Per un accordo di cessate il fuoco in Libia occorrono nuove risorse e un maggiore impegno politico

I militari più disposti all’accordo di politici libici, Paesi stranieri e milizie

[18 Gennaio 2023]

Dal 2011, dopo il rovesciamento manu militari della dittatura di Muammar Gheddafi. la Libia ricca di petrolio e gas è precipitata in una sanguinosa crisi infinita che ha portato il Paese ad essere diviso (senza contare le aree in mano a milizie tribali e jihadiste) tra 2 governi rivali: il Government of National Accord (GNA) riconosciuto dalle Nazioni Unite con sede nella capitale Tripoli e l’autogoverno del Libyan National Army (LNA), guidato dal generale Khalifa Haftar che occupa l’est dellla Libia. Questi due governi sono variamente sostenuti e armati dalle monarchie assolute del Golfo, dalla Turchia, dalla Russia, dai Paesi occidentali (Italia compresa) e hanno tra le loro fila anche mercenari stranieri.

Dopo la conclusione dell’ultima riunione della Commissione militare congiunta (JMC 5+5) a Sirte il 16 gennaio, Abdoulaye Bathily, rappresentante speciale del segretario generale dell’Onu António Guterres, ha invitato le autorità nazionali libiche a «Impegnarsi nuovamente a sostenere pienamente l’attuazione dell’accordo di cessate il fuoco libico del 2020» e ha invitato il governo di Tripoli governo a «Stanziare risorse adeguate e intensificare gli sforzi politici per porre fine allo stallo e ristabilire la legittimità delle istituzioni libiche attraverso le elezioni.  

Bathily, che ha presieduto gli incontri di due giorni a Sirte, ha elogiato i membri del JMC 5+5 Ler la loro determinazione e impegno verso la pace e la stabilità in Libia e la sua unità e integrità» e ha invitato i leader politici zs «Mostrare lo stesso spirito di unità e abnegazione dei loro fratelli in uniforme nella Commissione militare mista per superare l’attuale crisi».

L’inviato speciale ha ribadito il sostegno dell’Onu al JMC 5+5 e agli sforzi delle istituzioni libiche «Per riunificare le istituzioni militari e di sicurezza, ritirare mercenari e combattenti stranieri, secondo il piano d’azione del comitato, per preservare la sovranità della Libia e la sua integrità territoriale». Ha anche sottolineato che «E’ necessario identificare modi per coinvolgere i Paesi vicini nel porre fine alla presenza di queste forze sul suolo libico» e ha  anche invitato la comunità internazionale a «Sostenere il JMC 5+5 che rappresenta uno strumento di speranza per tutti i libici».

Tra l’altro, durante il summit di Sirte, il JMC 5+5 ha discusso i piani per coinvolgere le milizie armate per creare un ambiente favorevole per una pace e una sicurezza sostenibili in Libia.  Alla sessione di chiusura ha partecipato un team  dal quartier generale dell’Onu incaricato di valutare in che modo United Nations Support Mission in Libya (UNSMIL) sta attuando le raccomandazioni formulate in una revisione strategica indipendente condotta nel 2022 per migliorare la realizzazione dei compiti affidati all’UNSIMIL per soddisfare meglio le aspettative di il popolo e le istituzioni libiche per la pace e la stabilità.