A metà 2021 il numero degli sfollati nel mondo ha superato gli 84 milioni

Guerre, violenze e cambiamenti climatici hanno fatto aumentare profughi e migranti, assistiti soprattutto dai Paesi in via di sviluppo

[12 Novembre 2021]

Secondo il rapporto “Mid-Year Trend”  pubblicato dall’United Nations High Commissioner for Refugees (UNHCR) e che copre il periodo gennaio-giugno 2021, l’aumento degli sfollamenti forzati è proseguito nel 2021, arrivando globalmente a 84 milioni di persone  e sempre più esseri umani sono stati costretti a fuggire da violenza, insicurezza ed effetti del cambiamento climatico.

Alla fine del 2020 gli sfollati nel mondo erano 82,4 milioni e l’UNHCR dice che questo aumento di circa 2 milioni di profughi «E’ dovuto in gran parte allo sfollamento interno, con più persone in fuga da molteplici conflitti attivi in ​​tutto il mondo, specialmente in Africa». Il rapporto fa anche notare che «Le restrizioni alle frontiere per il Covid-19 hanno continuato a limitare l’accesso all’asilo in molte località».

L’Alto Commissario Onu per i rifugiati, Filippo Grandi, ha sottolineato che «La comunità internazionale non riesce a prevenire la violenza, la persecuzione e le violazioni dei diritti umani, che continuano a cacciare le persone dalle loro case. Inoltre, gli effetti del cambiamento climatico stanno esacerbando le vulnerabilità esistenti in molte aree che ospitano gli sfollati forzati».

Quasi 51 milioni di persone sono ora sfollate a causa di conflitti e violenze che sono divampate in tutto il mondo durante la prima metà del 2021. Gran parte dei nuovi profughi interni  sono in Africa, compresa la la Repubblica Democratica del Congo (1,3 milioni) e l’Etiopia ( 1,2 milioni). Anche la violenza post-golpe militare In Myanmar e quella dopo la pressa del potere da parte dei talebani in Afghanistan ha costretto numerose persone a lasciare le loro case tra gennaio e giugno 2021.

Durante la prima metà del 2021 il numero di rifugiati ha continuato ad aumentare, raggiungendo quasi 21 milioni. La maggior parte dei nuovi rifugiati proveniva da 5 Paesi: Repubblica Centrafricana (71.800), Sud Sudan (61.700), Siria (38.800), Afghanistan (25.200) e Nigeria (20.300).

L’UNHCR denuncia che «Il mix letale di conflitti, Covid-19, povertà, insicurezza alimentare ed emergenza climatica ha aggravato la situazione umanitaria degli sfollati, la maggior parte dei quali è ospitata nelle regioni in via di sviluppo. Le soluzioni per le popolazioni sfollate con la forza continuano a scarseggiare. Meno di 1 milione di sfollati interni e 126.700 rifugiati sono riusciti a tornare a casa nella prima metà del 2021».

Grandi  conclude: «La comunità internazionale deve raddoppiare i suoi sforzi per fare la pace e, allo stesso tempo, deve garantire che siano disponibili le risorse per le comunità sfollate e chi le ospita. Sono le comunità e i Paesi con meno risorse che continuano a sostenere il maggior onere nella protezione e nella cura degli sfollati forzati e devono essere supportati meglio dal resto della comunità internazionale».