Symbola, Tea e Ipsos: le comunità energetiche rinnovabili contro la crisi

La propensione a partecipare a una Cer è di quasi il 60% tra i cittadini e del 56% tra le imprese

[2 Dicembre 2022]

Secondo il nuovo report “Le comunità energetiche contro la crisi. Empatia, tecnologie e territori per un’economia a misura d’uomo”  di Fondazione Symbola, gruppo Tea e Ipsos, presentato oggi a Mantova. Le comunità energetiche sono una soluzione concreta per contrastare il caro bollette, l’emergenza climatica e la povertà energetica. Symbola evidenzia che «Introdotte in Europa nel 2016 nel Clean Energy Package, le comunità energetiche rappresentano un fenomeno in crescita anche nel nostro Paese: cercandole sul canale italiano di Google si ottengono oltre 3.100.000 risultati, e la loro ricerca sulla piattaforma è quadruplicata nell’ultimo anno».

Presentando il report,  Ermete Realacci, presidente della Fondazione Symbola, ha detto che «Le Comunità energetiche rinnovabili sono uno strumento formidabile per affrontare la crisi climatica, abbassare le bollette, rendere l’Italia più libera da ricatti energetici puntando sulle rinnovabili. Per muoversi sulla linea indicata dall’Europa con il Next Generation EU: coesione, transizione verde, digitale. Lo pensano i cittadini, imprese, diocesi, anche se molto resta da fare per far conoscere e rendere praticabili le CER. In particolare va colmato il ritardo accumulato nell’approvazione dei decreti attuativi. Mi pare che il nuovo ministro Gilberto Pichetto Fratin abbia dato assicurazioni su questo. L’Italia può essere protagonista della transizione verde con un’alleanza tra società, imprese, istituzioni. Tra comunità, empatia e tecnologia che può rendere più forte la nostra economia e un ruolo importante possono svolgerlo anche piccoli comuni e parrocchie».

Il report analizza il livello di conoscenza e diffusione delle comunità energetiche in Italia, nelle imprese, nel mondo ecclesiale e nella società civile ed evidenzia «Buoni livelli di conoscenza delle CER sui 3 target, in particolare nel mondo delle diocesi». Ipsos ha condotto 200 interviste a imprese di piccole e medie dimensioni, raccogliendo le opinioni degli imprenditori o di figure apicali/con potere decisionale e che hanno piena visibilità sulle strategie aziendali in materia di approvvigionamento energetico. Per le Diocesi, con la collaborazione dell’Ufficio Nazionale per i problemi sociali e il lavoro, è stato inviato il link per la compilazione di un questionario a tutti i referenti Diocesani. Su un totale di 227 realtà coinvolte, è stato raggiunto un campione finale di 80 interviste. E per offrire una visione d’insieme e un dato di confronto sul punto di vista della popolazione italiana, sono state inserite alcune domande nel barometro settimanale di Ipsos Public Affairs che coinvolge settimanalmente un campione di 800 italiani maggiorenni, rappresentativo della popolazione per area geografica, genere, età, titolo di studio, condizione occupazionale.

Tre imprese su quattro (75%) hanno sentito parlare delle CER, mentre ne ha sentito parlare solo il 15% dei cittadini. Il rapporto evidenzia che «Tuttavia, è solo il 13% dei cittadini a conoscere bene il concetto di CER, il 32% delle imprese ma ben il 47% dei referenti diocesani. Le principali opportunità nel partecipare a una CER, secondo la popolazione, sono il risparmio e la garanzia di indipendenza e sicurezza energetica sul territorio, citate quasi a pari merito».

Anche se numericamente più marginali, non mancano le aspettative positive in termini di impatti sulla società e sull’ambiente: l’adozione di un modello più sostenibile, la lotta alla povertà energetica, il rafforzamento dei legami di comunità. Tra le imprese le principali opportunità individuate sono i vantaggi sulla bolletta energetica (62%), il ritorno in termini di immagine (25%) e la possibilità di rendere più solido il legame con la comunità locale e il territorio (20%).

Però, il rapporto rileva «Ancora scarsa informazione sulle modalità e sui tempi di realizzazione e sulla entità degli investimenti economici che lo strumento richiede, seguiti dalla difficoltà nel cambio di mentalità, dall’incertezza del quadro di norme e adempimenti burocratici. Aspetto che evidenzia anche la necessità di fare maggiore informazione sul tema».

Il 65% dei cittadini ritiene che le CER possano essere uno strumento in grado di aiutarli nell’affrontare la crisi energetica, percentuale che sale al 70% tra le imprese  e 1 su 4 ritiene che le CER diano un aiuto per superare la crisi energetica e aumentare contestualmente la propria competitività.

Nel concreto il rapporto conclude che «La propensione a partecipare ad una CER raggiunge quasi il 60% tra i cittadini, 56% tra le imprese, e su entrambi i target una quota consistente, il 19%, si dichiara molto propenso. L’85% dei referenti diocesani ritiene che le CER possano incidere positivamente in termini di aumento dell’energia rinnovabile prodotta in Italia. Tuttavia, è il 43% dei referenti diocesani a sostenere che solo alcune parrocchie riusciranno ad adottare lo strumento delle CER nei prossimi anni. Infine, sono soprattutto le imprese a vedere le CER come uno strumento attuabile in tempi brevi (41% pensa che si affermeranno nei prossimi 5 anni)».

A Mantova sono state premiate anche le buone pratiche e i migliori progetti. Per la sezione scuole, gli Istituti che partecipando al progetto “Conosci, Comunica, Cambia” hanno proposto le migliori idee di cambiamento: il liceo artistico Dal Prato di Guidizzolo, l’istituto Gonzaga di Castiglione delle Stiviere, il Fermi di Mantova, il Galilei di Ostiglia e lo Strozzi di Mantova che con il progetto “KIT HOME MADE” è risultato il primo classificato. Per il settore imprese, il premio è andato all’azienda di pellet Bedogna di Dosolo, che ha impostato tutta la filiera produttiva nel rispetto della sostenibilità e della qualità della vita dei propri dipendenti; per la categoria Enti Locali/Associazioni a qualificarsi sono stati il Comune di Rivarolo Mantovano insieme alle Giubbe Verdi di San Martino dall’Argine, per il progetto scolastico dedicato alla biodiversità; il premio speciale è andato invece agli organizzatori di Festivaletteratura per l’impegno nella realizzazione di un festival a ridotto impatto ambientale.

Il presidente di Gruppo Tea, Massimiliano Ghizzi, ha concluso: «Quanto è emerso oggi conferma l’urgenza di definire le regole attuative necessarie a dare avvio definitivo alle Comunità. Nel bel mezzo di una crisi energetica, sussiste un vuoto normativo ingiustificabile, che speriamo si colmi entro il mese, che rallenta i tanti progetti in essere nel nostro Paese. Il processo verso la transizione energetica è avviato, urgente e trasversale, e le CER rappresentano senz’altro una soluzione concreta. In questo processo sono molti gli attori coinvolti, ma fondamentale, mi pare, il ruolo delle multiutility come Tea, già impegnata in questo settore, chiamate a supportare gli Enti locali nell’abbracciare al meglio queste opportunità di sviluppo ambientale, economico e sociale, e a svolgere un ruolo attivo nel promuovere un cambiamento culturale nelle rispettive comunità. Un cambiamento rispetto all’approccio al consumo che con le CER diventa condiviso, orientato al risparmio e al bene comune attraverso energia pulita e rinnovabile».