Afghanistan: «La partecipazione delle donne alla consegna degli aiuti deve continuare»

Dichiarazione dei direttori dell’Inter-Agency Standing Committee on Afghanistan

[30 Dicembre 2022]

La decisione delle autorità de facto dell’Afghanistan di vietare alle donne di lavorare nelle organizzazioni umanitarie non governative è un duro colpo per le comunità vulnerabili, per le donne, per i bambini e per l’intero Paese.
Il personale femminile è fondamentale per ogni aspetto della risposta umanitaria in Afghanistan. Sono insegnanti, esperte di nutrizione, team leader, operatrici sanitarie della comunità, vaccinatrici, infermiere, medici e leader di organizzazioni. Hanno accesso a popolazioni che i loro colleghi maschi non possono raggiungere e sono fondamentali per salvaguardare le comunità che serviamo. Salvano vite. La loro competenza professionale è indispensabile. La loro partecipazione alla consegna degli aiuti non è negoziabile e deve continuare.
Vietare le donne dal lavoro umanitario ha conseguenze immediate che mettono in pericolo la vita di tutti gli afgani. Alcuni programmi urgenti hanno già dovuto interrompersi temporaneamente a causa della mancanza di personale femminile. Ciò avviene in un momento in cui più di 28 milioni di persone in Afghanistan, tra cui milioni di donne e bambini, hanno bisogno di assistenza per sopravvivere mentre il Paese è alle prese con il rischio di condizioni di carestia, declino economico, povertà radicata e un inverno brutale.
Mentre le organizzazioni umanitarie continuano a coinvolgere le autorità de facto, non possiamo ignorare i vincoli operativi che ora dobbiamo affrontare come comunità umanitaria. Cercheremo di continuare le attività salvavita e urgenti a meno che non ci siano impedimenti mentre valutiamo meglio la portata, i parametri e le conseguenze di questa direttiva per le persone che serviamo. Ma prevediamo che molte attività dovranno essere sospese poiché senza le operatrici non possiamo fornire un’assistenza umanitaria basata sui principi.
Rimaniamo risoluti nel nostro impegno a fornire assistenza indipendente, basata sui principi e salvavita a tutte le donne, uomini e bambini che ne hanno bisogno.
Esortiamo le autorità de facto a riconsiderare e revocare questa direttiva e tutte le direttive che vietano alle donne le scuole, le università e la vita pubblica. Nessun Paese può permettersi di escludere metà della sua popolazione dal contribuire alla società.

Firmatari/e:
Martin Griffiths, coordinatore dei soccorsi di emergenza e sottosegretario generale per gli affari umanitari (OCHA); Qu Dongyu, Direttore Generale, Organizzazione per l’alimentazione e l’agricoltura (FAO); Shahin Ashraf, Presidente International Council of Voluntary Agencies (ICVA – Islamic Relief); Ignacio Packer, Direttore esecutivo International Council of Voluntary Agencies (ICVA); Miriam Sapiro, presidente e amministratore delegato InterAction; Tjada D’Oyen McKenna, Direttrice esecutiva Mercy Corps; Janti Soerpinto, presidente e Amministratore delegato Save the Children US; António Vitorino, Direttore Generale International Organization for Migration (IOM); Volker Turk, Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Diritti Umani (OHCHR); Andrew Morley, Presidente e Amministratore Delegato World Vision International; Sofia Sprechmann Sineiro, Segretaria Generale CARE International; Paula Gaviria Betancur, relatrice speciale delle Nazioni Unite sui diritti umani degli sfollati interni (UN SR on HR of IDPs); Achim Steiner, Amministratore United Nations evelopment Programme (UNDP); Natalia Kanem, Direttrice Esecutiva United Nations Population Fund (UNFPA); Maimunah Mohd Sharif, Direttore esecutivo United Nations Human Settlement Programme (UN-Habitat); Filippo Grandi, Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR); Catherine Russell, Direttrice Esecutiva United Nations Children’s Fund (UNICEF); Sima Bahous, Sottosegretaria Generale Onu e Direttrice Esecutiva UN Women; David Beasley, Direttore Esecutivo World Food Programme (WFP); Tedros Adhanom Ghebreyesus, Direttore Generale Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS)