Solo una compagnia elettrica su 10 investe di più sulle energie rinnovabili che sui combustibili fossili

La stragrande maggioranza delle compagnie elettriche mondiali continua a investire pesantemente nei combustibili fossili, ostacolando la transizione green

[2 Settembre 2020]

Secondo il nuovo studio “A global analysis of the progress and failure of electric utilities to adapt their portfolios of power-generation assets to the energy transition”, pubblicato su Nature Energy da Galina Alova, della Smith School of Enterprise and the Environment dell’università di Oxford, quando si tratta di passare a fonti di energia verde come l’eolico e il solare le compagnie elettriche puntano i piedi.

A livello globale, solo un fornitore di energia su 10 ha dato la priorità alle energie rinnovabili rispetto ai combustibili fossili e anche le utilities che stanno investendo nell’energia più verde continuano a investire nel carbone e nel gas ad alto contenuto di carbonio.

La Alova  sottolinea in un’intervista a BBC News che questa lenta espansione delle energie rinnovabili mina gli sforzi globali per affrontare il cambiamento climatico.

Fanno eccezIone l’Europa e il Regno Unito, dove l’energia rinnovabile ha conquistato una quota significativa del mercato, con il 40% dell’elettricità britannica che nel 2019 proveniva da ‘eolico e dal solare.

Anche se negli ultimi anni in tutto il mondo c’è stato un vero e proprio boom dell’energia rinnovabile, molti dei nuovi impianti eolici e solari sono stati costruiti da produttori indipendenti, mentre, secondo il nuovo studio, le grandi compagnie di servizi pubblici, comprese molte imprese statali e cittadine, sono state molto più lente a diventare ecocompatibili .

Lo studio ha esaminato più di 3.000 compagnie elettriche di tutto il mondo e per analizzare le loro attività negli ultimi 20 anni  ha utilizzato tecniche di machine learning. Ne è emerso che «Solo il 10% delle compagnie ha ampliato la propria produzione di energia da fonti rinnovabili più rapidamente della propria capacità alimentata a gas o carbone». Tra i pochi che hanno speso di più per le energie rinnovabili, molti hanno continuato a investire nei combustibili fossili, anche se a un livello inferiore.

Secondo la Alova, la stragrande maggioranza delle compagnie elettriche ha appena fatto il primo passo verso le rinnovabili: «Se si guarda a tutte le utilities e a qual è il comportamento dominante, non stanno facendo molto per i combustibili fossili e per le energie rinnovabili. Quindi, potrebbero fare qualcosa con altri combustibili come l’energia idroelettrica o il nucleare, ma non stanno passando alle energie rinnovabili né aumentando la capacità dei combustibili fossili».

L’autrice dello studio fa notare che «Molti di questi tipi di utilities sono di proprietà dei governi governo e dovrebbero aver investito nei loro portafogli energetici molti anni fa». Ma la conclusione generale dell’analisi è che queste compagnie elettriche pubbliche «Stanno “ostacolando” la transizione globale alle energie rinnovabili. Le compagnie stanno ancora aumentando la loro capacità basata sui combustibili fossili.  Quindi, le utilities stanno ancora dominando il business globale dei combustibili fossili. E sto anche scoprendo che una quota piuttosto significativa della capacità basata sui combustibili fossili di proprietà delle utilities è stata aggiunta nell’ultimo decennio, il che significa che si tratta di risorse piuttosto nuove».

Ma per rispettare gli obiettivi dell’accordo sul clima di Parigi, le centrali a carbone e ad altri combustibili fossili dovrebbero essere chiuse anticipatamente o avranno bisogno di utilizzare la costosa e non ancora pienamente testata tecnica del carbon capture and storage, perché sono state realizzate per durare altri decenni.

la Alova  conclude: «L’inerzia nel settore elettrico è una delle cause principali della lenta transizione. Ma le notizie che vengono riportate sulle società energetiche non sempre rappresentano la complessità dei loro investimenti. Le energie rinnovabili e il gas vanno spesso di pari passo. Le compagnie spesso scelgono entrambe le cose parallelamente. Quindi potrebbe essere solo dai resoconti dei media che stiamo avendo questa immagine di investimento nelle energie rinnovabili, ma con meno copertura sugli investimenti continui nel gas. Quindi non si tratta di greenwashing. E’ solo che questo investimento parallelo nel gas diluisce il passaggio alle energie rinnovabili. Questa è la questione chiave».