Manovra 2019, Legambiente: «Ci aspettavamo molto di più per l’ambiente e il clima»

«Che fine ha fatto la misura tanto acclamata in campagna elettorale per cancellare i 16 miliardi di euro di sussidi ambientalmente dannosi, a partire da quelli per le fonti fossili?»

[31 Dicembre 2018]

Per Legambiente la Manovra 2019 approvata ieri dalla maggioranza M5S – Lega non è quello che serve al Paese. Secondo l’Associazione ambientalista «nonostante il testo contenga alcune misure green, questa manovra, come quelle precedenti, non costruisce sulle politiche ambientali, energetiche e climatiche un duraturo volano di sviluppo per il Paese e non contiene nessuna misura per cancellare gli annuali sussidi diretti e indiretti alle fonti fossili che ammontano a 16 miliardi di euro».

Il Cigno Verde sottolinea che «sono tanti gli errori contenuti nella legge di Bilancio appena approvata, a partire dal regalo fatto al comparto balneare con la proroga di 15 anni senza condizioni per le concessioni in essere, disapplicando la direttiva Bolkenstein ed esponendo l’Italia all’ennesimo rischio di procedura di infrazione europea, per passare, poi, all’aumento della soglia economica sugli appalti senza gara con il rischio di favorire le organizzazioni criminali e mafiose e arrivare all’imperdonabile “tassa sulla solidarietà” che prevede un aumento dell’Ires dal 12% al 24% per il mondo del non profit che spesso garantisce servizi che lo Stato non riesce ad assicurare».

Per quanto riguarda l’ecobonus previsto per le auto ecologiche, gli ambientalisti ricordano che «la norma poteva essere migliorata prevedendo disincentivi per tutte le auto inquinanti con un sistema basato sul reddito per non gravare troppo sulle famiglie meno abbienti, ma anche incentivi anche per chi vuole rottamare l’auto inquinante senza acquistarne una nuova, per ridurre il sovradimensionato parco circolante italiano, per acquistare ad esempio un abbonamento per il trasporto collettivo, e facilitazioni per la sharing mobility, le e-bike e per gli altri veicoli elettrici come tricicli e quadricicli al momento esclusi».

In più, Legambiente evidenzia anche che «con questo provvedimento si fanno tagli anche all’istruzione primaria e secondaria, al soccorso civile e all’accoglienza degli immigrati che, invece, avrebbero bisogno di più risorse».

Per l’associazione è positivo, invece, che nella legge di Bilancio «sia stata stralciata la norma “end of waste”, perché così come era stata modificata in Parlamento rischiava di essere controproducente per il riciclo, aumentando paradossalmente il flusso in discarica o negli inceneritori, con l’auspicio che si torni nel prossimo provvedimento alla versione inizialmente inserita nel Decreto semplificazioni. Ed è importante che nella manovra siano state introdotte alcune misure ambientali come ad esempio uno stanziamento per la bonifica dei cosiddetti siti orfani, i fondi per le nuove assunzioni al ministero dell’ambiente, gli incentivi per le imprese che prevengono la produzione dei rifiuti da imballaggio, l’ampliamento del fondo destinato alle politiche plastic free, e la scelta di destinare il Fondo Kyoto anche all’efficientamento energetico di ospedali e impianti sportivi pubblici. Ed ancora la riconferma per il 2019 delle detrazioni per la riqualificazione energetica e antisismica degli edifici, l’acquisto di mobili e elettrodomestici, la conferma del bonus verde, la sperimentazione nelle città della circolazione su strada di veicoli di mobilità personale a propulsione prevalentemente elettrica come segway, hoverboard e monopattini».

Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente, conclude: «Da questa manovra ci aspettavamo molto di più, e invece mancano ancora una volta misure strutturali per invertire la rotta e spostare il prelievo fiscale sullo sfruttamento delle risorse ambientali. In Italia bisogna avere il coraggio di aggredire le rendite a danno dell’ambiente che impediscono una corretta gestione delle risorse naturali e dei beni comuni, partendo dalla cancellazione dei sussidi ambientalmente dannosi, a partire da quelli per le fonti fossili, di cui non si trova traccia in questa legge di bilancio. Il risultato finale è un testo che, seppur racchiuda alcune misure green, purtroppo presenta troppe ombre legate a scelte, a nostro avviso, sbagliate. In vista del nuovo anno, vogliamo ricordare al Governo che investire sull’ambiente e sulle politiche energetiche e climatiche conviene come dimostra la crescita di nuove imprese e dell’occupazione in quei settori che uniscono qualità e innovazione: dal mondo dell’economia circolare a quello delle rinnovabili e dell’efficienza energetica, dal turismo sostenibile all’agricoltura biologica.  Auspichiamo che il 2019 possa aprirsi nel segno di nuovi provvedimenti governativi, alcuni dei quali sono stati già annunciati dal ministro Costa, che abbiano davvero al centro l’ambiente e la lotta ai cambiamenti climatici, passando così dalle parole ai fatti».