Nel 2020 calo record del carbone, grazie anche all’aumento di eolico e solare

Ma solo perché la pandemia ha interrotto la crescita della domanda di elettricità. I leader mondiali devono ancora rendersi conto dell'enormità della sfida energetica

[30 Marzo 2021]

Secondo il rapporto “Global electric review 2021”, pubblicato dal think tank energetico Ember, nel 2020 la nuova elettricità prodotta da pale o eoliche e pannelli solari (+315 TWh) ha contribuito al calo record globale dell’energia a carbone (-346 TWh). Ma lo stesso rapporto  avverte che «Questo è stato possibile solo perché la pandemia ha bloccato la crescente domanda mondiale di elettricità. Dal 2015, l’aumento della domanda di elettricità ha superato la crescita dell’elettricità pulita e ha portato a un aumento dei combustibili fossili e delle emissioni».

La Global Electricity Review  analizza i dati sull’elettricità di tutti i paesi del mondo per fornire la prima visione accurata della transizione elettrica globale nel 2020 e ricorda che «La pandemia ha fermato il mondo nel 2020 e messo in pausa la crescente domanda mondiale di elettricità. Il lieve calo della domanda (-0,1%) è stato il primo calo dal 2009, anche se inferiore all’impatto della crisi finanziaria. Tuttavia, già a dicembre, la domanda globale era maggiore rispetto allo stesso mese dell’anno precedente».

Dave Jonesglobal leader di Ember, sottolinea che «Con la ripresa e l’aumento della domanda di elettricità, il mondo dovrà fare molto di più per garantire che il carbone continui a diminuire. Con l’utilizzo del carbone già in aumento nel 2021 in Cina, India e Stati Uniti, è chiaro che il grande passo in avanti deve ancora avvenire».

Nel 2020, eolico e solare hanno mostrato una crescita resiliente nonostante la pandemia, con un aumento del 15% che è più dell’intera produzione annuale di elettricità del Regno Unito. Attualmente, eolico e solare forniscono quasi un decimo dell’elettricità globale anche in diversi Paesi del G20 come l’India (9%), Cina (9,5%), Giappone (10%), Brasile (11%), Usa (12%) e Turchia (12%). L’Europa è all’avanguardia, con la Germania al 33% e il Regno Unito al 29%, confermando che l’eolico e il solare possono essere rapidamente costruiti e integrati nel sistema elettrico.

La crescita dell’eolico e del solare ha contribuito al calo record del 4% dell’energia prodotta dal carbone ma i modelli dell’International energy agency mostrano che l’energia da carbone dovrebbe diminuire del 14% all’anno per mantenere il mondo sulla buona strada per raggiungere le emissioni net zero entri il 2050. Quindi, con la ripresa della domanda di elettricità post crisi Covid-19, per garantire che il carbone continui a diminuire, l’installazione di eolico e solare dovrà accelerare  fortemente e rapidamente.

La Cina, che nel 2020 ha ufficialmente annunciato di aver sconfitto la povertà estrema,  ha anche aumentato con successo l’accesso all’elettricità, tanto che ormai la domanda pro capite cinese è superiore a quella dell’Italia e del Regno Unito. Il rapporto fa notare che in Cina «Dal 2015, oltre la metà dell’aumento della domanda è stata soddisfatta da fonti pulite, ma il 39% è stato soddisfatto dal carbone. Nel 2020, la Cina è stato l’unico Paese del G20 che ha visto un forte aumento della produzione di carbone perché la domanda di elettricità è aumentata notevolmente».

I quattro maggiori Paesi produttori di carbone dopo la Cina, nel 2020 hanno visto tutti un calo della produzione di energia da carbone: India (-5%), Stati Uniti (-20%), Giappone (-1%) e Corea del Sud (-13%). Nel 2020, il 53% dell’elettricità a carbone prodotta nel mondo era cinese.

Muyi Yanganalista senior di Ember, aggiunge: «Nonostante alcuni progressi, la Cina sta ancora lottando per frenare la crescita della produzione di carbone. La rapida crescita della domanda di elettricità sta facendo aumentare l’energia da carbone e le emissioni. Una crescita della domanda più sostenibile consentirà alla Cina di eliminare gradualmente il suop grande parco di centrali a carbone, in particolare le unità a carbone subcritiche meno efficienti, e fornirà maggiori opportunità al Paese di raggiungere le sue aspirazioni climatiche».

Ma non è solo un problema cinese e del carbone. Nonostante il calo record del carbone e la pandemia, nel 2020 le emissioni dell’industria energetica sono state di circa il 2% più elevate rispetto al 2015, quando fu firmato l’Accordo di Parigi. Dal 2015, la domanda di elettricità è aumentata dell’11% (+2536 TWh), superando l’aumento della produzione di elettricità pulita (+2107 TWh). Di conseguenza, l’elettricità prodotta con il gas è aumentata dell’11% (+562 TWh) e quella a  carbone è diminuita solo dello 0,8% (-71 TWh).

Jones conclude: «Il progresso non è abbastanza veloce neanche alla lontana. Nonostante il calo record del carbone durante la pandemia, non è stato ancora all’altezza di quanto necessario. Per evitare pericolosi livelli di riscaldamento superiori a 1,5 gradi, l’energia da carbone deve crollare dell’80% entro il 2030. Dobbiamo costruire abbastanza impianti di elettricità pulita per sostituire simultaneamente il carbone ed elettrificare l’economia globale. I leader mondiali devono ancora rendersi conto dell’enormità della sfida».