Scoperto un enorme giacimento di elio in Tanzania. Gli scienziati: è un “game-changer”

54 miliardi di BCf, sufficienti a rifornire più di 1,2 milioni di scanner per la risonanza magnetica

[29 Giugno 2016]

Un nuovo metodo di ricerca del gas  ha permesso di scoprire un enorme giacimento di elio, che potrebbe permettere di affrontare la crescente carenza di questo elemento vitale ma ancora raro.

L’elio non serve solo a gonfiare i palloncini, è fondamentale per molte cose che diamo per scontate, come le saldature o il rilevamento di emissioni industriali e delle centrali nucleari. L’elio viene utilizzato dall’industria spaziale per non far surriscaldare gli strumenti satellitari, per pulire i motori a razzo ed è stato utilizzato per raffreddare l’ossigeno liquido e l’idrogeno che alimentavano i veicoli spaziali Apollo. L’elio è utilizzato per il raffreddamento del Large Hadron Collider (LHC) e dei magneti superconduttori degli scanner per la risonanza magnetica. Viene spesso usato per riempire palloni meteorologici e dirigibili. Una miscela di 80% di elio e il 20% di ossigeno viene utilizzata dai sommozzatori che lavorano ad alte profondità. Helium-neon gas lasers sono utilizzati per la scansione di codici a barre alle casse dei supermercati.

Ma, pur essendo il secondo elemento più abbondante dell’universo è estremamente raro sulla Terra e le riserve terrestri conosciute di elio si stanno rapidamente esaurendo. Il team di ricerca delle università britanniche di Durham e Oxford, che lavora insieme alla compagnia norvegese Elio One, sottolinea che «Fino ad ora l’elio non è mai stato trovato intenzionalmente, viene scoperto accidentalmente in piccole quantità durante le trivellazioni di petrolio e gas», ma ora è stato sviluppato un nuovo approccio esplorativo che ha portato alla scoperta di un giacimento elio in Tanzania che si pensa sia uno dei più grandi del mondo.

La ricerca, presentata da Diveena Danabalan, del Dipartimento di scienze della Terra della Durham University, alla Goldschmidt geochemistry conference in corso a Yokohama, in Giappone,  dimostra che l’attività vulcanica fornisce il calore intenso necessario per rilasciare il gas dal cuscinetto di elio che si è d formato nelle rocce più antiche. Nella Rift Valley della Tanzania i vulcani hanno rilasciato l’elio da antiche rocce profonde e lo hanno intrappolato questo elio in giacimenti di gas meno profondi.

La Danabalan ha sottolineato: «Abbiamo dimostrato che i vulcani della Rift svolgono un ruolo importante nella formazione delle vitali riserve di elio. L’attività vulcanica probabilmente fornisce il calore necessario per liberare l’elio accumulato nelle antiche rocce crostali. Tuttavia, se le trappole del gas sono situate troppo vicino a un dato vulcano, si corre il rischio che  l’elio sia fortemente diluito con gas vulcanici come l’anidride carbonica, proprio come si vede di sorgenti termali della regione. Ora stiamo lavorando per identificare la  “Goldilocks zone”, tra l’antica crosta e vulcani moderni, dove l’equilibrio tra rilascio di elio e la diluizione vulcanica è “quello giusto”»..

Il suo collega Chris Ballentine, anche lui del Dipartimento di scienze della Terra della Durham University, spiega: «Abbiamo campionato gas elio (e azoto) che ribolliva appena fuori dal terreno nella Tanzanian East African Rift valley. Combinando la nostra conoscenza della geochimica dell’elio  con le immagini sismiche delle strutture che intrappolano il di gas, gli esperti indipendenti hanno calcolato una risorsa probabile di 54 miliardi di piedi cubi (BCf) solo in una  parte della Rift Valley. Questo è sufficiente a rifornire più di 1,2 milioni di scanner medici MRI. Per mettere questa scoperta in prospettiva: il consumo mondiale di elio è di circa 8 BCf all’anno e l’United States Federal Helium Reserve, che è il più grande fornitore al mondo, ha una riserva  corrente di soli 24,2 BCf. Il totale delle riserve note negli Usa sono di circa 153 BCf. Questo è un game changer per il futuro della sicurezza del fabbisogno di elio della società e la scoperta di giacimenti simili in futuro potrebbe  non essere molto lontana».

Secondo un altro professore della Durham University, Jon Gluyas, «Questo è un esempio eccezionale di industria e università che lavorano insieme a stretto contatto per fornire un reale valore alla società. L’impatto di questa e delle future scoperte di elio garantirà l’approvvigionamento per il medical scanning e per altre industrie».

Pete Barry, Dipartimento scienze della terra dell’università di Oxford, che ha campionato il gas, conclude: «Siamo in grado di applicare questa stessa strategia in altre parti del mondo con una storia geologica simile per trovare nuove risorse di elio. E’ eccitante, abbiamo collegato l’importanza dell’attività vulcanica al rilascio di elio con la presenza di potenziali strutture di cattura e questo studio rappresenta un ulteriore passo verso la creazione di un modello praticabile per l’esplorazione dell’elio. Questo è assolutamente necessario, data l’attuale domanda  di elio».