Le esportazioni di petrolio russo sono aumentate del 7,6%, la produzione del 2%

Le importazioni indiane di petrolio russo salgono alle stelle e per quelle in Cina è nuovamente record

[28 Marzo 2023]

Il premier induista di destra indiano, Nerendra Modi, non sembra tenere molto in considerazione le richieste dei leader occidentali – compresa Giorgia Meloni – e ha continuato a comprare petrolio dalla Russia molto più di prima. Come ha spiegato il vice primo ministro russo Aleksandr Novak, «La maggior parte delle nostre risorse energetiche è stata reindirizzata ai mercati dei paesi amici. Ad esempio, le forniture di petrolio all’India sono aumentate di 22 volte l’anno scorso. Anche le forniture alla Cina e ad altri mercati sono aumentate, e questo è il risultato del grande lavoro che è stato fatto nel settore».

Secondo il ministero dell’energia russo, «La Russia ora copre il 35% delle importazioni totali di petrolio dell’India, rispetto a meno dell’1% nel 2021. L’energia ha rappresentato gran parte dell’aumento del commercio bilaterale dei paesi».

Nei primi due mesi del 2023, la Russia è diventata anche il principale fornitore di petrolio della Cina con i volumi di gennaio-febbraio sono aumentati del 23,8% su base annua.

E, nonostante le speranze degli occidentali, l’India, terzo importatore mondiale di greggio, ha iniziato a incrementare le importazioni di petrolio russo proprio subito poco dopo l’inizio dell’inizio dell’invasione russa dell’Ucraina, infischiandiosene delle sanzioni europee e statunitensi.

Di fronte alle (timide) rimostranze occidentali e del G7, New Delhi, storico alleato di Mosca fin dai tempi dell’Unione Sovietica, ha ripetutamente sottolineato che la sua massima priorità è la sicurezza energetica e ha continuato a rifornirsi dagli amici russi, dai quali compra anche l’uranio per le sue centrali nuclearil.

Nel 2022, le esportazioni complessive di petrolio russo in India sono aumentate del 7,6%, a 242,2 milioni di tonnellate, nel 2022, mentre la produzione di greggio è aumentata del 2% a 535,1 milioni di tonnellate. Quest’anno, le compagnie energetiche russe hanno aumentato ulteriormente la produzione media giornaliera di greggio e condensato che a febbraio è cresciuta di quasi il 2% rispetto a gennaio.

Oggi, il ministro dell’energia russo Nikolay Shulginov ha confermato che «Mosca ha completamente reindirizzato tutte le sue esportazioni di petrolio dagli “stati ostili” ai nuovi mercati. Le forniture sono ora destinate ad Asia, Africa, America Latina e Medio Oriente. Già possiamo affermare che siamo riusciti a riorientare completamente l’intero volume delle esportazioni che inizialmente sono diminuite a causa delle sanzioni. Non vi è alcuna diminuzione delle vendite».

Anche perché un po’ di questo petrolio russo comprato a basso prezzo da Paesi “amici” dell’Occidente ci viene rivenduto a prezzo maggiorato.