Nucleare: indagine giudiziaria in Francia contro Edf per il possibile “occultamento” di incidenti alla centrale di Tricastin

Metà delle centrali nucleari francesi sono ferme. Problemi di sicurezza degli impianti in 12 centrali nucleari

[10 Giugno 2022]

La notizia l’ha data con grande rilievo Le Monde: «La procura di Marsiglia ha mantenuto dodici capi di imputazione, compresi quelli di “mettere in pericolo gli altri” e di “mancata dichiarazione di incidente” con “rischio di violazione della sicurezza”». Si tratta dell’ennesima tegola che cade sulla testa del gigante nucleare Electricite de France (EDF), già alle prese con blocchi a catena di metà dei reattori nucleari del Paese a causa di manutenzioni e rifornimenti programmati e persino interruzioni causate da corrosione e danni ad attrezzature e infrastrutture. L’ondata di chiusure delle centrali nucleari francesi ha coinciso con l’impennata dei prezzi dell’energia in tutta Europa, determinata in parte dalla guerra  in Ucraina e dalle sanzioni occidentali sulle esportazioni russe di gas e petrolio.

Secondo le informazioni di Le Monde , confermate da una fonte giudiziaria, «La procura di Marsiglia ha aperto all’inizio di maggio un’indagine giudiziaria nei confronti di X» in base a una denuncia presentata nell’ottobre 2021 da un ex dirigente della centrale nucleare di Tricastin che accusava EDF di attuare  «Politica di occultamento» degli incidenti e di non attuazione di alcune misure di. La denuncia accusa EDF e la dirigenza della centrale nucleare di Tricastin di «mettere in pericolo la vita altrui», di «violazioni del codice penale, del codice ambientale, del codice del lavoro e delle norme relative agli impianti nucleari»  e  di «molestie».

La denuncia era stata depositata davanti al tribunale di Parigi, ma alla fine il fascicolo è approdato in quello di Marsiglia, dato che la centrale nucleare di Tricastin, una delle più vecchie della Francia, si trova nella sua area di competenza geografica. L’indagine è stata affidata al pôle de santé publique che ha già interrov gato a lungo l’ex dirigente di EDF accusato, che desidera rimanere anonimo, si fa chiamare Hugo e chiede lo status di informatore.

Le Monde spiega  che «La procura di Marsiglia ha mantenuto 12 capi di imputazione, compreso il danneggiamento di altri da parte di una persona giuridica “con rischio immediato di morte o di infermità per violazione manifestamente deliberata” di un obbligo normativo di sicurezza o prudenza. Sono inclusi anche i capi di accusa di “mancata dichiarazione di incidente o incidente” da parte del gestore di un impianto nucleare con rischio di violazione della sicurezza o esposizione significativa a radiazioni ionizzanti e di “non dichiarazione all’autorité de sûreté nucléaire di un eento significativo”. Tutti i reati richiamati riguardano fatti avvenuti tra il 1 gennaio 2017 e il 31 dicembre 2021 presso la centrale di Tricastin, situata nel comune di Saint-Paul-Trois-Châteaux».

Edf, a partecipazione statale, ha confermato al Wall Street Journal che c’è un’indagine in corso e che è convinta che aiuterà a «Far luce sui fatti presunti e quindi mostrare la verità».

Parlando con la Reuters, un avvocato dell’informatore, William Bourdon, ha fatto notare che, dopo la denuncia presentata nel 2021, la successiva indagine non prende di mira direttamente EDF e che invece è stata avviata un’indagine “contro X” , consentendo ai pubblici ministeri di esaminare le azioni di più parti.

Ma è tutto il nucleare francese a dimostrarsi un vecchio e costoso gigante con i piedi d’argilla: secondo EDF Il costo di ispezione e riparazione delle centrali nucleari francesi potrebbe superare i 4,5 miliardi di euro, ben oltre le stime precedenti. Prima della denuncia, il sito nucleare di Tricastin aveva riscontrato alcuni problemi di sicurezza, tra cui due diverse perdite separate di uranio nel giro di pochi giorni nel luglio 2008 che hanno contaminato 100 dipendenti dell’impianto e hanno portato al divieto di utilizzare localmente l’acqua locale per bere, nuotare e per usi agricoli.

