Meglio delle previsioni: nel 2022 le emissioni di CO2 da combustibli fossili aumenteranno “solo” dell’1%

Iaea: grazie al record di energie rinnovabili e auto elettriche l'intensità di CO2 dell'approvvigionamento energetico mondiale sta migliorando dopo il peggioramento nel 2021

[20 Ottobre 2022]

Secondo la nuova analisi pubblicata oggi dall’International energy agency (Iea) «Nonostante le preoccupazioni per gli effetti dell’attuale crisi energetica, si prevede che le emissioni globali di anidride carbonica (CO2) dalla combustione di combustibili fossili aumenteranno di poco meno dell’1% quest’anno, solo una piccola parte dell’aumento dell’anno scorso», il merito è di una forte espansione delle energie rinnovabili e dei veicoli elettrici che impediscono un aumento molto maggiore.

La nuova analisi Iea degli ultimi dati provenienti da tutto il mondo mostra che «Le emissioni di CO2 aumenteranno di quasi 300 milioni di tonnellate nel 2022 a 33,8 miliardi di tonnellate, un aumento di gran lunga inferiore rispetto al salto di quasi 2 miliardi di tonnellate nel 2021, che frutto della rapida ripresa globale dalla crisi economica innescata dalla pandemia. L’aumento di quest’anno è guidato dalla produzione di energia e dal settore dell’aviazione, poiché il trasporto aereo si sta riprendendo dai minimi della pandemia».

L’Iaea evidenzia che «Quest’anno, l’aumento delle emissioni globali di CO2  sarebbe stato molto più grande – più che triplicato,  per raggiungere quasi 1 miliardo di tonnellate – se non fosse per i grandi dispiegamenti di tecnologie di energia rinnovabile e veicoli elettrici (EV) in tutto il mondo».

Anche se nel 2022  la crisi energetica innescata dall’invasione russa dell’Ucraina ha sostenuto la domanda globale di carbone e fatto aumentare molto i costi del gas, l’analisi Iaea fra notare che «L’aumento relativamente piccolo delle emissioni di carbonio è stato considerevolmente controbilanciato dall’espansione delle energie rinnovabili. Quest’anno i trend energetici globali sono stati influenzati anche dagli impatti della guerra russa sull’economia mondiale, che hanno notevolmente smorzato le aspettative di crescita economica, in particolare in Europa».

Il risultato combinato di tutto questo è che «Nel 2022 l’intensità di CO2 dell’approvvigionamento energetico mondiale è destinata a migliorare leggermente, riprendendo un trend al miglioramento costante durata per anni e che è stata interrotta lo scorso anno dalla ripresa economica post-Covid ad alta intensità di emissioni».

L’Iea fa notare che «Il miglioramento previsto per quest’anno è in contrasto con quanto accaduto dopo la crisi finanziaria globale del 2008, che ha visto un forte deterioramento dell’intensità di CO2 dell’approvvigionamento energetico per diversi anni dopo lo shock economico iniziale».

Il solare fotovoltaico e l’eolico stanno guidando un aumento della produzione globale di elettricità rinnovabile nel 2022 di oltre 700 terawattora (TWh), il più grande aumento annuale mai registrato. Senza questo aumento, quest’anno le emissioni globali di CO2 sarebbero state superiori di oltre 600 milioni di tonnellate. Il rapido dispiegamento di energia solare ed eolica dovrebbe rappresentare due terzi della crescita nella produzione di energia rinnovabile. Nonostante la difficile situazione che l’energia idroelettrica ha dovuto affrontare in diverse regioni a causa della siccità quest’anno, la produzione idroelettrica globale è aumentata di anno in anno, contribuendo per oltre un quinto della crescita prevista per le energie rinnovabili.

Mentre nel 2022 la produzione di elettricità da energia eolica e solare fotovoltaica sta crescendo molto più di qualsiasi altra fonte, l’Iea però prevede che «Il carbone registrerà il prossimo aumento più grande poiché alcuni Paesi torneranno all’uso del carbone in risposta all’impennata dei prezzi del gas naturale. In totale, le emissioni globali di CO2 dalla produzione di energia elettrica a carbone sono destinate a crescere di oltre 200 milioni di tonnellate, o il 2%, quest’anno, trainate dall’aumento in Asia».

