Pfas tossici utilizzati per il fracking di petrolio e gas negli Usa

Physicians for Social Responsibility: il segreto commerciale impedisce di sapere quale sia la reale entità della contaminazione

[14 Ottobre 2022]

Secondo il rapporto “Fracking with “Forever Chemicals” in Ohio”, «Informazioni precedentemente non pubblicizzate portate alla luce da Physicians for Social Responsibility (PSR) mostrano che una classe di sostanze chimiche estremamente tossiche e persistenti, note come PFAS, è stata utilizzata nei pozzi di petrolio e gas dell’Ohio almeno dal 2013. Tuttavia, il numero di casi definitivamente identificati di utilizzo di PFAS può sottorappresentare significativamente l’uso e la presenza di PFAS associato alle operazioni petrolifere e del gas nello Stato. Questo è in gran parte dovuto al fatto che la legge dell’Ohio consente alle compagnie petrolifere e del gas di nascondere identità chimiche  utilizzata per il fracking  all’opinione pubblica e alle autorità di regolamentazione, definendole come un “segreto commerciale”». Tra il 2013 e il 2022, le companies hanno rivendicato la tutela di segreti commerciali in 2.164 pozzi in 17 contee dell’Ohio.

I PFAS, spesso chiamati “sostanze chimiche per sempre”, sono stati associati a cancro, pre-eclampsia, ipertensione e altri danni alla salute umana. Il rapporto ha rilevato che i PFAS sono stati utilizzati in 101 pozzi di petrolio e gas in 8 contee dell’Ohio, concentrate  nella zona orientale dello Stato. E PSR a sottolinea che «Questi risultati sollevano preoccupazioni sul fatto che gli abitanti dell’Ohio possano essere inconsapevolmente esposti a sostanze altamente pericolose».

Il principale autore dello Dusty Horwitt, «L’evidenza che PFAS venga utilizzato nei pozzi di petrolio e gas dell’Ohio è allarmante. I governanti dell’Ohio dovrebbero adottare misure immediate per proteggere il pubblico, anche seguendo l’esempio del Colorado, vietando l’uso di PFAS nell’estrazione di petrolio e gas e richiedendo la piena divulgazione di tutte le sostanze chimiche utilizzate nei pozzi di petrolio e gas».

Oltre alla possibile esposizione causata dai pozzi, gli abitanti dell’Ohio potrebbero essere esposti a PFAS attraverso le acque reflue e i Physicians for Social Responsibility ricordano che «Miliardi di galloni di acque reflue dai pozzi di petrolio e gas in Ohio, Pennsylvania e West Virginia sono stati importati in Ohio e iniettati nei 245 pozzi sotterranei di smaltimento  dell’Ohio, portati in impianti centralizzati di trattamento dei rifiuti o sparpagliati sulle strade per lo sbrinamento o per lavare la polvere».

Barb Gottlieb, coautore del rapporto e direttore del PSR Environment and Health Program, ha sottolineato che «E’ probabile che ci sia un maggiore utilizzo di PFAS nei pozzi di petrolio e gas dell’Ohio di quanto siamo stati in grado di documentare. Questo potrebbe diventare una seria minaccia per la salute e il benessere delle comunità dell’Ohio e del loro ambiente».

Solo ora si cerca documentazione sulla contaminazione dell’acqua causata da PFAS dalle operazioni di fracking. Ad agosto, Environmental Health News  riferiva che i ricercatori dell’università di Pittsburgh hanno trovato 7 tipi di PFAS nell’acqua dei pozzi nella contea di Washington, in Pennsylvania, vicino a siti dove le compagnie petrolifere e del gas attuano il fracking. Uno dei ricercatori dell’Università di Pittsburgh coinvolti nei test ha affermato che «E’ possibile che il PFAS provenisse dai pozzi di petrolio e gas, ma è impossibile saperlo con certezza perché non sappiamo esattamente quali sostanze chimiche sono state utilizzate [nei pozzi ], quindi non sappiamo nemmeno esattamente cosa testare». Questo studio potrebbe essere stato uno dei primi in cui gli scienziati hanno testato le acque sotterranee per i PFAS associabili alle attività di estrazione di petrolio e gas e potrebbe essere stato il primo studio di questo tipo a rilevare i PFAS.

