Le Monde e il rigassificatore di Piombino: la Golar Tundra nave della discordia

La conferenza dei servizi dice sì alla concessione dell’autorizzazione all’esercizio del rigassificatore

[28 Aprile 2023]

Il 26 aprile il prestigioso quotidiano francese Le Monde ha dedicato un’intera pagina al rigassificatore di Piombino che dal 20 marzo è ormeggiato nel porto toscano e lo presenta come «Un impianto galleggiante di stoccaggio e rigassificazione su un territorio già inquinato e disastrato, ha concluso un anno di polemiche politiche e mobilitazioni popolari di fronte alle scelte strategiche dello Stato».

L’inviato speciale di Le Monde  Allan Kaval descrive così lo scenario che si è trovato di fronte: «Dalle alture di Piombino, il paesaggio portuale che si estende verso sud, lungo la costa toscana, racconta in poche parole tutta la storia di un territorio industriale abbandonato, una storia che è anche quella dell’Italia, d’Europa. Nella luce dorata della sera, lo sguardo coglie per la prima volta gli enormi rottami verticali delle vecchie acciaierie, la cui sagoma massiccia nasconde malamente gli interni e la loro fatiscenza arrugginita. Attraversa poi distese indistinte per approdare sull’altoforno, definitivamente spento un giorno di primavera del 2014, dopo che generazioni di operai si sono succedute nella suo impianto estrarre, nel calore della combustione del coke, la fusione del minerale di ferro. Si fermò una delle più titaniche macchine di trasformazione del mondo, nata insieme all’Italia contemporanea, negli anni 1860. I pionieri dell’industria siderurgica italiana avevano allora installato i loro primi forni proprio nel luogo dove gli Etruschi svilupparono la loro metallurgia, sfruttando come loro gli abbondanti giacimenti della vicina isola d’Elba. Tutto quel che rimane di questa storia è un deserto industriale vasto come una piccola città in rovina».

E le Monde poi approda alla storia più recente che scolora nella cronaca: «Dopo la crisi della siderurgia e le privatizzazioni, il sito industriale che ha accompagnato lo sviluppo della Penisola, in particolare producendo le rotaie delle linee ferroviarie che hanno unificato il territorio, ha conosciuto i successivi e altrettanto deludenti passaggi di investitori algerini e indiani. Ai margini del sito si possono ancora vedere i tetti bianchi di uno degli ultimi stabilimenti industriali ancora in funzione, di proprietà dal 2019 di Liberty Steel, il gruppo dell’industriale britannico di origine gujarati Sanjeev Gupta . La sirena di una barca risuona sopra il paesaggio. Si tratta di un traghetto che parte dal terminal passeggeri, diretto all’isola d’Elba, meta ambita da turisti italiani e stranieri che non sempre fanno tappa a Piombino, nonostante il fascino del suo centro storico».

E poi la cronaca si fa attualità: «Dall’altra parte della baia, di fronte alle tracce del passato industriale, la storia che si scrive prende la forma di una nave lunga 300 metri e larga 40, la Golar-Tundra». Le Monde scrive che «Il suo arrivo, all’alba del 20 marzo, ha concluso un anno di polemiche politiche e mobilitazioni popolari confrontando la diffidenza di un territorio già inquinato e disastrato verso le scelte strategiche dello Stato italiano, nell’ambito di una riconfigurazione delle rotte energetiche globali. Sulla scia dell’aggressione russa contro l’Ucraina, la dimenticata Piombino concentrò da sola tutte le tensioni dell’epoca».

E Kaval, che intervista anche il presidente nazionale di Legambiente Stefano Ciafani, descrive poi le promesse non mantenute dalla politica, le contraddizioni di una destra contraria a Piombino e pù che favorevole a livello nazionale, l’opposizione contro il rigassificatore e le iniziative prese dal sindaco Francesco Ferrari che proprio oggi in una nota, dopo la concessione dell’autorizzazione all’esercizio del rigassificatore, annuncia che dal Comune, ci sarà ferma e incondizionata contrarietà,

Infatti, si è svolta oggi la conferenza dei servizi per la concessione dell’autorizzazione all’esercizio del rigassificatore e il Comune di Piombino che ha confermato il suo parere negativo ed evidenzia che «La Conferenza si è conclusa con il rilascio di un parere positivo, che tuttavia non mette fine al procedimento, dato che manca ancora il parere definitivo del Comitato tecnico regionale.  Durante la seduta di oggi il Comune di Piombino ha espresso nuovamente la propria ferma e incondizionata contrarietà all’autorizzazione, mancando, tra l’altro, oltre al parere definitivo del Ctr anche il progetto della nave Golar Tundra, così come modificata a seguito dei lavori svolti a Singapore».

Invece, da parte del presidente della Regione Toscana, Eugenio Giani, c’è «Massima soddisfazione per l’esito di una conferenza dei servizi che ha confermato il buon lavoro che abbiamo fatto. A questo punto, nella prima metà di maggio arriverà la prima nave metaniera che ci consentirà la verifica del sistema e anche le autorizzazioni che fino a questo momento mancano, sarà una sorta di collaudo».

Ferrari non è per niente d’accordo e conclude: «Abbiamo ribadito e confermato la posizione di contrarietà del Comune a questo progetto, la cui sicurezza è dubbia ogni giorno di più. Così come molto dubbio è il percorso amministrativo che va dritto, purtroppo, verso l’autorizzazione all’esercizio dell’impianto. Il Comune di Piombino – come già contestato al Tar nel ricorso per motivi aggiunti – ha inoltre espresso parere negativo alla modifica dei valori limite di emissione in atmosfera per alcuni inquinanti – con particolare riferimento al monossido di carbonio – stabiliti per la nave nella seduta di gennaio che, su richiesta di Snam, sono stati oggi aumentati sensibilmente, in violazione di tutta la normativa di settore».