La necessità di decarbonizzare gli edifici italiani e il Superbonus 110%

L’Italia non ha fatto progressi di efficienza energetica negli ultimi decenni e deve urgentemente invertire il trend

[6 Maggio 2022]

Il recente appuntamento dello Stakeholder Forum sul Clima di Italy for Climate (I4C), la piattaforma dedicata alle principali associazioni e organizzazioni nazionali della società civile nata con l’obiettivo di promuovere il confronto sul percorso di neutralità climatica dell’Italia, ha approfondito «Lo stato e le prospettive del processo di decarbonizzazione degli edifici in Italia, sia in relazione al conseguimento degli obiettivi climatici di medio e lungo termine, sia al contributo che una accelerazione di questo processo potrebbe fornire per contrastare l’attuale crisi energetica e ridurre le importazioni di gas nel breve termine». In particolare, data la rilevanza dello strumento per il settore, il dibattito si è concentrato su sviluppi, potenzialità e criticità del Superbonus 110%.

L’incontro ha fatto il quadro generale della situazione attuale: «Gli edifici, sia residenziali che per i servizi e le attività commerciali, sono il settore più energivoro in Italia (consumano quasi la metà della domanda nazionale di energia, soprattutto elettricità e gas per usi finali) e fra quelli che meno hanno ridotto le emissioni di gas serra negli ultimi trent’anni; diversamente dagli altri grandi maggiori Paesi europei, l’Italia non ha conseguito progressi di efficienza energetica negli ultimi decenni e deve urgentemente invertire questo trend per raggiungere la neutralità climatica del Paese: entro il 2030 gli edifici italiani dovranno più che dimezzare le emissioni e ridurre i consumi almeno del 15%; che la decarbonizzazione del settore degli edifici offre anche significativi impatti sociali in termini di riduzione della povertà energetica, che in Italia ha raggiunto il 10% per la recente crisi dei prezzi; il Superbonus è certamente utile al rilancio economico del settore edile ma rimane uno dei principali strumenti per l’efficientamento energetico e la decarbonizzazione degli edifici in Italia, anche se la sua efficacia a questo scopo può e deve essere migliorata; al 31 marzo 2022 il Superbonus 110% risulta aver avviato quasi 140 mila asseverazioni (per la maggior parte su edifici unifamiliari e indipendenti), per oltre 24 miliardi di euro di investimenti e un risparmio energetico stimato di circa 4.500 GWh; con il Superbonus sono stati realizzati anche 860 MW di fotovoltaico (con un costo medio di 2.300 €/kWp) e circa 3 GWh di accumuli (per un costo medio di 580 €/MWh); il Superbonus offre molte potenzialità e deve essere mantenuto, a patto di rivedere alcune questioni cruciali per garantirne il miglior rapporto costi-benefici possibile, sia in termini di efficacia di decarbonizzazione che di sostenibilità economica dello strumento».

Gli incontri dello Stakeholder Forum sul Clima si svolgono su inviti e coinvolgono i rappresentanti della società civile, insieme ai Promotori di Italy for Climate e ai partner tecnici dell’iniziativa. Gli incontri affrontano di volta in volta questioni sia di carattere generale che di carattere più specifico o settoriale, prendendo spunto dalle proposte di obiettivi climatici e di interventi presenti nella Roadmap per la neutralità climatica di Italy for Climate. Hanno già aderito al Forum: Legambiente, Wwf, Greenpeace, Transport & Environment, Kyoto Club, Coordinamento Free, CGIL, CISL, UIL, Confindustria, Assocarta, CNA, Confartigianato, Confcooperative, Altroconsumo, Adiconsum, ANCE, FIRE, Elettricità Futura, Anev, Fiper, Assoidroelettrica, Assoesco, Green Building Council, ANFIA, UNEM, Assobioplastiche, Coldiretti, Confagricoltura, CIA-Agricoltori Italiani, Global Compact Network Italia, Forum per la Finanza Sostenibile.

Il dibattito si è concentrato su come poter migliorare lo strumento, e in particolare: su come il Superbonus abbia creato uno squilibrio molto forte fra domanda e offerta degli interventi di riqualificazione, e questo ha avuto impatti negativi sia sulla qualità stessa degli interventi che sui prezzi (che sono lievitati man mano che la domanda è aumentata); che la scelta di un meccanismo incentivante “a costo zero” per i cittadini ha ridotto molto la soglia di attenzione rispetto ai costi degli interventi, e che, secondo alcuni, un minimo contributo anche del 5% potrebbe ripristinare una migliore contrapposizione di interessi fra domanda e offerta; che i meccansimi incentivanti, a maggior ragione quando muovono molti investimenti, devono includere misure di valutazione dei reali impatti di risparmio energetico, ad esempio (nel caso del Superbonus) misurando i consumi prima e dopo l’intervento direttamente dalle bollette, anziché con strumenti di stima come avviene tramite gli APE; che bisogna supportare maggiormente l’elettrificazione dei consumi con fotovoltaico: su questo invece sussistono ancora molti ostacoli, sia di tipo tecnico-economico (che un diverso perimetro dell’incentivo potrebbe aiutare a superare), sia di tipo culturale in particolare da parte dei condomìni.