Un dinosauro all’Onu: «Non scegliete l’estinzione». 423 miliardi di dollari all’anno di sovvenzioni ai combustibili fossili (VIDEO)

Per ogni dollaro impegnato per affrontare la crisi climatica, vengono spesi 4 dollari in sussidi ai combustibili fossili che rafforzano la crisi climatica

[27 Ottobre 2021]

Secondo un nuovo rapporto pubblicato oggi dall’United Nations Development Programme (UNDP), «Il mondo spende la strabiliante cifra di 423 miliardi di dollari all’anno per sovvenzionare i combustibili fossili per i consumatori: petrolio, elettricità generata dalla combustione di altri combustibili fossili, gas e carbone. Questo è quattro volte l’importo richiesto per aiutare i Paesi poveri ad affrontare la crisi climatica, uno dei punti critici in vista della conferenza globale sul clima COP26 la prossima settimana».

L’UNDP denuncia che con «L’importo speso direttamente per questi sussidi si potrebbe pagare le vaccinazioni Covid-19 per ogni persona nel mondo, o pagare tre volte l’importo annuale necessario per eradicare la povertà estrema globale».

Secondo i dati del Fondo monetario internazionale (FMI), quando vengono presi in considerazione i costi indiretti, compresi i costi per l’ambiente, di questi sussidi, la cifra accollata all’intera umanità sale a quasi 6 trilioni di dollari. Invece, l’analisi dell’UNDP evidenzia che «Questi fondi, pagati dai contribuenti, finiscono per aggravare le disuguaglianze e per ostacolare l’azione sul cambiamento climatico».

L’amministratore dell’UNDP Achim Steiner sottolinea che «La pandemia di Covid-19 ha messo in luce aspetti obsoleti dell’economia globale. Incluso il fatto che il mondo continua a spendere miliardi di dollari in sussidi ai combustibili fossili, mentre centinaia di milioni di persone vivono in povertà e la crisi climatica accelera. Visto questo contesto, dobbiamo chiederci: sovvenzionare i combustibili fossili è un uso razionale del denaro pubblico?»

Per l’FMI,  i sussidi ai combustibili fossili sono sia inefficienti che iniqui. Nei paesi in via di sviluppo circa la metà delle risorse pubbliche spese per sostenere il consumo di combustibili fossili va a beneficio del 20% più ricco della popolazione.

Uno degli autori della ricerca, George Gray Molina, economista capo del Bureau for policy and program support dell’UNDP,  spiega che «Affrontare il problema dei sussidi ai combustibili fossili è una questione politicamente pesante, ma i fatti dimostrano che le riforme sono necessarie e, se fatte correttamente, supportano i poveri, creano posti di lavoro e proteggono il pianeta. Speriamo che questa ricerca catalizzi la discussione sul ruolo fondamentale che la riforma può avere nel portare a transizioni verdi ed eque in tutti i Paesi».

Il rapporto, pubblicato in vista delle prossime riunioni del G20 e della COP26 Unfccc, viene lanciato nel contesto di un crescente riconoscimento della necessità di una riforma dei sussidi ai combustibili fossili da parte di economisti e responsabili politici, nonché dell’FMI e della Banca mondiale. Anche il segretario generale dell’Onu, António Guterres, ha lanciato un forte appello per la riforma.

Per mettere in luce gli effetti estremamente negativi che i sussidi ai combustibili fossili hanno sulle persone e sul pianeta, l’UNDP ha prodotto un coinvolgente cortometraggio che fa parte di una nuova campagna nel quale uno degli animali estinti più famosi al mondo, un dinosauro, tiene un discorso all’Assemblea generale dell’Onu ed esorta i leader mondiali ad abbandonare i sussidi ai combustibili fossili e a “Non scegliere l’estinzione“.

Grazie a un cast di voci di celebrità provenienti da tutto il mondo, la campagna Don’t Choose Extinction  punta a sensibilizzare l’opinione pubblica su come i sussidi ai combustibili fossili stiano annullando progressi significativi verso la fine del cambiamento climatico e stiano portando più disuguaglianza a beneficio dei ricchi.

