Tassonomia verde: azione legale di Greenpeace contro la Commissione europea

«Gas e nucleare sono insostenibili». 5 associazioni escono dalla Piattaforma sulla finanza sostenibile

[19 Settembre 2022]

Otto uffici europei di Greenpeace hanno deciso di intraprendere un’azione legale contro l’inclusione di gas e nucleare nell’elenco degli investimenti sostenibili della cosiddetta “Tassonomia verde”.  L’organizzazione ambientalista ricorda che «Lo scorso gennaio la Commissione Europea aveva deciso di aggiungere queste tecnologie pericolose e inquinanti alla Tassonomia, ma a luglio il Parlamento Europeo non è riuscito ad adottare una obiezione formale a questa decisione, nonostante la diffusa opposizione dei cittadini europei, degli scienziati del clima, delle istituzioni finanziarie e delle organizzazioni ambientaliste».

Per questo, l’8 settembre gli uffici di Greenpeace in Germania, Francia, Spagna, Italia, Belgio, Lussemburgo, Europa Centrale e Orientale e la Greenpeace European Unit hanno inviato una richiesta formale per una revisione interna (RIR: Request of Internal Review) alla Commissione. Secondo Greenpeace, «L’inclusione di gas e nucleare nella tassonomia viola il regolamento sulla tassonomia (Reg. EU 2020/852), la Legge Europea sul Clima (Reg. EU 2021/1119) e gli obblighi dell’Ue definiti dall’Accordo di Parigi del 2015».

La Commissione ha tempo fino a febbraio per leggere le motivazioni di Greenpeace e replicare. La Commissione può concordare con le motivazioni di Greenpeace e ritirare gli atti delegati complementari che hanno aggiunto gas e nucleare alla Tassonomia. In caso contrario, Greenpeace porterà la questione all’attenzione della Corte di Giustizia Ue.

Per Ariadna Rodrigo, sustainable finance campaigner per la Greenpeace European Unit «Questo marchio verde fasullo è incompatibile con le norme EU sul clima e sull’ambiente. Il gas fossile è una delle cause principali della crisi climatica ed economica, mentre per il nucleare non c’è ancora nessuna soluzione al problema delle scorie e il rischio di incidenti è troppo elevato per poter essere ignorato. Quest’inverno dovremo affrontare una crisi energetica e bollette salate. È vergognoso che chi ha causato questa crisi energetica ne approfitti mentre le persone soffrono. La Commissione Europea si è schierata etichettando come “verdi” gas e nucleare. Fin dall’inizio, il greenwashing del gas fossile e del nucleare in Tassonomia aveva una motivazione politica, ma questo non aiuterà la Commissione Europea in tribunale».

Greenpeace denuncia che «Chiamare il gas fossile “sostenibile” nega ogni fondamento della scienza del clima. Al momento, il gas fossile è la maggior fonte di emissioni nella generazione elettrica in Europa, mentre l’International Energy Agency (IEA) ha avvisato che nuovi impianti a gas impediranno di raggiungere gli obiettivi dell’Accordo di Parigi. L’energia nucleare genera scorie radioattive pericolose e usa notevoli quantità di acqua dolce per raffreddare gli impianti, con impatti ambientali considerevoli. Inoltre, i tempi lunghi per realizzare le centrali nucleari in Occidente (10-15 anni) e i costi crescenti escludono ogni loro utilità nella risposta alla crisi climatica, che richiede interventi urgenti.Una transizione energetica basata sulle fonti rinnovabili e l’efficienza energetica, come quella proposta da Greenpeace Italia nel suo scenario per la decarbonizzazione del nostro Paese, è l’unica soluzione alla crisi climatica ed energetica e la tassonomia deve far confluire quante più risorse possibile in questa direzione».

Il 14 settembre l’Organizzazione europea dei consumatori (BEUC), Birdlife Europe and Central Asia, Environmental Coalition on Standards (ECOS), Transport & Environment e il Wwwf European Policy Office avevano lasciato la Piattaforma sulla finanza sostenibile, il gruppo di esperti della Commissione europea incaricato di elaborare raccomandazioni tecniche per la tassonomia dell’Unione Europea.  I gruppi della società civile sostengono, infatti, che «La Commissione abbia interferito politicamente nel lavoro della Piattaforma. La Commissione ha ripetutamente ignorato le raccomandazioni del gruppo di esperti, in particolare per quanto riguarda la silvicoltura, la bioenergia, l’energia derivante dall’uso del gas e l’energia nucleare, senza fornire alcuna solida giustificazione scientifica per queste decisioni.  La Commissione è tenuta per legge a giustificare i criteri della tassonomia sulla base di “prove scientifiche conclusive”. Tuttavia, Bruxelles ha scelto di ignorare la scienza e di ascoltare le lobby industriali per diversi settori critici».

Secondo Sebastien Godinot, economista senior del Wwwf EPO, «I governi e le lobby europee hanno minato pesantemente la credibilità della Tassonomia UE e la Commissione si è piegata di fronte a loro. Non crediamo più che questa Commissione permetterà alla Piattaforma di lavorare in modo indipendente e con integrità, quindi non possiamo più far parte di questo processo».

Luca Bonaccorsi, direttore finanza sostenibile di T&E, ha concluso: «La tassonomia Ue doveva essere uno strumento per combattere il greenwashing. Invece, è diventata un pericoloso strumento di greenwashing, con incentivi per il gas fossile, il biogas e il disboscamento indiscriminato e l’incendio delle foreste. Dopo anni passati a cercare di costruirlo, ora è il momento di fare una campagna per convincere gli investitori a non seguirlo».