Produrre l’energia necessaria per uscire dalla povertà senza pesare sulla Terra

Uno studio internazionale e un progetto italiano: più trasporti pubblici e case sostenibili

[10 Giugno 2019]

Mentre nei Paesi in via di sviluppo aumenta il tenore di vita delle persone, aumenta anche il  consumo di energia, ma la crescente richiesta di abitazioni decenti, di trasporti ed elettricità. Un problema che sembrerebbe irrisolvibile, ma un team di ricercatori guidato da Narasimha Rao, che si occupa di sistemi energetici alla Yale University, ha scoperto che è possibile aumentare l’accesso all’energia essenziale per avere  una “vita dignitosa”, senza forti aumenti delle emissioni. Di controllo. Come spiega Horizon, l’Eu researche & innovation magazine, «La sua checklist per un tenore di vita decente include una casa sicura e non affollata, pasti nutrienti, cucine pulite, accesso all’acqua e ai servizi igienici, elettrodomestici di base, istruzione primaria, assistenza sanitaria e trasporti pubblici».

Mettendo insieme i dati sull’energia necessaria per soddisfare questi bisogni energetici  essenziali in tutto il mondo, Rao  e i suoi colleghi del progetto DecentLivingEnergy puntavano a identificare i modi in cui i Paesi in via di sviluppo possono fornire l’energia necessaria per sradicare la povertà senza accelerare i cambiamenti climatici. Il passo essenziale è stato quello di quantificare l’energia necessaria per fornire standard di vita decenti e valutare il loro contributo alle emissioni di gas serra.

La ricerca, realizzata dall’Internationale Institut für Angewandte Systemanalyse (Iiasa) di Vienna in India, Brasile e Sudafrica, ha scoperto che «E’ possibile aumentare l’accesso di base all’interno degli attuali livelli nazionali di utilizzo dell’energia» e ha indicato «Molte strategie che potrebbero migliorare la vita e ridurre le emissioni, come ad esempio un maggior trasporto  pubblico – utilizzando preferibilmente veicoli low-emission alimentati ad energia elettrica – e migliori materiali da costruzione nelle città».

Rao è convinto che questa ricerca potrebbe aiutare i politici e i governi a fare scelte più sostenibili: «I governi devono realizzare i trasporti pubblici: sono un bene per la società, per la salute. Usare i mezzi pubblici piuttosto che le auto private per soddisfare i futuri bisogni di mobilità nelle città indiane potrebbe ridurre la richiesta di energia fino al 25% e ridurre significativamente l’inquinamento atmosferico e le emissioni».

Un’altra iniziativa efficace è quella di incoraggiare un’adeguata nutrizione e non solo per quanto riguarda le calorie, e anche qui Rao fa l’esempio dell’India come esempio: «Abbiamo imparato che sia nelle diete vegetariane sia in quelle non vegetariane ci sono scelte di cereali e di (altri) alimenti, che richiedono meno risorse e sono più salutari».

La terza priorità per limitare le emissioni di gas serra migliorando al contempo la vita dei poveri è «Progettare edifici efficienti dal punto di vista energetico e utilizzare materiali e metodi di costruzione più sostenibili. Risparmiano denaro, risparmiano energia e inoltre forniscono servizi adeguati alle persone».

La ricerca di Rao e degli austriaci dell’Iiasa evidenzia che per fornire le basi per uscire dalla povertà garantendo l’accesso all’energia a tutti non bisogna intervenire prioritariamente nelle comunità più povere, perché non è lì che si verifica la principale crescita della richiesta di energia che invece «Aumenta quando le persone iniziano a diventare più abbienti e possono essere in grado di permettersi una casa più grande, o di voler comprare una macchina o due».

Rao spiega ancora: «I più grandi divoratori di energia sono la mobilità e gli edifici. Ecco dove ci sono anche un sacco di consumi, in termini di macchine per persona e di grandi case che consumano molta dell’energia utilizzata in un’economia».

Peer questo Rao punta ad estendere  la sua ricerca ad altri Paesi per «Eliminare i costi energetici degli europei che vivono in società sempre più ricche, a cominciare dall’Austria. L’obiettivo è identificare i modi in cui le persone possono evitare di aumentare le loro richieste di energia man mano che diventano più ricchi». Ma, come ha dimostrato Eurostat, non tutti gli europei rientrano in questa categoria: nel 2017 in tutto il continente oltre  40 milioni di persone (l’8% della popolazione dell’Unione europea) non potevano permettersi di mantenere le loro case al caldo in inverno.

Marina Varvesi, dell’ Agenzia per l’innovazione, lo sviluppo e la formazione (Aisfor) ha detto a Horizon che «Le cause possono variare, ma gli effetti a catena possono essere visti nelle cattive condizioni di salute». Un insieme di bassi redditi, aumento dei costi energetici e case inefficienti dal punto di vista energetico contribuiscono alla povertà energetica. Ed è questo insieme di problemi che porta una famiglia a rimanere senza energia elettrica, riscaldamento o raffreddamento,a non pagare le bollette o a dover rinunciare ad altri consumi essenziali per poter pagare l’energia per illuminare le case, riscaldarsi d’inverno e stare più freschi l’estate oppure semplicemente cucinare.

L’Aisfor sta coordinando il progetto ASSIST per la formazione di consulenti energetici che possono offrire un aiuto pratico ai consumatori vulnerabili, comprese le famiglie a basso reddito e le persone anziane o disabili che sopravvivono con poche entrate. Per una persona anziana che deve affrontare l’inverno con una pensione bassa in una casa piena di spifferi con riscaldamento inadeguato, questo potrebbe significare avere una consulenza su una stufa più efficiente, o su un supporto finanziario che può essere disponibile, o su come evitare le tariffe elettriche più costose.

La Varvesi aggiunge: «Potrebbero persino essere in grado di aiutare i consumatori vulnerabili semplicemente dicendo loro che, a causa delle conseguenze per la loro salute, staranno meglio se tengono il riscaldamento molto più basso, piuttosto che a tutta».

Il programma di consulenza per l’energia domestica è stato sperimentato in Italia, Belgio, Finlandia, Polonia, Regno Unito e Spagna «con l’obiettivo di migliorare la vita di 46.500 consumatori vulnerabili». Oltre ai consigli pratici per la casa, ASSIST sta elaborando un quadro per affrontare la povertà energetica destinato ai responsabili politici e gli amministratori e che prende in considerazione l’energia, la salute, i servizi sociali e l’alloggio. «Questo perché un riscaldamento invernale inadeguato ha un grande impatto – conclude la Varvesi – Saremmo molto felici se i consumatori aumentassero il loro comfort a casa attraverso sistemi più efficienti, in modo che potessero ridurre le loro conseguenze sulla salute e quindi le spese sanitarie».