Il 30 maggio, Reséau Sortir du Nucléaire  aveva denunciato che «Dalla fine del 2021 sono state scoperte crepe nel cuore di diversi reattori, create dalla tensocorrosione, un fenomeno che non doveva accadere. Identificato per la prima volta sui reattori più recenti (Gli 1450 MWe di Civaux e Chooz), dopo alcune settimane di studi si scopre che tutti i modelli sono interessati (i 1300 MWe ma anche i 900 MWe)». A fine maggio, EDF ha annunciato quali saranno i prossimi reattori da controllare e ha individuato i primi fattori di rischio, in particolare la progettazione dei circuiti ma anche le saldature e ha anche ammesso per la prima volta che diversi circuiti sono stati interessati».

Sortir du Nucléaire  fa notare che le ammissioni/rivelazioni di EDF vengono centellinate, «Ma ogni volta si tratta di nuove centrali nucleari. E più circuiti nel cuore dei reattori sono interessati. Inizialmente, è stato il circuito di iniezione di sicurezza (RIS) che sono state scoperte le crepe. A Civaux 1, Chooz 1 e Penly 1. Ma in una nota informativa pubblicata discretamente a fine maggio, EDF annuncia che è interessato anche il circuito di raffreddamento di spegnimento (RRA) di questi reattori, circuito che viene utilizzato non solo quando il reattore è spento ma anche durante le fasi di spegnimento e riavvio. Il produttore, però, non dà un’idea dell’entità delle crepe se non che c’è una zona di compressione nel metallo che “limita a pochi millimetri l’evoluzione del fenomeno SCC”».

In un comunicato stampa pubblicato a fine gennaio, l’Autorité de sûreté nucléaire (ASN)  ha segnalato  di crepe fino a 5,6 mm di profondità. «Dunque, certamente pochi millimetri – dicono i no-nuke francesi – ma da riferire ad uno spessore totale di 30mm. La quota raggiunta è quindi tutt’altro che trascurabile». Inoltre, fonti sindacali dicono che nella centrale di Civaux alcune crepe sono lunghe fino a un metro.  A fine maggio 2022 sono stati chiusi e sottoposti a controlli 12 reattori: Civaux 1 e 2, Chooz 1 e 2, Cattenom 3, Chinon 3, Bugey 3 e 4, Penly 1, Flamanville 1 e 2 e Golfech 1 e il 19 maggio EDF ha ammesso che sono state trovate crepe sui reattori Civaux 1, Chooz 1 e Penly 1, sul circuito di iniezione di sicurezza, ma non solo: anche il circuito di raffreddamento stazionario ne risente. A Chinon 3 è rotto anche il circuito RRA.

Inoltre EDF non ha detto che, come rivela la stampa locale, anche Cattenom 3 è interessata: il suo circuito di iniezione di sicurezza è rotto. E fonti sindacali pubblicate il 25 maggio dicono che anche i 2 reattori di Flamanville hanno problemi di questo tipo.  Sortir du Nucléaire  riassume: «Dei 12 reattori attualmente in fase di controllo, 6 sono effettivamente incrinati da tensocorrosione . E i controlli non sono finiti».

Per limitare i danni (l’interruzione della produzione di elettricità ha un costo finanziario colossale per l’operatore), EDF ha annunciato di aver già preparato piani di riparazione e ordinato sezioni sostitutive da società siderurgiche in Europa e che «I ritmi di produzione sono stati ottimizzati».

Sortir du Nucléaire  conclude: «Dovremmo vedere qualcosa di rassicurante in questo, quando conosciamo l’importanza della qualità del design e della fabbricazione di questi elementi? La fretta non è mai garanzia di qualità… Ma il produttore ha scelta? Il suo parco di produzione di elettricità è essenzialmente nucleare e, per produrre elettricità, le riparazioni devono essere effettuate rapidamente . Ancor prima di aver capito come e perché questo CSC e queste crepe sono apparse nel cuore dei suoi reattori».