Nel 2020 nell’Ue la produzione di energia da rinnovabili ha superato quella da fossili

In forte aumento eolico e solare, cala fortemente il carbone, meno il gas. Ma la transizione verso il net zero è ancora troppo lenta

[26 Gennaio 2021]

Il quinto rapporto annuale di Ember e Agora Energiewende sul monitoraggio della transizione elettrica in Europa ha rivelato che nel 2020 le energie rinnovabili hanno superato i combustibili fossili, diventando per la prima volta la principale fonte di elettricità dell’Unione europea.

Le energie rinnovabili nell’Ue sono aumentate fino a produrre il 38% dell’elettricità europea – la stessa percentuale dell’Italia secondo i dati pubblicati recentemente da Terna –  con un aumento rispetto al 34,6% nel 2019, mentre la percentuale dell’energia europea prodotta da fonti fossili è scesa al 37%.  A livello nazionale, anche Germania e Spagna (e separatamente il Regno Unito) hanno raggiunto questo traguardo per la prima volta.

Patrick Graichen, direttore di Agora Energiewende, ha commentato: «Le energie rinnovabili che superano i fossili sono una pietra miliare nella transizione verso l’energia pulita dell’Europa. Tuttavia, non accontentiamoci. L’European Green Deal – la nostra risposta alla crisi climatica – richiede circa 100 TWh di aggiunte annuali di energie rinnovabili, un raddoppio della velocità di implementazione che si è vista nel 2020. I programmi di ripresa post-pandemia devono quindi andare di pari passo con un’azione accelerata per il clima».

Infatti, i due think tank sottolineano che «La transizione dal carbone all’energia pulita è, tuttavia, ancora troppo lenta per raggiungere una riduzione dei gas serra del 55% entro il 2030 e la carbon neutrality entro il 2050».

Anche se il Covid-19 ha avuto un impatto economico su tutti i Paesi, quello sul trend generale della transizione dai combustibili fossili alle energie rinnovabili è stato piuttosto limitato. Il rapporto evidenzia però che «L’aumento delle energie rinnovabili è stato rassicurante nonostante la pandemia, e il calo dell’elettricità da combustibili fossili avrebbe potuto essere ancora più forte, se non ci fosse stato un rimbalzo della domanda di elettricità e l’anno peggiore mai registrato per la produzione di energia nucleare», cosa quest’ultima che non dispiace per niente agli ambientalisti.

A spingere le energie rinnovabili sono soprattutto l’eolico e il solare: nel 2020 n<in Europa la produzione di energia eolica è aumentata del 9% e quella solare del 15%. Insieme hanno generato un quinto dell’elettricità europea. Dal 2015, l’eolico e il solare hanno fornito tutta la crescita europea delle energie rinnovabili, visto che la crescita della bioenergia è in fase di stallo e la produzione idroelettrica è rimasta invariata.

Ma il rapporto fa notare che «L’aumento delle energie rinnovabili è ancora troppo lento: la crescita della generazione eolica e solare deve quasi triplicare per raggiungere gli obiettivi del green deal europeo per il 2030: da 38 TWh di crescita media all’anno nel 2010-2020 a 100 TWh all’anno di crescita media tra il 2020-2030».  Per Ember e Agora Energiewende «E’ incoraggiante che, nonostante abbiano subito un certo impatto dal Covid-19, nel 2020 l’eolico e il solare siano aumentati di 51 terawattora, ben al di sopra della media 2010-2020». L’Intentational energy agency prevede una crescita record della capacità eolica e solare nel 2021, ma i paesi Ue devono aumentare considerevolmente i loro impegni per il 2030 e dal rapporto emerge che «Al momento, i piani energetici e climatici nazionali aggiungono solo circa 72 TWh di nuovi eolici e solari all’anno, non i 100 TWh/anno necessari».

Questo non può certamente sminuirew i grandi progressi fatti:  Nel 2020 la produzione di carbone è diminuita del 20% e dal 2015 si è dimezzata. »La produzione di carbone è diminuita in quasi tutti i Paesi – si legge nel rapporto – e continua il crollo del carbone che era ben in atto prima del Covid-19». La metà del calo nel 2020 è dovuta a una diminuzione della domanda di energia elettrica, che è diminuita del 4% per l’impatto del Covid-19, ma l’altra metà proveniva dall’eolico e solare aggiunti. Quindi, «Con la ripresa della domanda di elettricità nel 2021, l’eolico e il solare dovranno aumentare a un ritmo più rapido se si vogliono sostenere i recenti cali del carbone».

Nonostante la pandemia, nel 2020 la produzione di gas è diminuita solo del 4%. E il gas è calato meno del carbone perché un prezzo robusto del carbonio ha significato che la produzione di gas era la forma di energia fossile più economica, persino sottoquotando per la prima volta la lignite per alcuni mesi. Nel 2020 la produzione di energia nucleare europea è diminuita del 10%, il più grosso calo da sempre.

Mettendo insieme questi dati viene fuori che nel 2020 l’elettricità europea del 29% più rinnovabile rispetto al 2015 e che «L’intensità di carbonio è scesa dai 317 grammi di CO2 per chilowattora nel 2015 ai 226 grammi nel 2020». Ma il frapporto avverte: «Sebbene la produzione di carbone si sia quasi dimezzata nello stesso periodo, il 43% del calo del carbone è stato compensato da una maggiore produzione di gas, rallentando la riduzione dell’intensità di carbonio».

Dave Jones, senior electricity analyst di Ember, conclude: «E’ significativo che l’Europa abbia raggiunto questo momentum cruciale all’inizio di un decennio di azione globale per il clima. La rapida crescita dell’eolico e del solare ha costretto il carbone al declino, ma questo è solo l’inizio. L’Europa si affida all’eolico e al solare per garantire non solo l’eliminazione graduale del carbone entro il 2030, ma anche per eliminare gradualmente la pruduzione di gas, sostituire la chiusura delle centrali nucleari e soddisfare la crescente domanda di elettricità da auto elettriche, pompe di calore ed elettrolizzatori».