Terremoto in Francia: chiusa la centrale nucleare di Cruas e gli impianti di Tricastin

Si tratta di impianti interessati da recenti incidenti e da fermi automatici dei reattori

[12 Novembre 2019]

L’11 novembre, poco prima di mezzogiorno, in Francia è stato registrato vicino a Montélimar (Drôme) un forte terremoto di magnitudo 5,4, le cui scosse sono state avvertite da Lione a Montpellier. La centrale nucleare di Cruas e gli impianti di Tricastin – reattori, fabbriche e un deposito di scorie nucleari sono vicine all’epicentro e la coalizione no-nuke Réseau Sortir du Nucléaire fa notare che «Sono stati progettati ipotizzando un livello di terremoto inferiore  , di magnitudo 5.2». Secondo gli operatori, i primi controlli non hanno rivelato alcun danno, ma a fine giornata i reattori in funzionamento a Cruas sono stati chiusi perché, sati i valori registrati, si sono resi necessari controlli aggiuntivi. L’Autorité de sûreté nucléaire (ASN) ha assicurato che monitorerà le condizioni di riavvio.

La Commission de recherche et d’information indépendantes sur la radioactivité (Criirad) – T una vera e propria spina nel fianco per l’industria nucleare,, che specifica che l’epicentro del terremoto si è verificato a 13 chilometri dalla centrale nucleare di Cruas e 28,5 chilometri dall’impianto di Tricastin  – dice che la sua rete di controllo «non ha rilevato alcun aumento anormale dei livelli di radioattività nella Valle del Rodano».

Ma la Criirad fa notare che «Le autorità e l’industria nucleare sono state molto rassicuranti ieri pomeriggio, indicando che non vi sono state conseguenze significative sulla sicurezza di questi due siti nucleari. Le autorità hanno annunciato ieri sera che i reattori della centrale elettrica di Cruas sono stati comunque chiusi per ulteriori indagini in quanto uno dei sensori del sito ha registrato un livello di accelerazione superiore al criterio di intervento».

Alla Criirad ricordano anche che «Tuttavia, la ricerca effettuata negli ultimi anni ci ha portato a mettere in discussione la reale protezione degli impianti dal rischio sismico. Innanzitutto perché “guasti resistenti ai terremoti” vengono regolarmente identificati nelle apparecchiature di un gran numero di reattori. Le anomalie vengono spesso scoperte per caso e spesso risalgono a diversi anni o addirittura decenni, a volte risalendo alla costruzione della struttura. Non erano stati identificati dall’operatore, dai responsabili del trattamento o dai loro esperti. Ciò comporta difetti di progettazione, costruzione, monitoraggio e mancato rispetto delle configurazioni dei rischi. E’ così che nel 2017 sono stati rilevati difetti di ancoraggio di alcuni dispositivi ausiliari dei generatori di energia di emergenza su 26 reattori nucleari: questa apparecchiatura vitale non avrebbe resistito a un forte terremoto, con conseguente perdita totale di energia elettrica; lo stesso anno, sono stati scoperti problemi di corrosione che potrebbero portare, in caso di terremoto, alla rottura dei tubi e l’allagamento della stazione di pompaggio, causando i la perdita totale della fonte di acqua fredda per 20 reattori. Non meno di 10 reattori  [Centrali nucleari di Nogent-sur-Seine, Belleville, Golfech e Cattenom] erano preoccupanti per le due anomalie, che implicavano la perdita simultanea del sistema elettrico e del sistema di raffreddamento: lo stesso scenario di disastro di Fukushima. In molti casi, l’attrezzatura non avrebbe nemmeno resistito a un terremoto storicamente massimo (SMHV), per non parlare di un terremoto di sicurezza maggiore (SMS)».

Gli altri interrogativi riguardano la determinazione precisa degli SMHV e SMS e l’insufficienza dei margini di sicurezza. Alla c riirad spiegano ancora: «La determinazione del rischio sismico storico (oltre 1000 anni) procede da stime e calcoli (più raramente da misurazioni). Inoltre, risalendo a migliaia e decine di migliaia di anni, la paleoseismologia ha rivelato l’esistenza di terremoti di magnitudo molto maggiori di quelli rivelati nella sequenza storica. Oltre all’entità dei terremoti, si è scoperto anche che gli effetti del sito non sono stati necessariamente presi bene in considerazione. Le normative dovrebbero tenere conto dell’avanzamento della conoscenza, ma i processi sono molto lunghi. Il terremoto dell’11 novembre 2019 riaccende queste domande. La sua magnitudo (5.4) supera di gran lunga quella del Terremoto di sicurezza maggiore (5.2) selezionata per la progettazione di dispositivi antisismici nei siti nucleari di Tricastin e Cruas».

Per questo C riirad chiede «una revisione completa del sistema di protezione antisismica, compresa la pubblicazione dei file relativi alla resistenza di ciascun impianto e un inventario esaustivo dello stato delle apparecchiature direttamente o indirettamente interessate. Chiede inoltre che gli impianti di Cruas e Tricastin vengano chiusi in modo preventivo in vista del verificarsi di un terremoto di magnitudo molto più elevato del Terremoto di sicurezza maggiore».

A Cruas, il reattore 1 era spento per diverse settimane per lavori di adeguamento e rinnovo del combustibile nucleare. Il reattore 4 si era spento automaticamente 2 giorni prima del terremoto, senza che l’operatore abbia compreso appieno le circostanze di questo arresto di emergenza. Sortir du Nucléaire ricorda che «Gli arresti automatici non sono banali poiché vengono attivati ​​quando viene rilevata una situazione anomala. Inoltre, anche quando è spento, un reattore deve essere sempre alimentato: consuma costantemente acqua ed elettricità. Il raffreddamento del carburante, anche quando scaricato, non deve mai arrestarsi, così come l’alimentazione di molti sistemi di monitoraggio e circuiti di emergenza. Un reattore nucleare fermato non rappresenta quindi una totale assenza di pericolo».

Per quanto riguarda il sito di Tricastin , EDF aveva chiuso già a giugno il reattore 1 per il suo quarto controllo decennale, un programma di importanti lavori e controlli delle attrezzature. Il reattore 4 si era arrestato automaticamente nella notte prima del terremoto a causa di un guasto dell’hardware e di un problema di raffreddamento dell’alternatore. EDF dice che per il resto dell’impianto e per il deposito delle scorie nucleari non ci sono problemi e quidi non si riesce a capire il motivo della loro chiusura».

Réseau Sortir du nuclèaire rammenta che «il sito nucleare di Tricastin è 6 metri sotto il livello del canale di Donzère, e la diga che dovrebbe proteggere l’area di un’inondazione necessita ancora di lavori di rafforzamento Inoltre, molte anomalie generiche, gli stessi difetti riscontrati su diversi reattori nucleari, riguardano la resistenza di sistemi e apparecchiature ai terremoti, Data la forza di questo terremoto, lo stato e la gestione degli impianti nucleari di Cruas e Tricastin, è meglio restare all’interno delo spirito del principio di precauzione».