Rivolto agli intimoriti delegati all’Onu, il grande dinosauro carnivoro chiede: «Noi almeno abbiamo avuto un asteroide. Quale è la vostra scusa?» e aggiunge: «E’ ora che gli umani smettano di inventare scuse e inizino a fare cambiamenti».  Poi, passando ai finanziamenti ai combustibili fossili chiede ancora: «Pensate a tutte le altre cose che potreste fare con quei soldi. In tutto il mondo le persone vivono in povertà. Non pensate che aiutarle avrebbe più senso che… pagare per la scomparsa della vostra intera specie?»

L’UNDP ricorda che «Il principale contributore all’emergenza climatica è il settore energetico che rappresenta il 73% delle emissioni di gas serra causate dall’uomo. Le riforme delle sovvenzioni ai combustibili fossili contribuirebbero a ridurre le emissioni di CO2 e andrebbero a beneficio della salute e del benessere umani, e sono un primo passo verso una corretta determinazione del prezzo dell’energia, che rifletta il costo “vero” e completo dell’utilizzo dei combustibili fossili per la società e l’ambiente».

Ma la nuova analisi UNDP dimostra che «Se sono progettate male, le riforme dei sussidi ai combustibili fossili possono anche essere ingiuste e dannose per le famiglie e la società. Mentre i sussidi ai combustibili fossili tendono ad essere uno strumento ineguagliabile – poiché la parte del leone dei benefici la fanno i ricchi – questi sussidi rappresentano anche una parte importante dei redditi dei poveri che altrimenti dovrebbero essere pagati per il consumo di energia. La rimozione dei sussidi ai combustibili fossili potrebbe quindi facilmente diventare una strategia di impoverimento del reddito ed energetico. Questo contribuisce a rendere difficile la riforma dei combustibili fossili e pone un ostacolo fondamentale alla transizione verso fonti di energia pulite e rinnovabili».

Pensando a questo, la ricerca dell’UNDP sostiene una risposta progressiva e graduale alle riforme e l’analisi presenta storie di successo raccolte in diversi Paesi in tutto il mondo e fornisce una cassetta degli attrezzi per i responsabili politici per sostenere le riforme delle sovvenzioni ai combustibili fossili e quelle dei prezzi dell’energia. L’UNDP spiega ancora che «Il toolkit consente un approccio graduale che è giusto ed equo e include la protezione del reddito e la compensazione per i gruppi meno avvantaggiati». La campagna Don’t Choose Extinction presenta una piattaforma di intelligenza collettiva, il Global Mindpool, per aiutare ad affrontare le questioni più importanti del nostro tempo. Collegando approfondimenti da tutto il mondo – sull’emergenza climatica, la crisi della natura e la disuguaglianza – il Global Mindpool sosterrà l’UNDP per informare e attrezzare meglio i responsabili politici nel governo, nella società civile e nel settore privato.

Steiner conclude: «Se prendiamo in considerazione quanto pagheremo per la lotta contro il cambiamento climatico, i sussidi ai combustibili fossili significano che stiamo effettivamente iniziando da un punto di meno 423 miliardi di dollari. La riforma non è facile e la transizione verso l’energia pulita presenta una serie di sfide difficili in molti Paesi. In effetti, ogni Paese ha bisogno di prendere la propria strada. Ma sappiamo anche che dobbiamo allontanarci da queste fonti energetiche che stanno contribuendo al declino del nostro pianeta. Porre fine al loro sostegno finanziario in modo giusto ed equo è un elemento critico di tale transizione. Il recente rapporto dell’IPCC, che il segretario generale delle Nazioni Unite ha descritto come un “codice rosso” per l’umanità, mostra che solo un’azione climatica più ambiziosa limiterà il riscaldamento globale a 1,5 gradi Celsius».

Videogallery

  • Don't Choose Extinction