Ucraina: la centrale nucleare di Zaporizhzhia potrebbe causare una catastrofe molto più grande di quella di Fukushima

Rapporto di Greenpeace: le centrali nucleari ancora più pericolose in caso di conflitto. L’unica soluzione è fermare la guerra

[4 Marzo 2022]

Secondo Greenpeace International, «L’invasione militare dell’Ucraina decisa da Vladimir Putin porta con sé anche una minaccia atomica senza precedenti, data la presenza nel Paese di 15 reattori nucleari commerciali, inclusa la centrale di Zaporizhzhia, la più grande d’Europa, in queste ore al centro delle cronache a causa dei combattimenti che si sono svolti nelle sue vicinanze. Una situazione che ha destato la preoccupazione anche dell’International atomic enegy agency (Iaea), che ha sollecitato la Russia a “mettere fine alle azioni” in prossimità dei siti nucleari». Per Greenpeace, «Quella in ucraina è una situazione che può mettere l’Europa, a rischio di danni potenzialmente catastrofici che potrebbero rendere inabitabili vaste aree del continente europeo, inclusa la Russia per decenni».

Dall’inizio della guerra in Ucraina, Greenpeace International ha seguito da vicino le possibili conseguenze per gli impianti nucleari presenti in Ucraina in queste ore ha pubblicato l’analisi tecnica “The vulnerability of nuclear plants during military conflict. Lessons from Fukushima Daiichi Focus on Zaporizhzhia, Ukraina”. Ecco i risultati chiave dell’analisi di Greenpeace International:

La centrale di Zaporizhzhia, come tutti i reattori, con combustibile caldo altamente radioattivo, richiede energia elettrica costante per il raffreddamento anche quando è spenta. Quando la rete elettrica si guasta e il reattore dell’impianto va in black out, sono presenti generatori diesel di riserva e batterie, ma la loro affidabilità per un periodo di tempo più lungo non può essere garantita. Ci sono problemi in corso irrisolti con i generatori diesel di emergenza a Zaporizhzhia, che hanno una scorta di carburante stimata in loco per soli 7 giorni.

I dati ufficiali del 2017 hanno riportato che a Zaporizhzhia c’erano 2.204 tonnellate di combustibile esaurito di alto livello, di cui 855 in piscine di combustibile esaurito altamente vulnerabili. Senza il raffreddamento attivo, rischiano di surriscaldarsi ed evaporare al punto in cui il rivestimento metallico del combustibile potrebbe incendiarsi e rilasciare la maggior parte del materiale radioattivo stoccato.

Zaporizhzhia, come tutte le centrali nucleari in funzione, richiede un complesso sistema di supporto, che include la presenza permanente di personale qualificato, elettricità, accesso all’acqua di raffreddamento, pezzi di ricambio e attrezzature. Tali sistemi di supporto sono gravemente compromessi durante una guerra.

Gli edifici del reattore nucleare di Zaporizhzhia hanno un contenimento in cemento che protegge sia il nucleo del reattore,  che il suo sistema di raffreddamento e le piscine del combustibile esaurito. Tuttavia, tale contenimento non può resistere all’impatto di munizioni pesanti. L’impianto potrebbe essere colpito accidentalmente. Sembra improbabile che l’impianto venga preso di mira deliberatamente, dato che una fuga nucleare potrebbe contaminare gravemente i Paesi vicini, inclusa la Russia. Tuttavia, questo non può essere del tutto escluso.

Nel peggiore dei casi, il contenimento del reattore verrebbe distrutto dalle esplosioni e il sistema di raffreddamento si guasterebbe, la radioattività sia del reattore che della vasca di combustibile potrebbero quindi fuoriuscire liberamente nell’atmosfera. Ciò rischia di rendere inaccessibile l’intero impianto a causa degli elevati livelli di radiazione, che potrebbero poi portare a un’ulteriore guasto a cascata degli altri reattori e bacini di combustibile, ciascuno dei quali diffonde grandi quantità di radioattività in diverse direzioni del vento nell’arco di diverse settimane. Potrebbe rendere gran parte dell’Europa, inclusa la Russia, inabitabile per almeno molti decenni e su una distanza di centinaia di chilometri, uno scenario da incubo e potenzialmente molto peggiore del disastro di Fukushima Daiichi nel 2011.

Ci vuole molto tempo per portare una centrale in funzione in una fase di sicurezza passiva che non richiede ulteriore intervento umano. Quando un reattore viene spento, il calore residuo della radioattività diminuisce in modo esponenziale, tuttavia rimane molto caldo e richiede il raffreddamento per un periodo di 5 anni prima di poter essere caricato in contenitori di stoccaggio a secco di cemento che rimuovono il loro calore attraverso la circolazione naturale dell’aria fuori dal contenimento. La chiusura di un reattore potrebbe diminuire progressivamente i rischi nel tempo, ma non risolve il problema.Greenpeace International ricorda che «Le centrali nucleari presentano rischi unici in termini di potenziali conseguenze derivanti da un grave incidente. I reattori nucleari e le relative scorte di combustibile esaurito ad alto livello sono vulnerabili ai disastri naturali, come ha mostrato Fukushima Daiichi, ma sono anche vulnerabili in tempi di conflitto» ed evidenzia: «A causa della vulnerabilità delle centrali nucleari, della loro dipendenza da un complesso sistema di supporto e del tempo necessario per portare la centrale a un livello di sicurezza passivo, l’unico modo per ridurre i rischi in modo sostanziale è fermare immediatamente la guerra».

Jan Vande Putte di  Greenpeace East Asia e Greenpeace Belgium, autore dell’analisi del rischio insieme a Shaun Burnie, senior nuclear specialist di Greenpeace East Asia, sottolinea che «Agli orribili eventi bellici dell’ultima settimana, si aggiunge anche una minaccia nucleare senza precedenti. Per la prima volta nella storia si combatte una guerra in un Paese che ospita diversi reattori nucleari e migliaia di tonnellate di combustibile esausto altamente radioattivo. Il conflitto nel sud dell’Ucraina intorno all’impianto atomico di Zaporizhzhia potrebbe causare un grave incidente. Finché questa guerra continuerà, la minaccia militare agli impianti nucleari ucraini resterà elevata. Questa è un’ulteriore ragione, tra le tante, per chiedere di porre subito fine alle ostilità».

Greenpeace esprime «Il suo profondo rispetto e apprezzamento a tutte le persone che in queste ore stanno operando in condizioni estreme per mantenere la stabilità delle centrali nucleari in Ucraina. Non stanno solo proteggendo la sicurezza del loro Paese, ma anche dell’Europa».