Sri Lanka chiude col carbone e punta sul solare sui tetti

Entro il 2030, il 70% dell'elettricità dell'isola dovrà provenire da fonti rinnovabili

[18 Agosto 2021]

Nel 2019, Sri Lanka ha ottenuto il 35% della sua elettricità da fonti rinnovabili, soprattutto  energia idroelettrica, e il nuovo Climate Plan del governo di Colombo prevede che l’isola smetterà di costruire centrali elettriche a carbone e raddoppierà la quota della sua elettricità da fonti rinnovabili entro il 2030, portandola al 70%, facilitando gli investimenti per realizzare tetti solari.

Lo Sri Lanka ha solo una centrale elettrica a carbone da 900 MW, finanziata e costruita dalla Cina nel 2006. Ufficialmente la centrale si chiama Lakvijaya ma è conosciuta come Norocholai dal nome del villaggio della costa occidentale che lo ospita. Fin dalla sua sua costruzione la centrale cinese è stata oggetto di proteste e ora soddisfa circa un terzo della domanda di elettricità dello Stato Insulare a sud dell’India, ma il controverso progetto di seconda centrale a carbone, finanziato dall’India, è stato messo  da parte nel 2016, dopo che gli ambientalisti cingalesi presentarono un ricorso legale.

L’unica centrale elettrica a carbone di Sri Lanka, ,.

Mettere uno stop definitivo a un’ulteriore produzione di energia da carbone contribuisce all’obiettivo di ridurre del 4% le emissioni di gas serra dello Sri Lanka entro il 2030 con investimenti nazionali e di arrivare fino al -10,5% con il sostegno internazionale. Secondo l’Updated Nationally Determined Contributions presentato a luglio all’Onu dal ministero dell’ambiente dello Sri Lanka, il governo di Colombo punta ad avere un sistema di produzione di elettricità a emissioni zero entro il 2050.

Una decisione accolta con entusiasmo da Mohammed Nasheed, ex presidente delle vicine Maldive e negoziatore climatico per i piccoli Stati insulari:«Grande leadership climatica del presidente Gotabya Rajapaska che allontana lo Sri Lanka dal carbone e lo porta verso le energie rinnovabili».

Il governo sta incoraggiando gli abitanti dello Sri Lanka a installare l’energia solare sul tetto offrendo prestiti con un tasso di interesse massimo del 4%. Uno schema è finanziato da un prestito di 50 milioni di dollari dalla Asian Development Bank (ADB) che conferma: «ADB sta sostenendo l’offerta dello Sri Lanka per aumentare l’uso dell’energia solare e di altre fonti di energia rinnovabile nella fornitura di elettricità all’intero Paese e rispettare il suo impegno per l’Accordo di Parigi sui cambiamenti climatici. Il programma del governo. “Battle for Solar Energy” prevede 1.000 megawatt di capacità di generazione di energia solare entro il 2025, il tutto dai tetti delle case e delle aziende. Nel 2017, ADB ha approvato un prestito di 50 milioni di dollari per il progetto Rooftop Solar Power Generation dello Sri Lanka, che finanzierà lo sviluppo di sistemi solari fotovoltaici sul tetto e sosterrà l’obiettivo del governo di aumentare la quota di produzione di energia rinnovabile non convenzionale nel mix di produzione di energia dello Sri Lanka. Il progetto ha fornito la linea di credito che consente alle imprese e alle famiglie di finanziare l’installazione di impianti di generazione solare fotovoltaica in cima alle loro case e ai loro edifici. Il ministero delle finanze gestisce la linea di credito, in stretta collaborazione con il ministero dell’energia e alla Sri Lanka Sustainable Energy Authority. I fondi vengono convogliati ai beneficiari attraverso istituti finanziari partecipanti selezionati».

Per garantire la corretta attuazione del progetto di investimento, ADB ha fornito 1 milione di dollari per le attività di preparazione del progetto. Il finanziamento è arrivato dall’Asian Clean Energy Fund di ADB nell’ambito della Clean Energy Financing Partnership Facility. Alla fine del 2019 sono stati approvati circa 2.081 sotto-progetti per un totale di 23,5 megawatt di impianti solari fotovoltaici ed è stata supportata la verifica tecnica post-installazione. Inoltre, l’ADB ha condotto uno studio dettagliato sull’integrazione del fotovoltaico su larga scala nella rete elettrica dello Sri Lanka.

Il bilancio fatto dall’ADB è positivo: «Il progetto sta aumentando l’accesso all’energia pulita e affidabile nello Sri Lanka finanziando sotto-progetti di energia solare sui tetti in tutto il Paese attraverso partner e clienti del settore privato.  Nel 2020, il Clean Energy Fund nell’ambito della Clean Energy Financing Partnership Facility ha fornito un finanziamento aggiuntivo di 250.000 dollari per aiutare ad aumentare la capacità di energia rinnovabile installata con i sistemi solari sui tetti e migliorare la capacità degli stakeholder per le future installazioni solari. Con il finanziamento aggiuntivo, questa è stata portata a una capacità prevista di 60 MW con una produzione stimata di energia lorda di 94,6 gigawattora (GWh) all’anno. Il progetto iniziale prevedeva l’aggiunta di 50 MW di capacità di energia rinnovabile da sotto-progetti sui tetti solari. Al suo completamento, si prevede che il progetto ridurrà le emissioni di gas serra dello Sri Lanka di 66.800 tonnellate di CO2 equivalente (tCO2e) all’anno. Sta inoltre sviluppando un’infrastruttura di mercato per i sistemi solari sui tetti attraverso una maggiore cooperazione con istituzioni finanziarie private».

Anoka Abeyrathne, direttrice di Aayusha Global, consulente per la sostenibilità di a Colombo, ha detto a Climate Home News: «Questi schemi per l’energia solare sono stati implementati su larga scala in tutti i parchi industriali, inclusi tetti e abitazioni. Questo ha un senso finanziario sia per le aziende che per le famiglie poiché i costi per l’energia sono notevolmente ridotti. Inoltre, il riacquisto di energia solare da pate della rete sta incoraggiando più persone a installare sistemi solari anche come sistema di entrate aggiuntivo».

Ma secondo Umesh Moramudali, docente di debito e sviluppo all’università di Colombo «Questi progetti solari non sono su larga scala. L’ ADB afferma che questo progetto dovrebbe ridurre le emissioni di gas serra del Paese di 66.800 tCO2 all’anno. Si tratta di circa il 2% delle emissioni annuali totali dello Sri Lanka».

Vositha Wijenayake, direttrice esecutiva della ONG Slycan Trust e negoziatrice climatica dello Sri Lanka, ha sottolineato che «La rete deve essere resa più stabile in modo che possa assorbire energia rinnovabile a un ritmo elevato».

La Abeyrathne ha ricordato perché lo Sri Lanka deve abbandonare i conmbustibili fossili, a cominciare dal fatto che la centrale a carbone di  Lakvijaya  «Ha inquinato l’acqua, i fumi hanno danneggiato la salute dei residenti locali e la cenere ha danneggiato i prodotti degli agricoltori vicini. Il desiderio dello Sri Lanka di abbandonare il carbone è in parte guidato dal desiderio di indipendenza energetica. Il paese non produce né carbone né petrolio.