L’Austria fa causa all’Ue contro il nucleare il gas nella Tassonomia verde. E il Lussemburgo si aggiunge

Greenpeace Österreich: «Porre fine al greenwashing di gas e nucleare. Verdi.SI: ma Cingolani va per un’altra strada

[11 Ottobre 2022]

La ministra austrica per la protezione del clima, Leonore Gewessler, ha annunciato che il governo federale austriaco presenterà un ricorso per l’annullamento dell’atto delegato supplementare sulla tassonomia europea che ha incluso il gas e il nucleare fra le energie sostenibili. Le Gewessler ha detto: « Non ci deve essere un programma di greenwashing per gli investimenti nel nucleare e nel gas fossile. Mi oppongo con tutte le mie forze al tentativo di rendere ecologici l’energia nucleare e il gas attraverso la porta di servizio di una legge delega supplementare, Penso che sia irresponsabile e irragionevole. Dal nostro punto di vista, non è nemmeno legale»

Una decisione accolta favorevolmente da Greenpeace Österreich che ricorda che «Con l’attuale normativa, dal 2023gli investimenti nel gas e nel nucleare dannosi per il clima e l’ambiente saranno classificati come sostenibili. Gli effetti catastrofici del gas e dell’atomo sull’ambiente e sul clima sono indiscutibili».

Jasmin Duregger, esperta di clima ed energia di Greenpeace Österreich ha detto: «Accogliamo con favore l’iniziativa del ministero della protezione del clima di intentare una causa contro questo ammorbidimento della tassonomia dell’Ue. Con l’attuale serie di regole, il nucleare e il gas hanno pollice verde e minano gli obiettivi ambientali e climatici dell’Ue. La causa è l’unico passo giusto per invertire questo termine improprio».

Nella sola Austria, il gas è responsabile del 20% di tutti i gas serra climalteranti e le scorie nucleari finiscono ancora in impianti di stoccaggio provvisori non sicuri, mentre per Greenpeace «C’è anche il rischio di disastri nucleari come a Chernobyl o Fukushima».

Già a metà settembre un’ampia alleanza della società civile, composta da Greenpeace Central and Eastern Europe diversi uffici nazionali di Greenpeace e altre organizzazioni ambientaliste aveva presentato un’obiezione formale alla Commissione europea. Le conseguenze delle controverse normative Ue sono di vasta portata e, dal punto di vista di Greenpeace, «Mandano un segnale sbagliato al mercato finanziario. Troppi soldi stanno già affluendo in nuovi progetti di petrolio e gas, che in realtà non dovrebbero più esistere se si vuole raggiungere l’obiettivo climatico di 1,5 gradi. Si può presumere che le banche seguiranno l’etichettatura fraudolenta degli standard Ue ammorbiditi: la tassonomia sta quindi fuorviando quei consumatori e tutte le persone».

Per la  ministra Gewessler «Il nucleare presenta rischi incalcolabili tra i quali l problema irrisolto della gestione finale delle scorie radioattive. Proprio questo punto non rispetta il principio del “non causare danni significativi” su cui è imperniata la tassonomia verde. L’atomo è troppo costoso e anche troppo lento per contribuire alla protezione del clima in questo decennio critico. Quanto al gas fossile, “non può essere ecologico per definizione dal momento che rilascia grandi quantità di CO2 causando emissioni di metano lungo tutta la catena di estrazione e trasporto».

Anche secondo Eleonora Evi, co-portavoce nazionale di Europa Verde e neo eletta alla Camera dei deputati, «“L’azione legale dell’Austria, a cui si è subito aggiunto il Lussemburgo, che fa causa alla Commissione Ue contro la decisione di attribuire l’etichettatura di sostenibilità a gas e nucleare, è assolutamente giusta, legittima e si basa su solidi argomenti. Si tratta di una voce non isolata, che va ad aggiungersi a quelle delle tante ONG che hanno già presentato ricorso alla Commissione europea a settembre contro l’assurda decisione di includere il gas fossile e il nucleare nella tassonomia verde, cedendo così platealmente alle pressioni delle lobby e sconfessando clamorosamente gli obiettivi del Green Deal e le politiche europee sulla lotta alla crisi climatica. Noi siamo fiduciosi che gli argomenti portati davanti alla Corte riusciranno a ribaltare la decisione, ma spiace dover constatare ancora una volta che il nostro Paese, con il ministro Cingolani, ha da tempo intrapreso una strada diametralmente opposta a quella in difesa del clima, e molto probabilmente continuerà in questa direzione anche con il nuovo governo. La tassonomia è un grande inganno a danno di cittadini e imprese, un’operazione di greenwashing inaccettabile che fa pericolosamente arretrare l’Ue nella lotta alla crisi climatica e perdere credibilità sul piano internazionale».