In contraddizione con gli impegni assunti a Parigi e Marrakech. Per Ue fossil-free servono obiettivi più ambiziosi e misure più efficaci

Maxi-pacchetto energia Ue, Legambiente: «Persa importante occasione. Proposte inadeguate»

Coalizione di imprese Eu-Ase: non sarà sufficiente a spingere l'Ue oltre il business as usual

[30 Novembre 2016]

La  Commissione europea ha adottato il pacchetto “energia pulita per tutti gli europei” che include 8 proposte legislative con le quali si intende riformare la politica energetica europea,  e il vicepresidente di Legambiente, Edoardo Zanchini, non nasconde la sua delusione: «Le proposte della Commissione Ue, presentate oggi con il cosiddetto Pacchetto di inverno, non consentono all’Europa di accelerare la transizione verso un sistema energetico libero da fossili entro il 2050 e sono in piena contraddizione con gli impegni assunti a Parigi e ribaditi solo pochi giorni fa a Marrakech. Per poter contenere l’aumento della temperatura globale entro 1.5°C, secondo quanto previsto dall’Accordo di Parigi, serve un cambio di rotta per stare al passo con il resto del mondo accompagnato da obiettivi climatici ed energetici europei più ambiziosi, a partire da rinnovabili ed efficienza energetica, insieme a efficaci misure attuative a livello nazionale per dare fiducia a cittadini ed imprese sempre più interessati a investire nelle rinnovabili e nell’efficienza energetica».

Il  maxi-pacchetto varato oggi non convince il Cigno Verde: « L’aumento dal 27 al 30% dell’obiettivo proposto dalla Commissione per l’efficienza energetica è un primo insufficiente passo nella giusta direzione. Come anche il riconoscimento dell’importanza delle “comunità energetiche” e del ruolo dei “prosumers”. Per le rinnovabili, invece, la Commissione fissa il target comunitario ad appena il 27%. Obiettivo fortemente inadeguato, se si tiene conto che il suo trend attuale è del 24%». Ma quel che preoccupa soprattutto Legambiente è che «viene eliminata la priorità di dispacciamento delle rinnovabili (ad eccezione dei piccoli impianti), architrave dell’attuale politica europea che consente la priorità di accesso alla rete rispetto all’elettricità prodotta da fonte fossili, consentendone di fatto un loro rilancio. Proprio quando la transizione globale verso un sistema energetico efficiente e 100% rinnovabile sta vivendo una forte accelerazione».

Zanchi conclude: «L’Europa rischia così di perdere il treno verso il futuro, rinunciando a tutti quei benefici che l’abbandono delle fonti fossili può portare alla nostra economia, all’occupazione e alla salute dei cittadini. Non sono più ammessi ritardi, serve dunque un segnale forte È in gioco lo sviluppo di un’economia libera finalmente dalle fonti fossili. La sola in grado di farci vincere la triplice sfida climatica, economica e sociale, creando nuove opportunità per l’occupazione e la competitività delle imprese europee. Una sfida che l’Europa e l’Italia non possono fallire.  Molti governi hanno compreso che le fonti fossili non hanno futuro. A Marrakech, con uno storico impegno, 48 paesi in via di sviluppo, raggruppati nel Climate Vulnerable Forum, si sono impegnati a raggiungere il 100% di rinnovabili entro il 2050. La Commissione, invece, con queste proposte fortemente inadeguate “strizza” ancora l’occhio ad alcuni governi che continuano a guardare al passato offrendo un salvagente ai dinosauri delle fonti fossili. E mentre nel resto del mondo gli investimenti nelle rinnovabili sono triplicati nel corso degli ultimi 10 anni, in Europa si sono ridotti per quattro anni di fila. Con queste proposte, l’Europa rischia di perdere la storica opportunità di invertire questo trend ed essere a capo della rivoluzione energetica dei prossimi anni, divenendo “numero uno al mondo” nelle rinnovabili, come promesso dal Presidente della Commissione Juncker al momento del suo insediamento».

Il pacchetto “Clean Energy for All Europeans” convince solo in parte anche  il Board of Directors dell’ European alliance to save energy (Eu-Ase), una coalizione intersettoriale di imprese che impiega oltre 240.000 persone in Europa e con un fatturato annuo aggregato di circa 90 miliardi di euro, sembra abbastanza soddisfatta: «Il pacchetto della Commissione europea è il primo passo per sostenere la transizione energetica dell’UE verso una società a emissioni zero nella prima metà del XXI secolo. Accogliamo con favore la proposta di obiettivo vincolante Ue per l’efficienza energetica: darà un segnale di mercato chiaro alla comunità industriale e finanziaria e garantirà un quadro a lungo termine per gli investimenti».

Ma anche Eu-Ase sottolinea la mancanza di coraggio del maxi-pacchetto: «Abbiamo presentato l’efficienza energetica come una storia di successo, le opportunità di business dietro l’efficienza energetica sono state riconosciute, ma fissando l’obiettivo del 30%, la Commissione europea non è stata all’altezza di liberare in  pieno il potenziale dell’efficienza energetica e dei relativi vantaggi per i consumatori. L’obiettivo proposto non sarà sufficiente a spingere l’Ue oltre il  business as usual, ma manterrà l’attuale velocità e il tasso di investimenti. Pertanto, esortiamo i co-legislatori ad aumentare il livello di ambizione e a rafforzare le misure chiave nell’EED, EPBD, Ecodesign and Governance 2030»