Invece, nonostante l’aumento delle emissioni da carbone, quest’anno le emissioni di CO2 dell’Unione europea sono destinate a diminuire e per l’Iea, «L’aumento del consumo di carbone in Europa dovrebbe essere temporaneo, con una forte pipeline di nuovi progetti rinnovabili che prevede di aggiungere circa 50 gigawatt di capacità nel 2023. Queste aggiunte genererebbero più elettricità del previsto aumento della produzione di energia da carbone nell’Ue nel 2022».

In Cina, quest’anno le emissioni di CO2 dovrebbero rimanere sostanzialmente stabili, riflettendo la combinazione di diverse forze all’opera, tra cui una crescita economica più debole, gli impatti della siccità sull’energia idroelettrica e importanti impianti di energia solare ed eolica.

Oltre alle sfide per l’energia idroelettrica in alcune regioni, la fornitura mondiale di elettricità a basse emissioni ha subito una battuta d’arresto a causa di una serie di interruzioni di centrali nucleari, che dovrebbero ridurre la produzione mondiale di energia nucleare di oltre 80 TWh. Ciò è stato in gran parte dovuto al fatto che più della metà della flotta francese di reattori nucleari è rimasta offline per una parte dell’anno. Il calo della produzione di energia nucleare a livello globale ha contribuito a un maggiore utilizzo di carbone e petrolio per la produzione di elettricità. Si prevede che l’utilizzo mondiale di gas naturale diminuirà in seguito all’invasione russa dell’Ucraina, con una conseguente diminuzione delle emissioni di CO2 di circa 40 milioni di tonnellate nel 2022».

Invece, secondo l’Iea, nel 2022 la domanda di petrolio è destinata a crescere più che per qualsiasi altro combustibile fossile, con emissioni di CO2 legate al petrolio in aumento di circa 180 milioni di tonnellate ed evidenzia che  «Questo  è stato determinato in gran parte dal settore dei trasporti poiché le restrizioni di viaggio sono state revocate e il pendolarismo pre-pandemico e i modelli di viaggio sono ripresi. Si prevede che l’aviazione contribuirà per circa tre quarti all’aumento delle emissioni derivanti dal consumo di petrolio, in particolare a causa dell’aumento dei viaggi aerei internazionali. Tuttavia, le emissioni del settore dell’aviazione sono ancora solo circa l’80% dei livelli pre-pandemia».

Ma l’analisi non si nasconde che «L’incertezza nei mercati globali del gas naturale continuerà a plasmare molti trend energetici chiave per il resto di quest’anno e nel 2023. Tuttavia, nel 2022 sono evidenti segni promettenti di cambiamenti strutturali duraturi dell’intensità di CO2 dell’energia globale, e sono destinati ad essere rafforzato da importanti aumenti del sostegno dei governi agli investimenti nell’energia pulita, in particolare l’Inflation Reduction Act Usa, nonché i piani di decarbonizzazione come il pacchetto Fit for 55 dell’Unione europea, il piano Green Transformation (GX) del Giappone e gli ambiziosi  obiettivi in ​​materia di energia pulita in Cina e in India.

Gli effetti delle recenti politiche sulla sicurezza energetica e sull’andamento delle emissioni globali saranno approfonditi dal World Energy Outlook 2022 dell’Iaea che sarà pubblicato il 27 ottobre.

Il direttore esecutivo dell’Iea, Fatih Birol, conclude: «La crisi energetica globale innescata dall’invasione russa dell’Ucraina ha spinto molti paesi a utilizzare altre fonti di energia per sostituire le forniture di gas naturale che la Russia ha trattenuto dal mercato. La notizia incoraggiante è che il solare e l’eolico stanno colmando gran parte del divario, con l’aumento del carbone che sembra essere relativamente piccolo e temporaneo. Questo significa che le emissioni di CO2 stanno crescendo molto meno rapidamente quest’anno di quanto alcune persone temessero e che le azioni politiche dei governi stanno portando a veri cambiamenti strutturali nell’economia energetica. Questi cambiamenti sono destinati ad accelerare grazie ai principali piani di politica per l’energia pulita che sono andati avanti in tutto il mondo negli ultimi mesi».