud. La Commissione militare centrale, guidata personalmente da Kim, è il vero organismo che prende le decisioni militari importanti, scavalcando il ministero della difesa.
Oh Gyeong-sup, dell’Istituto coreano per l’unificazione nazionale di Seoul, ha detto alla Reuter che «Pak potrebbe essersi assunto la responsabilità di un fallimento nelle operazioni di sicurezza a seguito di un recente incidente in cui i droni nordcoreani hanno invaso lo spazio aereo del sud. Quando Seoul ha risposto inviando tre droni oltre confine, non è sembrato esserci alcuna risposta da parte di Pyongyang, suggerendo che le sue difese potrebbero non essere riuscite a rilevare i droni».
Pak era già stato retrocesso brevemente retrocesso nel 2021 quando Kim aveva messo sotto accusa alcuni funzionari per la loro gestione della risposta alla pandemia di Covid-19, ma poi era ritornato a ricoprire il suo ruolo come uno dei massimi esponenti del regime.