No all’Italia hub del gas, sì a quello delle fonti pulite

Anche Legambiente il 6 maggio a Ravenna contro le false promesse del fossile

[5 Maggio 2023]

Domani a Ravenna si terrà  la manifestazione indetta dalla rete “Per Il Clima Fuori dal Fossile” contro i Rigassificatori e per chiedere al Governo Meloni un cambio di rotta immediato uscendo dalla dipendenza dalle fonti fossili. Un appuntamento fa seguito alla manifestazione “Liberiamoci dal fossile” tenutasi a Piombino l’11 marzo e proprio nel porto toscanio stanotte c’è stato il primo test di rifornimento del rigassificatore da parte di una metaniera.

La Rete Emergenza Climatica e Ambientale Emilia-Romagna riporta la manifestaziona alla drammatica situazione che sta vivendo la Regione: «Non si sa più quale scusa fantasiosa inventare per non dire che siamo nel bel mezzo di un disastro climatico senza precedenti. Si parla di nutrie, di istrici, ma di responsabilità dell’inazione politica nella mitigazione degli eventi meteo devastanti non si vuole proprio accennare sui media, dopo un nubifragio come quello che ci ha colpiti ieri. Ancora si parla di emergenza, ostinandosi a non capire che siamo davanti ad una nuova tragica normalità, in peggioramento costante. Da 40 eventi estremi all’anno in poco tempestiamo passati a più di mille, e la scienza ci dice che è solo l’inizio. Scientist Rebellion Italia, il collettivo di scienziati attivi per denunciare e contrastare il collasso climatico, ha ribadito questo appello all’azione urgente invitando alla manifestazione di sabato a Ravenna. Solo la politica, a tutti i livelli, ora deve decidere cosa fare: garantire profitti miliardari ai soliti noti o garantire la sopravvivenza ai propri cittadini. Non c’è una terza opzione, la scelta va fatta e subito.Ci vediamo a Ravenna sabato 6 maggio alle 14 alla Darsena con Per il Clima, fuori dal Fossile e Rete No Rigass No Gnl e tutte le altre realtà che stanno ancora aderendo per dire Liberiamoci dal fossile!»

Tra le associazioni nazionali che hanno aderito c’è Legambiente che ribadisce: «No all’Italia hub del gas, sì a quello delle fonti pulite, l’unica strada percorribile e sensata». 

Il Cigno Verde evidenzia che «Ravenna, come altri territori della Penisola, è al centro della strategia del Governo Meloni di trasformare l’Italia in un hub del gas europeo, procedendo nella direzione di politiche di diversificazione degli approvvigionamenti di gas fossile e il conseguente sviluppo di nuove infrastrutture nel Paese; come appunto il nuovo rigassificatore che ospiterà il capoluogo e che dovrebbe entrare in funzione nel 2024. E’ l’emblema della conservazione di un modello di sviluppo sbagliato, economicamente e ambientalmente insostenibile, che ostacola lo sviluppo delle rinnovabili e degli impianti da fonti pulite. Di un’Italia che procede a due velocità: se infatti l’iter autorizzativo per il nuovo rigassificatore è stato ridotto a 120 giorni, godendo di procedure accelerate di Valutazione d’Impatto Ambientale, restano ancora al palo – passando attraverso la classica procedura di valutazione d’impatto ambientale – progetti a fonti rinnovabili, come l’impianto eolico off-shore davanti alla costa romagnola, dopo 4 anni ancora in attesa di autorizzazione».

Per il presidente nazionale di Legambiente Stafano Ciafani, è «Una strategia sbagliata quella del Governo Meloni di trasformare l’Italia in un hub del gas– L’aumento dei flussi di gas dall’Algeria e dalla Libia, l’eventuale raddoppio del TAP, il nuovo gasdotto da Israele, i nuovi rigassificatori e l’aumento della produzione nazionale: la strada intrapresa porterà l’Italia e l’Europa a fallire gli obiettivi di contenimento del cambiamento climatico e a diventare ancor più dipendente dal gas fossile. L’Emilia-Romagna, in particolare la città di Ravenna, si è dimostrata essere centrale per la strategia del Governo per ampliare i flussi di gas dal sud Italia. Scendiamo in piazza per dire 3 no e un sì: no al Rigassificatore, alle estrazioni di idrocarburi in Adriatico e alle tecnologie fallimentari (CCS); sì invece alle rinnovabili, una chiave strategica non solo per decarbonizzare il settore energetico, priorità assoluta nella lotta alla crisi climatica, ma anche per portare benefici strutturali nei territori e alle famiglie e per creare opportunità di crescita ed innovazione in ogni settore. Si cambi rotta subito, non servono nuove infrastrutture a gas, ma occorre investire su più rinnovabili, efficienza, reti elettriche e accumuli, autoproduzione, impianti da fonti pulite, snellendo e semplificando gli iter autorizzativi per traguardare l’orizzonte della decarbonizzazione al 2035. Ce lo impone da un lato la crisi climatica che sta accelerando il passo con impatti sempre più negativi sul Pianeta, dall’altro lato l’Europa con il RePowerEu».

Davide Ferraresi, presidente di Legambiente Emilia-Romagna, conclude: «L’unica via possibile e percorribile è quella della transizione energetica e delle fonti rinnovabili, incarnate lungo le nostre coste dai progetti di Agnes ed Energia Wind2020, capaci complessivamente di coprire il fabbisogno energetico di 1,2 milioni di famiglie. Quella dell’industria fossile è una falsa promessa e gli investimenti nel gas avranno un effetto boomerang sull’economia italiana, oltre a far aggravare la crisi climatica. Il ruolo dei movimenti ambientalisti, in questo momento storico, è quello di rappresentare il desiderio di un futuro sostenibile per le generazioni presenti e prossime, e di indicare chiaramente le responsabilità delle classi dirigenti incapaci di affrancarsi da questa dipendenza fossile e dalle pressioni dell’industria dell’Oil & Gas. Per questo, invitiamo tutti i cittadini ravennati e dell’Emilia-Romagna a essere presenti e a far sentire la propria voce questo sabato».