Un editoriale pubblicato nel 2021 sul Philadelphia Inquirer aveva rivelato che i PFAS sono stati utilizzati in almeno 8 pozzi in Pennsylvania, ma non ha rivelato l’ubicazione dei pozzi.  Ma il nuovo rapporto PSR elenca in una nota a piè di pagina dove so trovano quei pozzi contaminati da PFAS: Chippewa Township, Beaver County (7.953 abitanti); Donegal Township, Contea di Washington (2.192 abitanti); Independence Township, Contea di Washington (due pozzi) (1.515 abitanti); Pulaski Township, Contea di Lawrence (tre pozzi) (3.102 abitanti); West Finley Township, Contea di Washington (813 abitanti)-

The Daily Climate scrive che «Gli operatori di tutti gli 8 pozzi hanno riferito di aver utilizzato politetrafluoroetilene, o PTFE, che è un tipo di PFAS commercializzato come Teflon, nel fluido di fracking. I PFAS possono essere utilizzati anche durante altre fasi di estrazione di petrolio e gas che non richiedono alcun tipo di divulgazione al pubblico. È probabile che le sostanze chimiche siano state utilizzate in ulteriori pozzi di petrolio e gas della Pennsylvania, ma la mancanza di trasparenza rende impossibile saperlo. E’ probabile che i PFAS vengano utilizzati nei pozzi di petrolio e gas in tutto il Paese, ma esistono poche ricerche su quanto sia diffusa la pratica e se stia causando la contaminazione dell’acqua potabile. La maggior parte della ricerca esistente sui PFAS si è concentrata su altre fonti di sostanze chimiche, come la schiuma antincendio utilizzata negli aeroporti e nelle basi militari e le emissioni industriali. Le indagini hanno rilevato la contaminazione dell’acqua potabile nelle comunità di tutto il Paese».

Per Horwitt, «E’ fondamentale che le autorità di regolamentazione statali inizino a cercare questi contaminanti nell’acqua potabile delle persone vicino a questi siti di petrolio e gas»

Jamar Thrasher, addetto stampa del Pennsylvania Department of Environmental Protection, ha risposto che «L’agenzia indaga su fuoriuscite e rilasci nei pozzi e documenta le sue indagini, ma in assenza di fuoriuscite o rilasci in superficie o al di sotto della superficie, non vi è alcun motivo per concludere che i fluidi del sito del pozzo (inclusi o meno i composti PFAS) avrebbero raggiunto i suoli vicini o l’acqua potabile».

A gennaio, Physicians for Social Responsibility aveva pubblicato un rapporto simile sul Colorado da quale è emerso che « Tra il 2011 e il 2021I PFAS sono stati utilizzati in quasi 300 pozzi di petrolio e gas nello Stato». Quel rapporto ha avuto un grosso peso nella decisione delle autorità di regolamentazione del Colorado di vietare l’uso di PFAS per estrare petrolio e gas.

Horwitt ha detto che « A questo punto, è impossibile sapere quanto possa essere diffusa la contaminazione da PFAS dai pozzi di petrolio e gas. Abbiamo bisogno di maggiore trasparenza prima di poter iniziare ad affrontare questo problema».

Anche i rifiuti dei siti di trivellazione della Pennsylvania, inclusi il fluido di fratturazione, i frammenti di perforazione e il terreno, potrebbero essere stati contaminati dal PTFE. I rifiuti di ciascun sito di pozzo sono stati inviati a diverszisiti secondari per lo smaltimento o il riutilizzo, inclusi altri pozzi di fracking, pozzi di iniezione, impianti di trattamento delle acque reflue e discariche. Horwitt ricorda che «Queste sostanze chimiche sono molto persistenti, quindi è del tutto possibile che anche quei siti di smaltimento possano essere contaminati da PFAS».

Mentre il bubbone dei PFAS nel fracking è esploso, Thrasher ha affermato che «Al momento non vi è alcun piano per testare ulteriori siti di smaltimento delle acque reflue di petrolio e gas», ma ha ammesso che « Il PFAS è un problema emergente e continueremo a esplorare la prevalenza di PFAS nel nostro ambiente. La nostra attenzione in questo momento rimane sui nostri sforzi sulla regolamentazione per stabilire standard PFAS applicabili nell’acqua potabile».

Tasha Stoiber  dell’Environmental Working Group, un’organizzazione di ricerca e difesa ambientale che da anni mappa la contaminazione da PFAS negli Usa ha evidenziato che «Nelle comunità in cui sappiamo che esiste una significativa contaminazione da PFAS da un settore specifico o da una fonte puntuale, l’acqua potabile è una preoccupazione primaria. L’osmosi inversa e i filtri a carbone attivo sono entrambi efficaci nel ridurre i PFAS nell’acqua potabile domestica».

Stoiber e Horwitt concordano sul fatto che «Le agenzie di regolamentazione come il Pennsylvania DEP, che è responsabile della supervisione dell’industria petrolifera e del gas, dovrebbero testare il suolo, le acque sotterranee e l’acqua potabile per i PFAS nelle comunità in cui sappiamo che le sostanze chimiche sono state utilizzate nell’estrazione di petrolio e gas. In Pennsylvania, ciò significherebbe testare specificamente il PTFE e i suoi prodotti di degradazione. I residenti di queste comunità possono contattare il DEP per segnalare la potenziale contaminazione da PFAS e richiedere test. I residenti della Pennsylvania dovrebbero anche chiedere ai parlamentari e amministratori locali di prendere in considerazione l’eliminazione graduale dell’utilizzo  di PFAS da parte dell’industria petrolifera e del gas».