Greenpeace illumina l'alba del summit con una spettacolare azione sul monte Zugspitz

Clima, dai leader del G7 un primo accordo per frenare la febbre del pianeta

Secondo la German Press Agency l'obiettivo rimane quello di rimanere entro i +2 °C

[8 Giugno 2015]

Al summit del G7 che si è appena chiuso nel lussuoso hotel Schloss Elmau, in Germania, non erano presenti soltanto i maggiori leader politici del mondo occidentale. Tra loro sedeva anche una grave responsabilità condivisa: Germania, Francia, Regno unito, Italia, Giappone e Usa rappresentano solo il 10% circa della popolazione mondiale, ma sono responsabili del 26% delle emissioni di gas serra mondiali. Una responsabilità che sembra sia stata almeno parzialmente accolta: secondo quanto comunicato dalla German Press Agency (Dpa) e rilanciato dall’Ansa, «i capi di Stato si sarebbero accordati sul mantenere l’aumento della temperatura globale entro il limite di 2 gradi rispetto ai livelli preindustriali, su cui erano divisi fino a poco tempo fa».

Al momento non è possibile sapere molto di più; si tratta comunque di un’apertura dalla grande rilevanza, soprattutto in vista della Conferenza sul clima di Parigi, ormai prossima. «L’accordo dei leader del G7 sul clima è un segnale importantissimo – ha commentato il ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti – Che i paesi industrializzati decidano di adottare politiche per mantenere il surriscaldamento globale entro i 2 gradi, cioè alzino al massimo l’asticella dell’impegno politico sul climate change, è il miglior viatico per l’accordo di Parigi. Ora bisognerà lavorare per trovare soluzioni equilibrate, anche finanziarie, che consentano ai colossi asiatici Cina e India e ai paesi poveri di aderire ad un accordo per essere efficace dovrà essere alto, ambizioso ed equo».

Le passate edizioni della Cop sono state foriere di pesanti fallimenti in termini di un rinnovato accordo globale sul clima, ma per la prima volta da mesi arrivano dal G7 – un summit dove anche l’Italia riveste il proprio ruolo – segnali confortanti. Insieme, i leader riuniti in Germania rivestono un ruolo di primo piano nell’impatto umano sul pianeta e il suo clima, sia storicamente sia a livello tecnologico. «Nessun altro gruppo al mondo – sottolineano da Greenpeace Germania – possiede un paragonabile livello di tecnologie e innovazione», e gli ambientalisti hanno pensato bene di ricordarlo al mondo proiettando sul monte Zugspitz, proprio vicino al luogo del summit, il messaggio “G7: Go for 100% renewables!“. All’alba di stamattina un fascio laser di colore verde ha illuminato il massiccio, e richiamato l’attenzione della polizia. Alle autorità locali l’iniziativa non è andata a genio, e a quanto riferiscono fonti locali ora Greenpeace dovrà vedersela con una denuncia per manifestazione non autorizzata. Quel che è certo è che il risultato dell’azione è stato spettacolare, ed è riuscito nell’intento di mantenere alta l’attenzione sui cambiamenti climatici nell’ambito del G7.

Durante il G8 del 2009 in Italia – sottolineano da Greenpeace Italia – le sette grandi potenze più la Russia si impegnarono per ridurre entro il 2050 dell’80 per cento le proprie emissioni di gas serra rispetto ai livelli del 1990. Proprio prima del summit di Elmau, la Cancelliera tedesca Angela Merkel ha richiamato le sette potenze mondiali a dare il proprio contributo per arrivare a un accordo sul clima alla Conferenza di Parigi del prossimo dicembre. Anche il premier italiano Matteo Renzi ha definito più volte il cambiamento climatico una delle sfide più importanti del nostro tempo. Troppo spesso però, almeno fino ad ora, alle parole non sono seguite politiche coerenti.

«Solo se Stati Uniti, Giappone e Canada dimostreranno un’assunzione di responsabilità nei confronti del Pianeta, smettendo di opporsi a un accordo globale sul clima, potremo dirci soddisfatti da quanto emergerà oggi dal G7 di Elmau – afferma Luca Iacoboni, responsabile della campagna Energia e clima di Greenpeace Italia – Affinché ciò accada, occorre che le nazioni europee presenti a Elmau si propongano come capofila e dimostrino coerenza, mettendo in campo anche a livello nazionale misure utili a porre un freno al cambiamento climatico. C’è bisogno di un impegno concreto a favore di rinnovabili ed efficienza energetica: qualsiasi altra strada sarebbe falsa e rischiosa, perché incapace di fermare il riscaldamento globale».

Si tratta di un progetto ambizioso, che passa innanzitutto da un progressivo (e giocoforza rapido) abbandono del carbone per la produzione di energia, un ambito dove anche alla virtuosa Germania sono richiesti ancora molti passi avanti. Quella in corso contro i cambiamenti climatici non è una partita persa: per la prima volta da 40 anni, l’ultimo anno ha visto una crescita dell’economia globale pari al 3%, ma nessun aumento della CO2 immessa in atmosfera. Ci sono dunque ragionevoli possibilità di invertire la rotta. Basta non dimenticare che gli sforzi per lo sviluppo sostenibile non possono guardare solo al clima e all’energia: oggi consumiamo 10 volte tanto le risorse materiali che erano impiegate a livello globale nel 1900, una quota che raddoppierà ancora entro il 2030. Ma i confini del pianeta sono gli stessi da miliardi di anni, e non aumenteranno solo per facilitarci le cose.