La Russia porta al Consiglio di sicurezza Onu gli attentati contro i gasdotti Nord Stream

Unep: la perdita di gas del Nord Stream potrebbe essere l’evento con la più elevata emissione di metano

Ma è una goccia nell'oceano di emissioni provocate dall’industria globale del gas

[22 Febbraio 2023]

Il Draft Working Paper “Estimate of total methane emissions from the Nord Stream gas leak incident”, pubblicato dall’International Methane Emissions Observatory (IMEO) dell’United Nations environment programme (Unep) analizza la quantità di metano fuoriuscito dopo i sabotaggi  (anche se l’Unep li chiama diplomaticamente “incidenti”) che nel settembre 2022 hanno fatto saltare i gasdotti Nord Stream nei fondali del Mar Baltico.

L’IMEO dell’Unep è un’iniziativa che guida l’azione contro le emissioni di  metano e stima  che il metano fuoriuscito dai due gasdotti Nord Stream che collegavano la Russia alla Germania attraverso il m Mar Baltico sia  stato tra le 75.000 e le 230.000 tonnellete.

Nel documento l’Unep ha sintetizzato le stime della perdita di gas dal Nord Stream prodotte da diverse organizzazioni di ricerca e poi le ha integrate con le sole misurazioni in situ eseguite dal Centro aerospaziale tedesco (DLR), come commissionato da IMEO. L’agenzia ambientale dell’Onu è convinta che «Questa analisi contribuisce a colmare il gap di conoscenza su quanto siano importanti le emissioni di metano e dove vengono emesse in tutto il pianeta. Riduce anche l’incertezza associata alla perdita di metano».

Il rapporto Unep arriva a pochi giorni dall’indagine giornalistica di Seymour Hersh. L’8 febbraio, il leggendario giornalista statunitense, vincitore del Premio Pulitzer nel 1970 per l’indagine sul Watergate e che rivelò anche la strage di Mỹ Lai  perpetrata in Vietnam dai militari statunitensi e la partecipazione della Cia al golpe contro il presidente socialista cileno Salvador Allende,  ha pubblicato  un articolo nel quale afferma che a far saltare in aria i gasdotti sono stati i sommozzatori della Marina Usa che  hanno collocato cariche esplosive a tempo  sotto i gasdotti Nord Stream nel giugno 2022, durante le esercitazioni NATO BALTOPS 22. Ad aiutare gli statunitensi sarebbe stata la Norvegia e 3 mesi dopo le bombe sono state fatte esplodere da remoto. Hersh sostiene che il presidente Usa Joe Biden abbia deciso di sabotare il Nord Stream dopo più di 9e mesi di discussioni segrete con il suo team della sicurezza nazionale di Washington, discutendo diversi modi per farlo.

La Commissione europea ha risposto: «Non commentiamo le speculazioni sugli autori dell’atto di sabotaggio contro i gasdotti Nord Stream. L’unica base per ogni possibile risposta a questa domanda è un’indagine ufficiale». Mentre il  portavoce della Homeland Security della Casa Bianca, John Kirby, ha dichiarato in  un’intervista a Fox News che «Gli Stati Uniti non sono stati coinvolti nel sabotaggio dei gasdotti. E’ una storia  completamente falsa, non c’è niente di vero […] Nemmeno una virgola. Non è vero. Gli Stati Uniti – nessun agente  degli Stati Uniti – non c’entrano niente. Niente».

Andrea Hinwood, chief scientist dell’Unep, si tiene fuori dalla polemica geopolitica e giornalistica e sottolinea che «Questa analisi mostra che è importante considerare metodi di osservazione e stima complementari per caratterizzare le emissioni di metano. Questa è stata la chiave per valutare la quantità di metano emessa durante la perdita del Nord Stream. Il lavoro di IMEO dimostra che l’utilizzo di diversi strumenti di osservazione e stima è essenziale per consentire la valutazione dell’entità delle emissioni, un primo passo verso la priorità delle azioni per ridurre le emissioni di metano».

Per valutare la perdita del Nord Stream, gli scienziati dell’IMEO hanno utilizzato varie fonti, come dati raccolti e postelaborati dopo l’applicazione di vari metodi di integrazione dei dati atmosferici, stime satellitari, misurazioni aeree e calcoli ingegneristici e sottolineano che «E’ anche importante mettere in prospettiva la perdita del Nord Stream. L’analisi dell’Unep suggerisce che la quantità di metano fuoriuscito rappresenta meno dello 0,1% delle emissioni totali annue di metano prodotto dall’uomo. Secondo l’International energi agency (IEA) ammonta alle emissioni di metano rilasciate dall’industria petrolifera e del gas in un solo giorno».

Manfredi Caltagirone, responsabile di IMEO, fa notare che «Sebbene enorme per un singolo evento, l’incidente del Nord Stream è una goccia nell’oceano rispetto alla quantità di metano rilasciata a livello globale. Questo ci ricorda che non è mai stato così urgente tagliare il metano ora, se vogliamo affrontare il cambiamento climatico a breve termine».

