Rinnovo del parco eolico pugliese: pale eoliche dimezzate e 135 milioni all’anno per l’indotto (VIDEO)

e2i, Anev e assoRinnovabili auspicano una semplificazione degli iter autorizzativi

[21 Luglio 2016]

Secondo lo studio Althesys presentato al convegno “Il rinnovo del parco eolico. Opportunità per il territorio”, alcuni dei benefici attesi dal rinnovo del parco eolico pugliese sono: «Numero delle pale eoliche dimezzato o addirittura ridotto a un terzo con una diminuzione di suolo occupato di circa 170 km2 , una ricaduta economica sull’indotto di 135 milioni all’anno, un incremento occupazionale di oltre 1.600 addetti e un contributo alla riduzione delle emissioni globali pari a 2,7 milioni di tonnellate di CO2 all’anno».

Gli organizzatori del convegno, e2i Energie Speciali – il polo nel settore delle rinnovabili di Edison e F2i – Associazione nazionale energia del vento (Anev) e assoRinnovabili, sottolineano che «A quasi 20 anni dalla realizzazioni dei primi parchi eolici in Puglia si prefigura l’opportunità del loro rinnovo, attraverso la sostituzione degli aerogeneratori esistenti con quelli di nuova generazione, che sono più efficienti e permettono di ridurre il numero di pale nei parchi eolici».

Lo studio individua una prima fase al 2020 e una seconda al 2032, «quando si ipotizza possa essere completato il processo di rinnovamento, portando la produzione di energia elettrica da fonte eolica in Puglia a 6,9 TWh all’anno, contro i 4,3 TWh attuali. Processo che contribuirà a non far perdere alle Puglia il vantaggio competitivo nella produzione da fonti rinnovabili rispetto al resto del Paese e favorirà il raggiungimento degli obiettivi previsti nell’accordo sul clima siglato a Parigi durante la Cop21».

Giuseppe Noviello l’amministratore delegato di e2i, e2i, un operatore storico in Puglia, ha ricordato che «Perché è proprio qui che abbiamo sviluppato i nostri primi parchi, vorremmo crescere su questo territorio valorizzando il patrimonio di esperienze e competenze maturate nel tempo. Le iniziative di rinnovo dei parchi rivestono un grande valore per il territorio, oltre che per gli operatori del settore e per il sistema nel suo complesso. Ci auguriamo che la riflessione avviata oggi diventi un contributo fattivo al confronto tra operatori e istituzioni in favore di una semplificazione normativa e uno snellimento dei percorsi autorizzativi».

Il presidente di ANEV,  Simone Togni, ha sottolineato che «Affrontare un tema come quello del rinnovamento eolico in Puglia è fondamentale oggi per consentire al settore di esprimere al meglio tutte le sue potenzialità e i suoi benefici sul territorio regionale. Adeguare le normative regionali per consentire agli operatori eolici di svolgere le proprie attività in un quadro più snello e semplificato in tema di rinnovamento degli impianti, significa dare una spinta decisiva al raggiungimento degli obiettivi internazionali di riduzione di CO2 oltre che cogliere un’opportunità in termini di sviluppo, occupazione e benefici ambientali».

Il convegno è stato l’occasione per presentare anche la “Carta del rinnovamento eolico sostenibile”, documento sottoscritto dai principali operatori del settore, Anci e Legambiente. La Carta è un documento con la quale  i principali operatori del settore si propongono di identificare regole operative, criteri applicativi, standard e best practice, utili per costruire insieme un percorso di sostenibilità qualificante per le iniziative di rinnovamento eolico, in condivisione con tutti gli stakeholders pubblici e privati interessati.

Il presidente di assoRinnovabili, Agostino Re Rebaudengo, ha concluso evidenziando che «Negli ultimi anni il Governo ha enormemente penalizzato il rinnovo e l’efficientamento del parco eolico italiano: allo stato dei fatti gli operatori non possono, né potranno realizzare nessun intervento volto a migliorare la produttività o a rinnovare la tecnologia utilizzata. Ciò porterà alla progressiva chiusura degli impianti attualmente in esercizio. Occorre invertire il senso di marcia: l’attuale parco eolico costituisce infatti un valore per il sistema e, se opportunamente rinnovato, potrebbe continuare a produrre energia verde a un costo minore e con un impatto ambientale e paesaggistico nullo, con evidenti vantaggi anche in termini di inquinamento atmosferico e riduzione della CO2».

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