Più energia eolica e solare o l’Ue non rispetterà i suoi obiettivi 2020 e 2030

La Corte dei conti europea: senza valori vincolanti difficile raggiungerli in diversi Paesi e nell’Ue

[6 Giugno 2019]

Secondo la nuova  relazione speciale “Produzione di energia elettrica da impianti eolici e solari: sono necessari interventi significativi per conseguire i valori-obiettivo che l’UE si è prefissata”,  pubblicata dalla Corte dei conti europea, «L’Ue deve adottare misure significative per produrre più energia elettrica da impianti eolici e solari e conseguire i valori-obiettivo che si è prefissata in termini di energia da fonti rinnovabili».  La Corte  fa notare che «Sebbene sia il settore dell’energia eolica che quello dell’energia solare abbiano fatto registrare una forte crescita dal 2005, vi è stato un rallentamento a partire dal 2014. La Commissione dovrebbe esortare gli Stati membri a sostenere l’ulteriore diffusione dell’energia da fonti rinnovabili organizzando aste per assegnare capacità aggiuntiva, promuovendo la partecipazione dei cittadini e migliorando le condizioni di tale diffusione». Allo stesso tempo, la Corte segnala che, «Per metà degli Stati membri dell’Ue, raggiungere i valori-obiettivo in termini di energia da fonti rinnovabili al 2020 resterà una sfida significativa».

Tra il 2005 e il 2017, la produzione di energia eolica e solare nell’Ue è cresciuta rispettivamente del 400 % e dell’8 000 %. Tra il 2007 e il 2020 l’Ue, tramite il Fondo europeo di sviluppo regionale e il Fondo di coesione, ha messo a disposizione circa 8,8 miliardi di euro per progetti relativi a energia da fonti rinnovabili, di cui circa 972 milioni di euro per investimenti in impianti eolici e 2,9 miliardi di euro per investimenti in impianti a energia solare. La Corte dice che «I regimi di sostegno, in genere, hanno offerto prezzi di vendita garantiti, premi supplementari o introiti aggiuntivi tramite certificati negoziabili. Per il periodo 2021‑2027, la Commissione propone di mettere a disposizione circa 71,8 miliardi di euro per interventi che sostengano gli obiettivi climatici, tra i quali rientra la promozione della produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili».

La Corte dei conti rammenta che «La Commissione può intentare un’azione legale contro gli Stati membri che non conseguiranno detti valori-obiettivo. Gli Stati membri erano liberi di fissare propri valori-obiettivo più ambiziosi in materia di energia da rinnovabili. Tuttavia, per il 2030, i valori-obiettivo nazionali sono stati abbandonati ed è stato fissato un valore-obiettivo per l’insieme dell’Ue».

Per il 2020 l’Unione europea punta a produrre da fonti rinnovabili, un quinto dell’energia che consuma per riscaldamento, raffrescamento, trasporto e per energia elettrica e la Corte evidenzia che «In effetti, tra il 2005 e il 2017 la produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili nell’UE è raddoppiata, passando da circa il 15 % a quasi il 31 %. I settori eolico e solare fotovoltaico attualmente forniscono la quota maggiore di energia elettrica prodotta usando fonti rinnovabili, e la diminuzione dei costi li rende un’alternativa sempre più concorrenziale alla combustione dei combustibili fossili».

Per capire come stanno andando le cose, la Corte ha valutato i progressi compiuti dall’Ue e dai suoi Stati membri verso il raggiungimento dei valori-obiettivo in termini di energia da fonti rinnovabili e,  per verificare se il sostegno finanziario alla produzione di energia elettrica mediante impianti eolici e solari sia stato efficace, gli auditor della Corte sono andati  in Germania, Grecia, Spagna e Polonia,  La Corte ha così rilevato che «In diversi casi, i primi regimi di sostegno erano stati eccessivamente sovvenzionati, risultando in prezzi dell’energia elettrica più alti e maggiori disavanzi pubblici. Dopo il 2014, quando gli Stati membri alla fine hanno ridotto il sostegno finanziario per alleggerire l’onere gravante sui consumatori e sui bilanci nazionali, la fiducia degli investitori è diminuita e si è verificato un rallentamento del mercato».

George Pufan, responsabile della relazione Corte dei conti europea. Spiega che «Gli Stati membri hanno incentivato gli investimenti in impianti eolici e solari, ma il modo in cui hanno ridotto il sostegno ha scoraggiato potenziali investitori e ha rallentato la diffusione. Il rallentamento nel passaggio alla produzione di energia elettrica da rinnovabili comporta il rischio che il valore-obiettivo dell’Ue al 2020 possa non essere raggiunto».

A detta della Corte, «L’organizzazione di aste per assegnare capacità di produzione aggiuntiva da rinnovabili, per determinare il prezzo di offerta e promuovere la partecipazione dei cittadini all’economia verde è cruciale per incrementare gli investimenti. Inoltre, per realizzare migliori condizioni di partecipazione al mercato delle rinnovabili, occorre migliorare ancora, ad esempio superando le norme restrittive in materia di pianificazione del territorio, la lunghezza delle procedure amministrative e le carenze riscontrate nelle reti».

La Corte ha inoltre rilevato che, «Nel 2017, la metà degli Stati membri aveva già raggiunto o era in procinto di raggiungere i propri valori-obiettivo per il 2020, ma avverte che per la restante metà saranno necessari considerevoli sforzi per raggiungere i valori-obiettivo per il 2020. La Corte nutre dubbi sul fatto che gli sforzi di chi ha raggiunto traguardi elevati in materia di energia da fonti rinnovabili siano sufficienti a compensare gli sforzi insufficienti degli altri al fine di conseguire il valore-obiettivo per l’insieme dell’Ue».

La Corte segnala anche che «L’attuale normativa non prevede una comunicazione tempestiva sui progressi compiuti in materia di energia da fonti rinnovabili né dà mandato alla Commissione di ovviare a una diffusione più lenta da parte degli Stati membri».  Per la corte, per quanto riguarda «L’attuale valore-obiettivo minimo del 32 % in termini di rinnovabili a livello UE per il 2030, In assenza di valori-obiettivo nazionali vincolanti, potrebbe risultare difficile raggiungerlo». Avverte inoltre che «Raggiungere detto valore-obiettivo necessiterà di un importo significativo di finanziamenti nazionali pubblici e privati, oltre ai finanziamenti dell’Ue sui quali è incentrata la relazione».

Per migliorare la situazione, la Corte raccomanda di: «Concentrarsi sulla riduzione dei divari per conseguire i valori-obiettivo per il 2020; semplificare le procedure e migliorare la tempestività delle statistiche; pianificare sufficienti aste e promuovere investimenti a favore di infrastrutture di rete; assicurare un monitoraggio migliore».