L’Unep continuerà a indagare sui grandi eventi di emissioni di metano utilizzando la migliore scienza disponibile, come i satelliti. Alla COP 27, ha lanciato il suo Methane Alert and Response System (MARS), un sistema di rilevamento globale del metano satellitare ad alta tecnologia che identifica i principali eventi di emissione. Questo sistema innovativo, gestito da IMEO in collaborazione con l’Iea e la Climate and Clean Air Coalition (della quale fa parte l’Italia ma anche Usa e Norvrgia accusate di aver fatto saltare i gasdotti Nerd Stream) , notifica le emissioni di metano alle parti interessate per consentire loro di rispondere.

L’Unep ricorda che «Il metano svolge un ruolo fondamentale nell’affrontare il cambiamento climatico. Le emissioni di questo potente gas serra sono aumentate più velocemente che mai dagli anni ’80. L’Intergovernmental Panel on Climate Change  Il  esorta a ridurre le emissioni di metano di almeno il 30% entro il 2030 per mantenere il limite di temperatura di 1,5° C a portata di mano».

Dato che il metano è la chiave per affrontare il cambiamento climatico, L’Unep conclude che l’inv cidente del Nord Stream «Sottolinea l’urgente necessità di mitigare le emissioni di questo potente gas serra, che contribuisce per almeno un quarto al riscaldamento climatico odierno».

Ma ieri, su richiesta della Russia, si è riunito il Consiglio di sicurezza dell’Onu per discutere delle rivelazioni sui responsabili del sabotaggioo contro i gasdotti Nord Stream del 26 settembre. Il rappresentante permanente della Russia all’Onu. Vasili Nebenzia, ha suggerito al segretario generale delle Nazioni Unite António Guterres di «Creare una commissione indipendente per indagare sull’attentato ai gasdotti Nord Stream e Nord Stream 2. Purtroppo non abbiamo altro modo per conoscere la verità. Le indagini che stanno portando avanti i Paesi nordici e la Germania non solo non sono trasparenti, ma, com’è già evidente, il loro unico obiettivo è quello di coprire le loro tracce e proteggere la loro grande fratello. Non ci è consentito l’accesso e tutte le richieste vengono ignorate con arroganza. E’ strano che i suddetti Paesi, che partecipano alle indagini, non abbiano preventivamente richiesto tale incontro. Non vediamo che rifiutano di partecipare ad altri incontri. Va da sé che non c’è e non può esserci fiducia in loro».

Nebenzia ha anche assicurato che «La Russia sa con grande probabilità chi ha fatto saltare in aria i gasdotti e come, nonché i motivi e il metodo per commettere il crimine. I Paesi responsabili del sabotaggio devono risarcire la Russia per i danni causati».

L’ambasciatore statunitense all’Onu, John Kelley ha risposto che «L’incontro di oggi è un palese tentativo di distrarre” dall’imminente riunione di emergenza dell’Assemblea generale che segnerà un anno dall’invasione dell’Ucraina da parte di Mosca il 24 febbraio 2022.  Questo è ciò su cui dovremmo concentrarci. La Russia vuole disperatamente cambiare argomento. La Russia sta abusando della sua posizione di membro permanente del Consiglio per utilizzare questa piattaforma per trasmettere teorie del complotto su Internet. Inoltre, le accuse secondo cui gli Stati Uniti sarebbero stati coinvolti in atti di sabotaggio sono completamente false. Le risorse per le indagini delle Nazioni Unite dovrebbero essere preservate quando gli Stati non vogliono o non possono indagare, a differenza delle attuali indagini in corso».

Il sottosegretario generale agli Affari politici dell’Onu, Rosemary DiCarlo, ha ribadito che «Dovremmo evitare qualsiasi accusa infondata che potrebbe intensificare ulteriormente le già elevate tensioni nella regione e potenzialmente inibire la ricerca della verità, Le Nazioni Unite non sono in grado di confermare o verificare alcuna accusa specifica riguardo a questi incidenti e sono in attesa dei risultati delle indagini nazionali. Data la delicatezza di questo problema e la speculazione che lo circonda, chiediamo a tutte le parti di esercitare moderazione e di astenersi dalle speculazioni».

Mentre i Paesi occidentali negano, il rappresentante permanente della Cina all’Onu, Zhang Jun,  ha chiesto di accelerare le indagini per individuare i responsabili: «Se non riusciamo a stabilire perché questo è successo e chi c’è dietro, invieremo un messaggio negativo a coloro che hanno cattive intenzioni. Penseranno di farla franca. E’ necessario condurre un’indagine obiettiva, imparziale e professionale su questa questione, che cerchi di determinare la colpevolezza e renda pubbliche le conclusioni, non solo sull’incidente in sé, ma anche su come influisce sulla sicurezza delle infrastrutture trasfrontaliere globali». Anche perché la Cina e la Russia stanno realizzando un enorme cordone ombelicale energetico che punta a trasferire in Asia il gas e il petrolio russi che non andranno più in Europa.