Gas, massimo storico per le importazioni di Gnl in Europa

Mentre le crisi energetica e dell’Ucraina preoccupano, la tassonomia Ue potrebbe favorire Putin creando un pericoloso precedente

[31 Gennaio 2022]

A gennaio, la quantità di gas naturale liquefatto (GNL) che arriva in Europa ha stabilito un nuovo record mensile, raggiungendo il livello più alto dal 2011. Infatti, secondo Gas Infrastructure Europe, al 28 gennaio, erano stati importati in Europa circa 405 milioni di metri cubi di gas, segnando un aumento del 110% rispetto alla media annuale a questa data negli ultimi 5 anni.

Le  riserve di GNL a fine gennaio erano al 67,4% e le scorte di GNL nei serbatoi di stoccaggio sono del 5% superiori alla media quinquennale, un ammontare abbastanza alto per la fine di gennaio.

La scorsa settimana, il Wall Street Journal aveva riferito più di 25 navi cisterna cariche di GNL erano in rotta dagli Stati Uniti verso l’Europa, attratte dai nostri prezzi elevati e che altre 33 navi GNL sono pronte a salpare.

La crisi energetica europea, che ha fatto impennare i prezzi del gas e dell’elettricità, si è stata esacerbata quando i serbatoi di stoccaggio nell’Ue sono scesi ai livelli stagionali più bassi degli ultimi 10 anni. Il calo è stato attribuito a una manutenzione più lunga del solito nei giacimenti norvegesi e alla Russia che ha rifornito le sue scorte invece di inviare gas all’estero, anche – accusano i Paesi occidentali – come arma di pressione rispetto alla crisi di confine con l’Ucraina.

Per Gas Infrastructure Europe, «l 27 gennaio, i livelli di carico delle riserve di gas negli impianti di stoccaggio sotterranei in Europa sono scesi al 39,22%, il 15,6% in meno rispetto alla media annuale per questa data negli ultimi cinque anni. I serbatoi di stoccaggio contengono attualmente 42,34 miliardi di metri cubi, 15,7 miliardi di metri cubi in meno rispetto al 2021».

Mentre gli Usa e parte dei Paesi Ue continuano ad accusare Mosca di voler invadere l’Ucraina, le tensioni alimentano le preoccupazioni sulla fornitura di gas russo. I Paesi Nato si sono impegnati a imporre una nuova serie di sanzioni anti-russe in caso di invasione, la Russia respinge l’idea stessa di una guerra con l’Ucraina e accusa la Nato di aver ammassato truppe al suo confine.

In tutto questo, Bellona Europe fa notare che «La tassonomia dell’Ue sulla mitigazione dei cambiamenti climatici ha causato effetti a catena a livello internazionale, con grandi ricadute  come in Cina, Corea del Sud e Russia che pubblicano i quadri di sostenibilità corrispondenti e si prevede che ne seguiranno altri. Ma la più recente proposta della Commissione Europea, che introduce eccezioni all’ambito principio di neutralità tecnologica per i gas fossili, ha stabilito un pericoloso precedente internazionale».

Ksenia Vakhrusheva dell’ufficio russo di Bellona a San Pietroburgo, evidenzia che «Tutti i paesi guarderanno ora alle autorità dell’Ue e al modo in cui verificheranno e manterranno i principi e le scelte fatte nella tassonomia dell’Ue. Se vedono che si tratta di insiemi di principi che devono essere ulteriormente modificati e introdotte eccezioni alle regole generali favorevoli a determinati settori o aziende, la  vedranno come una notifica che possono fare loro stessi».

E’ probabile che la deecisione dell’Ue di inserire gas e nucleare tra le energie “verdi” influisca pesantemente sulla tassonomia russa: «E’ ovvio per noi che la tassonomia russa è una risposta diretta all’a Tassonomia – fa notare la Vakhrusheva –  Mentre la base della tassonomia dell’Ue è nei suoi sforzi per ridurre le emissioni, la sua controparte russa cerca di garantire l’accesso ai mercati internazionali per gli attori russi: la riduzione delle emissioni è un effetto collaterale. Questo non è buono o cattivo, è solo quello che è. Finora era stato positivo il fatto che l’Ue sia stata in grado di influenzare tali sforzi e ridurre gli effetti collaterali delle emissioni in Russia, voluti o meno».

La Vakhrusheva chiarisce, tuttavia, che «In questo contesto è tanto più importante che l’Ue si attenga ai suoi principi definiti. E’ probabile che le deviazioni si riflettano in Russia, così come nelle tassonomie di altri Paesi. I progressi positivi compiuti dall’Ue nell’introduzione della tassonomia potrebbero essere vanificati, contribuendo a far sì che la tassonomia non diventi uno strumento internazionale per il greenwashing. Considerando l’adozione delle tassonomie a livello internazionale, che corrisponde direttamente agli sforzi dell’Ue, si tratta di un immenso costo/opportunità che ritarda in modo significativo i nostri sforzi per raggiungere il net zero netto entro il 2050.  Dobbiamo tenere presente che al centro della tassonomia russa non c’è la volontà di ridurre i cambiamenti climatici, ma la volontà di stare al passo con le regole del mercato internazionale e di accedervi; se la tassonomia dell’Ue cambia le regole, è probabile che la Russia la segua».