Le energie rinnovabili in Russia, la mappa interattiva di Greenpeace

Greenpeace Russia e più di 500 ONG chiedono il rapido raggiungimento della pace in Ucraina

[23 Marzo 2022]

Quella in atto in Ucraina è sempre più una guerra energetica e delle risorse che ha contraccolpi sui mercati energetici e delle commodities globali. Una guerra fossile fatta con i mezzi fossili di una geopolitica dinosauresca che ha negli idrocarburi le sue fondamenta e il suo tallone di Achille.

Ma Greenpeace Russia ha pubblicato una mappa interattiva che censisce centrali solari, eoliche, geotermiche in funzione, impianti a biogas e piccole centrali idroelettriche che dimostrano che anche lo stato-mercato putiniano potrebbe affrancarsi dalla schiavitù e dalla maledizione del gas e del petrolio.

Vladimir Asikritov, responsabile del Green Energy Program di Greenpeace Russia, evidenzia che «C’è uno stereotipo secondo il quale  in Russia non ci sono energie rinnovabili. Abbiamo creato questa mappa per dimostrare che non è così. Utilizzando l’esempio di specifiche regioni, si può vedere come vengono realizzate iniziative nel campo dell’energia verde nel nostro Paese. Le fonti di energia rinnovabile riducono l’uso di combustibili fossili, le relative emissioni di gas serra e contribuiscono a dare un importante contributo alla lotta contro la crisi climatica».

In totale Greenpeace Russia ha mappato 200 impianti di questo tipo nella sterminata Federazione Russa e spiega che «La mappa mostra in quali regioni si sta sviluppando l’energia rinnovabile, si può anche conoscere la capacità installata di ciascuno degli impianti e l’anno in cui sono entrati in funzione. Le informazioni sono raccolte sulla base di dati aperti. La mappa non include le grandi dighe li idroelettriche perché la loro costruzione e il loro funzionamento influiscono negativamente sulla biodiversità, sullo stato ecologico dei fiumi ed  sono spesso associate alla necessità di allagare vaste aree».

La Russia ha iniziato a sviluppare energie rinnovabili in tempi relativamente recenti: alcuni anni fa nel Paese non esistevano grandi impianti fotovoltaici  ed eolici, ma il potenziale delle energie rinnovabili in Russia non è sfruttato e a Greenpeace sono convinti che «La Russia ha un’enorme opportunità per sostituire i combustibili fossili con fonti di energia rinnovabile. In futuro, il nostro Paese può diventare uno dei leader nello sviluppo di energia rispettosa del clima».

Intanto Greenpeace Russia chiede la pace in Ucraina e lo fa con un tono insolitamente prudente per un’organizzazione nota per la sua determinazione che però in Russia ha già dovuto più volte assaggiare la sferza del regime putiniano, soprattutto quando ha assaltato le piattaforme per l’estrazione degli idrocarburi nell’Artico.

In un comunicato gli ambientalisti russi sottolineano che «Greenpeace non è un’organizzazione politica, ma ambientale la cui missione è proteggere la natura e un ambiente favorevole a tutte le persone del pianeta, ma ciò che sta accadendo ora colpisce tutti e danneggia non solo le persone, ma anche il nostro habitat. Greenpeace aderisce ai principi della non violenza e si è sempre opposta ai conflitti militari. Contro il primo e il secondo iracheno e contro i bombardamenti della Jugoslavia. Greenpeace si è opposta al dispiegamento di sistemi di difesa missilistica in Europa e chiede il disarmo nucleare. Seguendo pienamente la nostra posizione sui conflitti militari, Greenpeace, insieme a più di 500 organizzazioni senza scopo di lucro e di beneficenza in Russia, chiede il rapido raggiungimento della pace».

Essere ambientalisti e pacifisti in Russia non è mai stato facile e ora è diventato ancora più difficile e pericoloso.