Scoperto un nuovo grande giacimento di gas al largo dell’Egitto

L’AD di Eni Descalsi incontra il dittatore egiziano El-Sisi. Firmato un memorandun riduzione delle emissioni da gas flaring e per la valorizzazione del gas

[17 Gennaio 2023]

Il 15 gennaio, Eni ha annunciato  «Una nuova importante scoperta di gas nel pozzo esplorativo Nargis-1, nella concessione “Nargis Offshore Area”, nel Mar Mediterraneo orientale, al largo dell’Egitto. Il pozzo Nargis-1, perforato in 309 metri d’acqua dalla nave di perforazione Stena Forth, ha incontrato circa 61m di arenarie del Miocene e dell’Oligocene contenenti gas. La scoperta potrà essere sviluppata sfruttando la vicinanza alle infrastrutture Eni esistenti. Nargis-1 conferma l’efficacia della strategia di Eni con focus sull’offshore egiziano, che la società svilupperà ulteriormente grazie alla recente aggiudicazione dei blocchi esplorativi North Rafah, North El Fayrouz, North East El Arish, Tiba e Bellatrix-Seti East».

Eni sottolinea che «La concessione “Nargis Offshore Area” ha un’estensione di circa 445.000 acri (1.800 chilometri quadrati). Chevron Holdings C Pte. Ltd. è l’operatore con una quota del 45%, mentre IEOC Production BV, consociata interamente controllata da Eni, detiene una quota del 45% e Tharwa Petroleum Company SAE detiene una quota del 10%».

Eni è presente in Egitto dal 1954, dove opera attraverso la controllata IEOC ed ha avuto sempre buonissimi rapporti con tutti i governi autoritari e dittatoriali (e i rari democratici) che si sono succeduti nel Paese. La multinazionale a partecipazione statale italiana è attualmente il principale produttore del paese con una produzione di idrocarburi di circa 350.000 barili di petrolio equivalente al giorno.  Ed Eni non rinuncia a fare un po’ di greenwashing internazionale quando, mentre annuncia la scoperta del nuovo giacimento di idrocarburi, nello stesso comunicato evidenzia che «In linea con la strategia net-zero entro il 2050, Eni è impegnata in una serie di iniziative volte a decarbonizzare il settore energetico egiziano, tra cui lo sviluppo di impianti CCS, impianti di energia rinnovabile, agrifeedstock per la bioraffinazione e altri».

L’Egitto ha circa 2,21 trilioni di m3 di riserve accertate di gas e nel 2021 ne ha prodotto oltre 95 miliardi di m3. Il Paese arabo ha rafforzato la sua posizione di produttore di gas dopo che Eni ha scoperto nel 2015 il gigantesco giacimento di Zohr nel Mediterraneo orientale con una stima di 850 miliardi di m3 di gas. Negli ultimi 8 anni, l’Egitto ha incrementato la sua produzione di gas del 66% e nel 2022 ha esportato circa 22 milioni di m3 di gas naturale liquefatto, la maggior parte dei in Europa, alla quale non sembra interessare che l’Egitto sia una dittatura che reprime e tortura gli oppositori e che partecipa in vario modo alle guerre in Libia e Yemen. Nel 2022, mentre l’Onu affidava all’Egitto l’organizzazione della COP27 Unfccc a Sharm el-Sheikh, l’E ha firmato un il regime del Cairo e Israele un accordo per incrementare le importazioni di energia dal Mediterraneo orientale per ridurre la dipendenza dal regime autoritario della Russia che ha invaso l’Ucraina e consentire a più compagnie occidentali di essere coinvolte nell’esplorazione del gas nella regione.

Di tutto questo, ormai dimenticato l’omicidio di Giulio Regeni da parte del regime repressivo egiziano, nascosti sotto il tappeto le violazioni dei diritti umani, ieri l’amministratore delegato di Eni, Claudio Descalzi, ne ha parlato con il presidente egiziano Abdel Fattah El-Sisi al Cairo per approfondire le aree di interesse comune e di collaborazione.

In una nota Eni evidenzia che «I principali temi discussi sono stati le attività attuali e future di Eni in Egitto, con un focus sulla campagna esplorativa in corso, i cui risultati preliminari sono già positivi, e che ha il potenziale per consentire di aumentare l’export rapidamente facendo leva sulla capacità disponibile negli asset dell’azienda sulla costa mediterranea.  Le parti hanno discusso anche i piani in esecuzione e futuri per la transizione energetica e la decarbonizzazione del settore energetico egiziano, tra cui iniziative di sostituzione di gas con rinnovabili negli asset, progetti di economia circolare, impianti di cattura e iniezione di CO2, iniziative di produzione di agro-feedstock per la bioraffinazione e altri».

Inoltre, alla  presenza del ministro del petrolio egiziano Tarek El Molla e di Descalzi. è stato firmato un Memorandum of Intent (“MoI”) tra la Egyptian Natural Gas Holding Company (EGAS) rappresentata dal Presidente Magdy Galal, ed Eni, rappresentata dal COO Natural Resources Guido Brusco, per collaborare sulle tecnologie di riduzione delle emissioni, tra cui la riduzione del gas flaring e la valorizzazione del gas,  Eni spiega che «Sulla base di tale MoI, le società condurranno studi congiunti per identificare le opportunità di riduzione delle emissioni di gas serra nel settore petrolifero e del gas in Egitto, generando un piano di iniziative che porteranno a un’ulteriore valorizzazione del gas».