Tassonomia verde europea, aumenta l’opposizione all’inserimento di nucleare e gas

Germania, Spagna, Austria e Lussemburgo nettamente contrari. I Verdi promettono battaglia. E l’Italia?

[4 Gennaio 2022]

In risposta alla bozza di tassonomia verde proposta dalla Commissione europea che  vorrebbe etichettare gas e nucleare come investimenti “sostenibili sono arrivati subito i fermi dei governi di Germania, Austria e Spagna.

Delle reazioni immediate e negative del governo tedesco, in particolare dei Grünen, abbiamo riferito abbondantemente ieri, ma altrettanto ferma è stata la reazione della vicepresidente del governo spagnolo e ministra per la transizione ecologica e la sfida demografica, la socialista Teresa Ribera, che, riguardo a nucleare e gas ha detto: «Indipendentemente dal fatto che si possa continuare a investire nell’uno o nell’altro, riteniamo che non siano energie verdi o sostenibili. La Spagna è una  ferma sostenitrice della tassonomia verde come strumento chiave per avere riferimenti comuni che possono essere utilizzati dagli investitori per raggiungere la decarbonizzazione dell’economia e la neutralità climatica entro il 2050,  ma includere il nucleare e il gas sarebbe un passo indietro».

Contro l’inserimento del nucleare nella nella tassonomia, voluto soprattutto da Francia, Polonia, Repubblica Ceca e Bulgaria, si è espresso anche Claude Turmes, il ministro verde dell’energia del Lussemburgo che ha definito la bozza di piano della Commissione «Una provocazione dal punto di vista procedurale» che «In termini di contenuto nasconde il rischio di un greenwashing».

Turnes ha accusato la Commissione Ue di aver proposto la bozza con «Un’azione notturna e nebulosa. il solo momento della pubblicazione (la sera del 31 dicembre, ndr) mostra che  la Commissione ovviamente non è convinta della sua stessa decisione».

La ministra federale per il clima, l’ambiente e l’energia dell’Austria, la verde Leonore Gewessler, è stata ancora più dura: «Se i piani della Commissione europea che includono il nucleare e il gas naturale tra le fonti sostenibili per gli investimenti a favore della transizione energetica verranno attuati in questo modo, faremo causa».

La ministra del governo di coalizione nero-verde (democristiani dell’Österreichische Volkspartei e Grünen)  ha ricordato che «L’energia nucleare è pericolosa e non rappresenta una soluzione nella lotta contro la crisi climatica. Esamineremo attentamente la bozza e abbiamo già commissionato un parere legale sull’inclusione del nucleare nella tassonomia. La posizione dell’Austria è molto chiara: né l’energia nucleare né il gas naturale dovrebbero essere inserite tra le fonti sostenibili per gli investimenti come parte della lotta al cambiamento climatico, perché sono dannose per il clima e per l’ambiente e distruggono il futuro dei nostri figli».

Il no dei governi di coalizione austriaco e lussemburghese apre una falla anche sul fianco del Patito popolare europeo, del quale fa parte la presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen, e che è favorevole a inserire gas e nucleare nella tassonomia verde.

I Verdi fanno capire che su questo sono disposti a far saltare anche qualche coalizione di governo e an nunciano battaglia a Bruxelles, L’ eurodeputata tedesca Ska Keller, co-presidente del gruppo Verdi/ALE al Parlamento europeo, ha commentato: «Classificare gli investimenti nel gas e nel nucleare come sostenibili contraddice il Green Deal. Greenwashing e Green Deal non vanno d’accordo. Per rispettare gli accordi sul clima di Glasgow e fare dell’Unione europea il primo continente a impatto climatico zero, la Commissione dovrebbe guidare investitori verso investimenti veramente sostenibili. Gas e nucleare non trovano posto nel catalogo dei criteri per gli investimenti sostenibili. Le scorie nucleari altamente radioattive rappresenteranno un rischio per le persone e per l’ambiente per secoli. La Commissione dovrebbe rispettare la propria legge».

Il belga Philippe Lamberts, co-presidente del gruppo Verdi/ALE al Parlamento europeo, aggiunge: «Mentre riconosciamo che la Commissione sta ponendo condizioni sia sul gas che sul nucleare, rimaniamo convinti che nessuno dei due abbia un posto nel regolamento. Includendoli nell’atto delegato, la Commissione rischia di mettere a repentaglio la credibilità del ruolo dell’Ue quale principale mercato per la finanza sostenibile. I principali investitori privati ​​avevano avvertito che tale inclusione li avrebbe portati a non utilizzare la tassonomia Ue. Inoltre, definendo verdi gli investimenti sul gas fino al 2030, l’Europa invia un segnale sbagliato ai nostri partner nel mondo e rischia di rinchiuderci nei fossili molto più a lungo oltre il 2030, mettendo a rischio gli 1,5 gradi. Comprendiamo che la Commissione ha subito forti pressioni da parte delle lobby del gas e del nucleare, quest’ultima guidata dal governo francese, per ripulire quelle energie del passato. La tassonomia riguarda la definizione di uno standard d’oro per i futuri investimenti verdi, che può essere utilizzato per altre proposte come i Green Bond dell’Ue. Questi standard non dovrebbero essere inquinati dal gas e dal nucleare. La buona notizia è che la tassonomia non ha bisogno di questo atto delegato per funzionare; quindi invitiamo i membri del Parlamento europeo a votare contro la proposta e a inviare un chiaro segnale che sosteniamo pienamente un European Green Deal coerente e ambizioso».

E molti tirano per la giacca il governo italiano, che teoricamente – visti i due referendum popolari che hanno bocciato il nucleare – dovrebbe essere alla testa del fronte contro la bozza Ue e che invece tace e fa parlare i c<fautori del ritorno al nucleare come Salvini.

La ex portavoce dei Verdi europei, Monica Frassoni, presidente dell’European Alliance to Save Energy (EU-ASE), ha scritto sulla sua pagina Fav<cebook: «A proposito di gas e nucleare da classificare come “verde”.  Non facciamoci prendere in giro. Solo rinnovabili e una spinta fortissima verso la riduzione del consumo di energia ci metteranno fuori dalla crisi energetica e dal caro bolletta.  Oggi l’Italia è molto indietro su entrambi i fronti. E dipende troppo dal gas. Quindi considerarlo un sorgente energetica di tradizione e un imbroglio vero, perché per decarbonizzare l’Italia DEVE ridurre la dipendenza dal gas. Si può. Conviene a tutti e tutte».

L’eurodeputata Verde Eleonora Evi, co-portavoce nazionale di Europa Verde, ha detto di provare «Un profondo senso di delusione, ancor più perché l’Italia, nella persona del ministro Cingolani, ad oggi con tutta evidenza pare essersi schierata tra i Paesi che hanno detto sì a nucleare e gas come investimenti sostenibili, in virtù di un accordo sotto banco con la Francia, difficilmente confutabile. Noi Verdi denunciamo da tempo che Cingolani abbia sostenuto la posizione del governo francese e quindi dell’industria nuclearista francese, già fortemente indebitata, ponendo come merce di scambio l’ingresso del gas in tassonomia. Siamo dalla parte sbagliata della storia, e il programma del governo rosso-verde della Germania, che proprio in questi giorni ha chiuso 3 impianti nucleari, ce lo ricorda senza mezzi termini».