M5S all’Ue: «Riforma bolletta elettrica italiana iniqua e ammazza rinnovabili»

L’Autorità per l’Energia vieta i Sistemi di distribuzione chiusi (SDC) che invece l’Ue vuole

[23 Dicembre 2015]

Come aveva annunciato ad inizio dicembre, il Movimento 5 Stelle ha portato a Bruxelles Bruxelles il caso della nuova bolletta elettrica voluta dal governo Renzi, che definisce «iniqua e ammazza-rinnovabili».

Secondo l’eurodeputato pentastellato Dario Tamburrano, che fa parte  della Commissione Industria, ricerca ed energia del Parlamento europeo, «Otre a far pagare di più solo coloro che consumano di meno, la “riforma” della bolletta varata il 2 dicembre dall’Autorità per l’Energia è in rotta di collisione con le direttive europee su energie rinnovabili ed efficienza energetica».

Tamburrano, l’altro eurodeputato M5S David Borrelli e i senatori Gianni Girotto e Gianluca Castaldi lo hanno segnalato la scorsa settimana a Miguel Arias Cañete, il commissario europeo all’energia e clima. Gli esponenti dl M5S dicono che «Con le nuove regole, la quasi totalità degli oneri relativi al funzionamento della rete elettrica non è più proporzionale alla quantità di energia consumata: è spostata nella quota fissa che, insieme alle tasse, costituisce circa la metà della bolletta. Ne derivano tre conseguenze: 1. si producono rincari iniqui, dato che essi colpiscono esclusivamente le famiglie con bassi consumi; 2. i risparmi di coloro che hanno investito nell’efficienza energetica risultano praticamente azzerati; 3. chi utilizza energia autoprodotta da fonti rinnovabili paga oneri praticamente uguali a quelli di chi invece preleva tutta l’energia elettrica dalla rete».

Il movimento 5 stelle aveva fatto precedere la nota inviata ad Arias Cañete da una dichiarazione durissima di Tamburrano: «Con la nuova bolletta elettrica, nel giro di due anni sarà infatti eliminata la progressività. Sparirà cioè il principio che chi consuma più energia la paga proporzionalmente più cara. Inoltre gli “oneri di rete” (trasporto e distribuzione dell’energia) saranno spostati nella parte fissa della bolletta, quella che non varia in base al consumo. Gli “oneri di sistema” (copertura del bonus sociale, copertura delle agevolazioni alle imprese che consumano molta elettricità, incentivi alle rinnovabili e assimilate eccetera) continueranno ad essere proporzionali al consumo per i residenti; per i non residenti, invece, saranno divisi fra parte fissa e parte variabile della bolletta. Il risultato saranno vere mazzate per chi consuma poca elettricità – di solito i meno abbienti, mentre chi ne consuma molta pagherà di meno. Risulta inoltre penalizzato chi ha investito per risparmiare energia o la produce e consuma da fonti rinnovabili. I guadagni di produttori e distributori di elettricità vengono stabilizzati e messi al riparo dal calo dei prelievi dal sistema elettrico dovuto ai prosumer, gli utenti che autoproducono una parte dell’energia consumata».

E l’eurodeputato M5S sottolineava: «Alla faccia del “New deal” per i consumatori varato quest’estate dalla Commissione Europea nell’ambito del pacchetto estivo energia: il “New deal” sottolinea il ruolo positivo esercitato dai consumatori nel mercato dell’energia attraverso l’autoproduzione e l’efficienza energetica e contiene un documento dedicato proprio ai prosumers e alle migliori pratiche di autoproduzione di energia. Una “riforma” della bolletta elettrica ingiusta come l’ottocentesca tassa sul macinato che ha reso infame il nome del ministro Quintino Sella (come allora, le prime a soffrire sono le famiglie a basso reddito che sono sempre di più)».

La segnalazione all’Unione europea di eurodeputati e senatori pentastellati  riguarda anche la decisione dell’Autorità per l’Energia di vietare la costruzione di Sistemi di distribuzione chiusi (SDC)  dell’energia elettrica negli edifici non residenziali, un provvedimento fortemente criticato anche da Legambiente e da altre associazioni. Tamburrano spiega che «Un “SDC” è indispensabile per permettere che più utenti (ad esempio, i negozi di un centro commerciale) utilizzino l’energia rinnovabile prodotta da un unico impianto, come i pannelli solari situati sul tetto. Una direttiva Ue invece chiede espressamente che nei nuovi edifici venga utilizzata energia rinnovabile prodotta sul posto». L’eurodeputato M5S si riferisce alla Direttiva  2010/31/UE  del 19 maggio 2010 sulla prestazione energetica nell’edilizia  (rifusione).

Per Tamburrano e i suoi colleghi, «Con questi due provvedimenti, l’Autorità per l’Energia, sostenuta dal governo Renzi, mira a garantire i profitti dei grandi distributori di energia (fra cui spicca l’Enel) grazie ai rincari che colpiscono in generale i piccoli consumatori e in particolare coloro che attingono poca energia dalla rete elettrica. Un Robin Hood al contrario. Ora ci aspettiamo che la Commissione Europea prenda i provvedimenti del caso». Come sempre terremo il fiato sul collo alle istituzioni e vi terremo informati.